Le Nazioni Unite (ONU) e l’Unione europea (Ue) hanno riconosciuto la complessità del problema legato agli sprechi alimentari e stanno adottando una serie di soluzioni innovative e concrete per contrastarlo. In particolare, l’obiettivo di entrambe le istituzioni è quello di promuovere iniziative mirate a ridurre gli sprechi lungo l’intera catena alimentare.

Ad oggi, il 13% del cibo mondiale viene perso tra il momento della raccolta e l’arrivo sullo scaffale, mentre un ulteriore 17% viene sprecato a livello domestico, nel settore della ristorazione e nella vendita al dettaglio. Questa problematica non solo contribuisce alla fame e alla malnutrizione, ma impatta anche sull’ambiente. La quantità di risorse impiegate inutilmente nella produzione di cibo è infatti ancora molto elevata.

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Sensibilizzare sugli sprechi alimentari per ridurli: le azioni ONU

Il 29 settembre è stata designato dall’ONU come la Giornata internazionale della consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari. L’obiettivo è quello di sensibilizzare in merito al problema dello spreco alimentare e delle sue possibili soluzioni a tutti i livelli. Inoltre, l’iniziativa intende promuovere gli sforzi globali e l’azione collettiva verso il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12.3. Questo mira a dimezzare gli sprechi alimentari globali pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatori entro il 2030.

Un’altra delle iniziative chiave è Save Food, che mira a sensibilizzare i consumatori, le imprese e i governi sull’importanza di ridurre gli sprechi alimentari lungo l’intera catena di approvvigionamento. La campagna di sensibilizzazione ha lo scopo primario di mettere insieme tutti i maggiori eventi mondiali e le azioni di intervento che riguardano gli sprechi e la perdita di cibo, al fine di creare una rete di collaborazione e promuovere partnership in tutto il mondo.

Attraverso il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), l’ONU definisce inoltre l’agenda ambientale globale e pubblica documenti di sintesi, come il Fao-Imo-Unep Food Waste Index. Il report raccoglie dati e analisi dettagliate per misurare e monitorare gli sprechi alimentari a livello mondiale.

Infine, le Nazioni Unite hanno avanzato anche alcune proposte a livello locale, come la “Dichiarazione di Milano sulle politiche alimentari urbane”, redatta nel 2015. Il documento cerca di coinvolgere direttamente le città nel combattere gli sprechi alimentari attraverso politiche e pratiche sostenibili. La dichiarazione consiste in un patto internazionale sottoscritto da 260 città di tutto il mondo. Il documento impegna i sindaci a lavorare per rendere sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile a tutti, preservare la biodiversità.

Le azioni dell’Unione europea contro lo spreco di cibo

Anche l’Unione europea ha adottato un approccio attivo nella riduzione degli sprechi alimentari. Il “Piano d’azione europeo contro gli sprechi alimentari” è un documento chiave in tal senso. L’accordo stabilisce gli obiettivi necessari a ridurre del 50% gli sprechi per persona entro il 2030. Questo piano include inoltre delle misure per migliorare la trasparenza lungo la catena di approvvigionamento.

Il Pacchetto sull’economia circolare dell’Ue ha invece l’obiettivo di promuovere un modello economico più sostenibile, riducendo gli sprechi e aumentando il riciclo. Le soluzioni proposte affrontano la questione da diversi punti di vista, dalla promozione di pratiche di consumo più responsabili alla riduzione delle barriere normative che ostacolano la donazione di cibo.

Per quanto riguarda l’incoraggiamento delle iniziative virtuose individuali, l’Ue ha istituito il “Patto europeo sulla data di scadenza”. Il documento prova ad aumentare la consapevolezza tra i consumatori riguardo alle date di scadenza. In particolare, l’obiettivo è quello di standardizzare le indicazioni sulle date di scadenza, per migliorare la gestione degli alimenti a livello domestico.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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