Le batterie per auto elettriche, dalla loro produzione allo smaltimento finale, provocano inquinamento. Con la mobilità elettrica in espansione, l’Unione Europea ha emanato la direttiva 2006/66, che impone ai produttori di auto dei Paesi UE e agli importatori di batterie l’obbligo di provvedere al loro riciclo. Le case automobilistiche e i produttori di accumulatori cercano di accaparrarsi il mercato del riutilizzo che, solo in Europa nel 2050, è stimato oltre sei miliardi di euro.

Inoltre il riuso consentirà all’UE di ridurre la propria dipendenza dalla Cina, che attualmente detiene il 70% del mercato globale delle batterie per auto elettriche e l’80% della lavorazione delle materie prime necessarie per la loro produzione.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Estrazione del litio: un problema geo-politico

Il componente principale della batteria è il litio, un metallo leggero con una forte capacità di accumulare e conservare energia elettrica. Questo metallo non è scarso, essendo il venticinquesimo elemento più abbondante nella crosta terrestre.

In Australia viene estratto dalle miniere di rocce, mentre in Argentina e Cile si trova nei laghi salati sotterranei da dove si ricava a seguito dell’evaporazione dell’acqua. In Messico si trova la più grande miniera del metallo  e, stando ai ricercatori del CNR, anche in Italia il sottosuolo è ricco di litio.

L’Africa centrale nel 2030 fornirà un quinto del litio mondiale. Questo spiega la presenza della Cina sul continente, dove ha già acquistato miniere in Congo e Zimbabwe. Anche gli USA e l’UE guardano all’Africa, come dimostra la recente visita del commissario europeo Thierry Breton nel continente, mentre la Gran Bretagna è presente in Sud Africa con Andrada, un’impresa di estrazione mineraria.

Il litio in natura si trova legato ad altri composti dai quali è difficile da separare. Molti Paesi che ne possiedono giacimenti non hanno le tecnologie per estrarlo. Infatti, l’isolamento della materia è un processo complesso e costoso che richiede energia e acqua e che avviene con sostanze chimiche inquinanti.

La maggior parte dell’estrazione del litio non avviene in Cina, ma è qui che si trovano i più grandi centri di raffinazione del minerale e di costruzione di batterie, come la Contemporary Amperex Technology (Catl Ltd). Questo monopolio rende tutti gli altri Stati del mondo dipendenti dalla Cina, che ne determina il prezzo.

Il grande business del riciclo delle batterie elettriche

Le materie prime contenute nelle batterie esauste, dopo la loro estrazione e purificazione, possono essere riciclate per produrre nuove batterie. Oppure i minerali estratti vengono riutilizzati per finalità differenti quali l’elettrolisi, l’illuminazione, la fornitura di energia per apparecchiature elettriche in ospedali e aziende in caso di calo di tensione o black-out.

L’azienda automobilistica Audi ha avviato un progetto pilota e riutilizza le batterie, in prima battuta, in una centrale elettrica come sistema di stoccaggio di energia per consentire la stabilità della rete elettrica in momenti di picco della domanda. Quindi, in seconda battuta, si recuperano i minerali con un processo ad alta temperatura che scioglie il metallo.

La Bosch con l’impianto Battery Lifecycle Company potrà già da questa estate riciclare 15mila tonnellate di materiali e il gruppo Volkswagen ha finanziato nella città tedesca di Salzgitter la costruzione di un centro espressamente dedicato al riciclo delle batterie delle auto elettriche.

Il processo di riciclaggio usato a Salzgitter lavora a bassa temperatura, non consuma molta energia ed emette poca CO2. Le batterie vengono scaricate completamente, smontate e le loro parti vengono macinate. La “polvere nera” che si ottiene contiene i preziosi litio, nichel, manganese e cobalto che, insieme alla grafite, vengono inviati a società specializzate partner. Le materie prime recuperate dal riciclo sono ugualmente efficienti e riutilizzabili per la produzione di nuove batterie. Anche la Renault ha già avviato impianti per il recupero degli accumulatori.

Anche aziende terze sono nel settore del recupero delle batterie, come la società Redwood Materials e la Cobat, un’azienda di economia circolare specializzata in riuso dei minerali.

I vantaggi del riciclo delle batterie per auto elettriche

Anche in Italia si è avviato il processo di riduzione delle emissioni nocive per l’ambiente. Stellantis nel 2024 inizierà a Termoli nel Molise la trasformazione dell’attuale fabbrica di costruzione di motori in una giga-factory per la produzione di batterie. Il piano di conversione coinvolgerà gli impianti e la formazione dei dipendenti.

Riciclare vuol dire soprattutto che ci sarà meno bisogno di estrarre litio e le altre materie prime dalle miniere. La conseguenza sarà la forte riduzione del dannoso impatto ambientale. In aggiunta l’auto con batterie elettriche riciclate migliorerà la salute dei cittadini, che avranno aria più pulita con meno emissioni di CO2.

In quest’ottica si sta muovendo l’UE con i progetti Acrobat e IPCEI finalizzati al conseguimento dell’obiettivo europeo di elettrificazione al fine di diventare climaticamente neutrale entro il 2050. E, non ultimo, ne beneficerà la politica che vedrà l’UE liberarsi dalla dipendenza economico-politica dalla Cina, così come è stato con il gas russo.

Condividi su:
Lucia Massi

Lucia Massi

Avvocata, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collabora con BuoneNotizie.it.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici