Nel primo vertice mondiale, tenutosi a Londra a partire dal 1 novembre, sull’intelligenza artificiale 28 nazioni hanno raggiunto un accordo sottoscrivendo un documento per regolamentarne lo sviluppo e per affrontare al meglio questo cambiamento digitale.

Questo primo passo è fondamentale ma non include misure concrete. Tuttavia, stabilisce le fondamenta per uno sviluppo condiviso. Il testo firmato riconosce le ampie opportunità offerte dall’intelligenza artificiale (AI) in tutti i settori, affrontando anche le relative criticità.

I pericoli che il vertice sull’intelligenza artificiale vuole prevenire

L’accordo è chiamato dichiarazione di Bletchley, dal luogo dell’incontro: Bletchley Park, centro di decrittazione nella Seconda guerra mondiale che ora è un museo. Nel documento, firmato nel vertice, emerge la consapevolezza dell’importanza dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo e i conseguenti benefici in tutti i settori. Occorre comunque tenere presente che l’AI è uno strumento e come tale può essere utilizzato in modo improprio. Occorre quindi, per quanto sia possibile, limitarne gli abusi.

Il pericolo dell’AI è stato avvertito dagli attori di Hollywood che negli Stati Uniti hanno scioperato per il posto di lavoro messo a rischio dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Questo problema annunciato nel mese di maggio da Geoffrey Hinton ex dipendente Google. Lo scienziato inglese individua il pericolo nella diffusione di notizie false rese sempre più verosimili e più difficili da riconoscere. Un altro rischio riguarda la sicurezza informatica compromessa dagli attacchi hacker che potranno diventare sempre più sofisticati. Il vertice europeo sull’intelligenza artificiale ha intenzione di regolamentarne l’utilizzo proprio per prevenire un uso improprio.

L’accordo Francia, Germania e Italia

Il 30 ottobre, in previsione del vertice del 1 novembre, il ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è incontrato a Roma con i ministri per l’industria francese, Bruno Le Maire, e tedesco, Robert Habeck. I tre ministri hanno concordato l’implementazione di politiche volte allo sviluppo dei progetti, riducendo gli oneri amministrativi e semplificando le procedure per le imprese multinazionali. Un altro punto di discussione è stata l’importanza della protezione dei dati, soprattutto nei servizi cloud, per garantire la sicurezza dei cittadini europei. Infine, i tre ministri hanno sottolineato l’importanza di puntare su consorzi europei per le infrastrutture digitali. In particolare occorre costituire un ulteriore consorzio che si occupi esclusivamente di intelligenza artificiale. È compito dei consorzi occuparsi della creazione di nuove infrastrutture e della gestione di quelle già esistenti.

Il G7 e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale

Prima del vertice dei 28 Paesi sull’intelligenza artificiale, il 30 ottobre si è tenuta la riunione dei G7 per definire i contorni delle possibilità di innovazione e quelli di gestione di rischi inaccettabili. “Per affrontare queste sfide è necessario creare una governance inclusiva per l’intelligenza artificiale”. Nello stesso incontro è stata sottoscritta la dichiarazione di Hiroshima rilasciata dall’attuale presidenza giapponese in cui si legge:

Sottolineiamo le opportunità innovative e il potenziale trasformativo dei sistemi avanzati di Intelligenza Artificiale (IA) soprattutto in relazione ai modelli di IA generativa. Riconosciamo inoltre la necessità di gestire i rischi connessi, di proteggere gli individui, la società e i nostri principi condivisi come lo Stato di Diritto e i valori democratici, ponendo l’umanità al centro”.

La dichiarazione è composta inoltre da due allegati. Il primo documento riguarda 11 principi-guida per i sistemi avanzati di intelligenza artificiale e il secondo è il Codice di condotta internazionale. Il 2024 vedrà l’Italia impegnata alla presidenza del G7 ricevendo il testimone proprio dal Giappone. Il passaggio di consegne avverrà a Roma nel mese di gennaio 2024 e l’intelligenza artificiale è già inserita nell’agenda delle priorità del vertice.

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico di professione, attento alle dinamiche sociali ed ai relativi problemi. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, unisco il tutto per informare raccontando. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo.

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