Le Low-Emission Zones sono aree urbane presenti in Europa, UK e Giappone in cui i veicoli che non rispettano determinati parametri di emissioni di agenti inquinanti non possono entrare. Uno studio pubblicato a luglio 2023 dal Lancet Public Health Journal mostra gli effetti positivi sulla salute degli abitanti e sulla spesa sanitaria.

Cosa sono le Low-Emission Zones

Le modalità di attuazione e istituzione delle Low-Emission Zones (Lez) variano di luogo in luogo. Tipicamente, ai veicoli con categoria di motore inferiore a Euro 5 è impedito l’accesso. I veicoli cui normalmente non è consentito l’accesso, possono pagare per usufruire di deroghe. Sono soggetti a multe e sospensioni di patente i proprietari sorpresi a vagare con veicoli non autorizzati nelle Lez.

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Un esempio è la Ulez, o Ultra Low-Emission Zone di Londra. Si tratta di una vasta area della metropoli nella quale sono installate telecamere capaci di rilevare automaticamente la targa dei veicoli circolanti. La targa viene confrontata con registri presenti online e richiesta una tassa giornaliera in caso di mezzo non autorizzato.

L’applicazione della Ulez dal 2019 ha diminuito del 26% la presenza di agenti inquinanti nella Ulez e del 7% nel resto della città. Le Ultra Low-Emission Zones rappresentano il punto d’arrivo ideale delle Lez. A Londra si progetta, nei prossimi anni, di arrivare a coprire l’intera città con le norme della Ulez.

Lo studio del Lancet

Lo studio pubblicato dal Lancet Journal prende in considerazione migliaia di dati e studi su otto Low-Emission Zones, tra le quali anche la Ulez di Londra. Altre Lez prese in considerazione sono due di Tokyo, diverse in Germania e l’Area B di Milano. Il team si è concentrato sul numero di ricoveri ospedalieri dovuti a malattie croniche cardio-vascolari tipicamente associate all’inquinamento dell’aria.

Non si è trattato di uno studio facile. Come detto, ogni Lez prevede regole diverse e anche i metodi e gli strumenti di misura utilizzati per ricavare il loro impatto variano molto. Il focus sulla situazione sanitaria nelle Lez ha permesso di rilevare meno ricoveri ospedalieri, meno morti causate da infarti e meno persone con problemi di pressione, con una spesa sanitaria risparmiata di oltre 4 miliardi di euro.

In particolare, sono le persone anziane a beneficiare dell’istituzione di Lez. Ridurre l’inquinamento atmosferico però riduce anche i danni allo sviluppo psico-motorio dei bambini. Sul lungo periodo, riduce l’incidenza di tumori ai polmoni e demenza nella popolazione.

Low-Emission Zones: il quadro in Italia

Le Aree B e C di Milano sono le uniche Lez in Italia con funzionamento assimilabile a quello delle altre città europee. La loro estensione copre quasi interamente la città di Milano e prevede 188 punti di accesso solo ai veicoli autorizzati. Ai veicoli non autorizzati sono concesse deroghe tramite il pagamento di biglietti. La zona è attiva dal lunedì al venerdì dalla 7 e 30 alle 19 e 30, con multe fino a quasi 700 euro per i trasgressori.

Anche a Milano si sono registrati miglioramenti nella qualità dell’aria e nei ricoveri ospedalieri. Purtroppo, il resto d’Italia non si trova allo stesso punto. Sebbene sulla carta possieda 253 Lez e sia la prima in Europa, anche rispetto alla Germania, spesso queste Lez non son efficaci come quelle tedesche, 83 in tutto e in seconda posizione.

Manca infatti l’informativa ai cittadini, controlli continui nel tempo ed efficaci, accessi elettronici ed estensione della durata in vigore. Data l’assenza di simili provvedimenti, spesso le Lez italiane sono solo nominali, e molte volte assimilate alle Ztl, che però prevedono l’istituzione di una zona completamente esclusa ai veicoli

Cosa non va nelle Low-Emission zones

Tanto l’estensione della Ulez di Londra, quanto l’istituzione di una Low-Emission Zone a Roma, sono contrastate con gli stessi argomenti. Tra questi, la tutela dei cittadini meno abbienti, che necessitano di aiuti statali per acquistare un veicolo che rispetti gli standard previsti dalle Lez. Alla crezione delle Lez deve corrispondere un’adeguata legiferazione che metta tutti nelle condizioni di rispettarla, senza impedire alla gente di andare al lavoro.

Nonostante altri studi da quello preso in considerazione non abbiano prodotto risultati definitivi, nessuno ha mai riscontrato un peggioramento della qualità della vita dopo l’istituzione di una Lez. Raddoppiarne l’estensione entro il 2050 è uno degli obiettivi dell’Unione Europea.

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Giovanni D'Auria

Giovanni D'Auria

Laureato in Lettere Moderne, ha da poco iniziato un percorso formativo per diventare pubblicista con diventaregiornalista.it.

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