Le pratiche agricole intensive hanno provocato gravi danni agli ecosistemi, favorendo la perdita di biodiversità. Esse sono inoltre responsabili di circa un terzo delle emissioni di climalteranti di origine antropica. Alla produzione alimentare intensiva viene in soccorso l’agricoltura rigenerativa, la quale nasce per recuperare e rivitalizzare i terreni degradati, contribuendo al contempo alla lotta al riscaldamento globale.

Quali benefici offre l’agricoltura rigenerativa?

L’agricoltura rigenerativa aiuta innanzitutto a ripristinare la fertilità dei terreni, aumentando in maniera sensibile il carbonio organico disponibile nel suolo e le sue componenti azotate.

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Questo tipo di agricoltura può anche rafforzare le strutture del suolo e delle radici delle piante, riuscendo a limitarne l’erosione e diminuendo la probabilità di eventi ambientali catastrofici.

Inoltre, l’agricoltura rigenerativa permette di eliminare le contaminazioni chimiche del terreno, delle falde acquifere e dell’aria, interrompendo l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici. Infine, aumenta la biodiversità locale, recuperando colture ormai dimenticate e favorendo la crescita spontanea di specie locali e la vita animale selvatica.

I principi dell’agricoltura rigenerativa

L’agricoltura rigenerativa si basa su quattro principi cardine, sintetizzati qualche anno fa dall’ong Deafal all’interno della “Carta dei Principi e dei Valori dell’Agricoltura Organica e Rigenerativa”:

  1. Rigenerare il suolo: il principio fondamentale si basa sul ripristino della fertilità del terreno, proteggendone il suo naturale equilibrio minerale. Allo stesso modo, si lavora per contrastare l’erosione del suolo.
  2. Rigenerare la biodiversità e gli ecosistemi: per l’agricoltura rigenerativa è importante proteggere la biodiversità, sia nella scelta delle colture, sia evitando le contaminazioni ambientali causate dall’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi chimici. Si rispettano poi varietà vegetali e animali del posto, recuperando gli scarti e puntando alle emissioni zero.
  3. Rigenerare il rapporto tra gli esseri viventi: questa disciplina valorizza non solo il rapporto dell’uomo con la natura, ma anche fra le stesse persone. Si basa infatti sul rispetto della dignità degli individui, su rapporti lavorativi dove la tutela dei diritti sia al centro, sulla trasparenza e sull’inclusione.
  4. Rigenerare i saperi: l’universo dell’agricoltura rigenerativa è aperto a chiunque ne voglia apprendere i principi e le pratiche. Uno degli obiettivi è proprio quello della trasmissione delle conoscenze acquisite, affinché sempre più persone ne possano approfittare.

“Bello e Buono”: un progetto dedicato all’agricoltura rigenerativa

Al fine di tutelare la biodiversità e la salute del suolo, Davines Group e Barilla hanno dato vita a “Bello e Buono”, un progetto triennale dedicato all’agricoltura rigenerativa, con l’obiettivo di sviluppare sistemi e pratiche agricole che favoriscano la “rigenerazione” dei suoli, sia dal punto di vista ambientale, sia sociale.

L’accordo nasce dal bisogno di curare e prestare maggior attenzione alle aree agricole, dove il suolo negli ultimi anni ha perso il suo naturale equilibrio a causa di coltivazioni intensive e dell’uso non responsabile di fitofarmaci. Per ripristinarlo e arricchirlo della sostanza organica persa negli anni, Barilla e Davines hanno scelto di puntare sull’agricoltura rigenerativa.

A pochi km da Parma, presso le sedi di Barilla e di Davines, sono state predisposte delle aree dedicate al progetto “Bello e Buono”: si tratta di 10.000 mq in cui i team di Ricerca Agronomica delle due aziende hanno avviato la sperimentazione della coltivazione in rotazione di cereali e piante destinate al buon cibo, come il grano tenero e il grano duro, e alla produzione di essenze utilizzate dall’industria cosmetica, come la melissa e la lavanda.

L’iniziativa ha lo scopo di dimostrare come la qualità, la struttura e la fertilità del suolo, la gestione dell’acqua e la biodiversità siano influenzate e migliorate dalle pratiche agricole utilizzate.

“Knorr Italia”: un progetto a tutela della biodiversità

Il progetto di agricoltura rigenerativa, lanciato dal brand Knorr in Italia, è stato progettato per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio, per favorire la biodiversità e per migliorare la qualità dell’acqua. Per ogni area, sono state infatti utilizzate specifiche pratiche, sviluppate nel rispetto di flora e fauna del territorio:

  • Adottando pratiche agronomiche mirate di gestione del suolo e dell’acqua, come ad esempio le sommersioni invernali, si punta a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Inoltre, la pratica del sovescio, basata sulla semina di una coltura dopo la raccolta del riso e poi del suo interramento prima della coltivazione di un nuovo ciclo di riso, migliora la fertilità del suolo.
  • Mediante opportuni interventi finalizzati ad incrementare la presenza di insetti impollinatori, di anfibi e di uccelli, in particolare degli uccelli acquatici, si riesce ad ottenere un aumento della biodiversità nell’ambiente della risaia.
  • Una significativa riduzione dei residui dei prodotti utilizzati per la difesa del riso comporta il miglioramento della qualità dell’acqua. Per conseguire questo risultato sono fondamentali una meticolosa scelta dei prodotti stessi e un’adeguata gestione dell’acqua di risaia.

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Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto. Appassionata di Motorsport, in particolare di Formula 1; mi piace raccontare le sue connessioni con la sostenibilità e storie di grande ispirazione. Attualmente scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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