Cos’hanno in comune biciclette, monopattini, smartphone e automobili? Le batterie, essenziali per il loro funzionamento, alcune di uso comune e facile reperimento, altre più “industriali” e di carattere innovativo come quelle dei motori elettrici, cruciali per lo sviluppo della mobilità sostenibile elettrica.

Se il mercato europeo delle batterie è in espansione (l’UE stima che nel 2030 la domanda mondiale potrebbe aumentare di 14 volte) e questa crescita porta con sé vantaggi economici per i produttori, presenta anche risvolti ambientali noti e meno noti. Dal problema annoso del riciclo delle batterie all’esaurimento sempre più inesorabile delle risorse necessarie a produrle. Per questo l’UE in agosto ha aggiornato le regole per regolare il ciclo di vita delle batterie, dalla produzione al riciclo.

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Basterà per vincere la concorrenza globale e salvaguardare l’ambiente? Per capirlo bisogna partire dal mercato esistente e capire perchè è davvero così strategico.

Pile e accumulatori: perché è un mercato strategico

In occasione dell’aggiornamento delle regole europee sulle batterie l’UE ha fatto il punto sull’evoluzione del mercato di pile e accumulatori che nel 2030 vedrà una crescita esponenziale della domanda mondiale ed europea di prodotti sempre più differenziati e innovativi. Secondo le stime dell’Europa, gran parte di questo mercato sarà dominato dalle nuove batterie per auto elettriche: nel 2030, infatti, saranno 30 milioni le auto elettriche in circolazione (erano 1,8 milioni nel 2019). Attualmente l’UE investe quasi 60 miliardi di EUR in auto elettriche e nella produzione di pile di ogni genere, ma nel 2030 dovrà essere capace di produrre tecnologie per batterie di prossima generazione e regolarne correttamente la produzione e seguirle nello smaltimento e riciclo.

Ma come nasce una batteria e perché regolarne il ciclo di vita è così cruciale per l’UE?

Come nasce una batteria?

Al momento la batteria nasce da un’attività estrattiva di materiali quali litio, manganese, cobalto, nichel che, come abbiamo visto, sono in esaurimento e non provengono da paesi UE: il loro reperimento impone un inquinamento delle risorse naturali e ingenti consumi energetici. La materia prima viene poi raffinata, aumentando le emissioni di carbonio. Una volta entrata nel mercato come prodotto finito, la batteria non ha una regolamentazione commerciale comune in tutti i mercati; quando si esaurisce e non viene smaltita correttamente, rilascia nell’ambiente sostanze tossiche come cadmio e mercurio o disperde tra i rifiuti cobalto e litio.

E su questi risvolti ambientali si appunta l’Unione europea che, in agosto ha approvato un Regolamento europeo sulle batterie che si propone come soluzione per prevenire e ridurre gli effetti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti di batterie partendo dalla catena di approvvigionamento del prodotto.

L’UE regola il ciclo di vita delle batterie

Se nel 2006 la Direttiva Batterie (Dir 2006/66/CE) aveva uniformato le regole per l’immissione sul mercato di pile e accumulatori senza sostanze pericolose e per raccolta, trattamento, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti da pile e accumulatori, il Regolamento (UE) 2023/1542 approvato in agosto 2023 va oltre e impone direttamente obblighi più specifici per gli Stati (su raccolta e riciclo) e produzione (etichette obbligatorie per il consumo di carbonio, passaporti digitali indicanti la provenienza delle materie prime) nell’ottica di favorire il consumatore con prodotti facilmente rimovibili e sostituibili e caricabatterie universali.

Ma sono gli obiettivi ambientali ad essere più severi di un tempo: si richiede che raccolta dei rifiuti di batterie portatili arrivi al 45% entro la fine di quest’anno; al 63% entro il 2027 e al 73% entro il 2030; per le batterie dai motori leggeri il 51% di recupero entro il 2028 e il 61% entro il 2031.

Non solo: l’UE vuole livelli minimi di recupero delle preziose materie prime di produzione dai rifiuti di batterie: in particolare il litio (da recuperarne il 50% entro il 2027 e l’80% entro il 2031), il cobalto, rame, piombo e nichel (90% entro il 2027 e 95% entro il 2031) e aumentare la presenza di contenuto riciclato nelle batterie nuove.

Batterie sostenibili: il piano dell’Europa

Con le nuove norme del nuovo Regolamento Batterie, l’UE ha dunque un piano che poggia sulla creazione di un’economia circolare della batteria che incide su tutte le fasi di vita del prodotto: per l’estrazione richiede doveri di diligenza ambientali ai produttori sull’origine delle materie prime, per la raffinazione pretende più contenuto riciclato e requisiti di prestazione e durabilità maggiori degli attuali. Sul fine utilizzo impone obiettivi di riciclaggio rigorosi dai rifiuti da pile e accumulatori ed un loro trattamento eco-compatibile che ne garantisca il recupero.

Tutta questa regolamentazione funzionerà se gli attori coinvolti (dal produttore al consumatore) nella catena di approvvigionamento rispetteranno le nuove regole pensate per la creazione di batterie sostenibili. Ma, trattandosi di un bene di larga diffusione e consumo da parte della collettività, l’UE ha già in mente di proporre entro il 2050 una norma internazionale di regolamentazione del mercato in linea con l’evoluzione del mercato e con i risultati raggiunti dal nuovo Regolamento, in termini di recupero e riutilizzo delle batterie in Europa.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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