Il 12 ottobre dieci città europee hanno ricevuto il marchio green della Missione UE per le città intelligenti e a impatto climatico zero. Un riconoscimento importante, assegnato dall’Europa a quelle Città che più si impegnano nel raggiungimento della “neutralità climatica” entro il 2030.

La missione raccoglie 100 città del Vecchio Continente, di queste ben 8 italiane, la rappresentanza più folta. Sono tutte incaricate di redigere veri e propri “contratti cittadini per il clima” e impegnarsi nella transizione verde. In che modo le Regioni possono rendersi davvero protagoniste del cambiamento verde e quali sono i risultati di questa corsa alla “neutralità climatica”?

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Città verdi europee a impatto zero: cosa prevede la Missione Europea per la neutralità

A livello globale le città consumano oltre il 65% dell’energia mondiale, causando oltre il 70 % delle emissioni di CO2. Secondo le stime della Commissione europea solo le e aree urbane del vecchio continente ospitano il 75 % della popolazione dell’Unione.

Sono allora proprio loro, le città, a essere le candidate ideali per essere “ecosistemi di sperimentazione e innovazione”, per aiutare tutte le altre a diventare climaticamente neutre entro il 2050 e suggerire modelli, strategie da seguire, sfruttando anche le tecnologie digitali per questo si parla di “smart cities” sempre più a “misura d’uomo” . Tutte azioni che l’UE finanzia con la Missione UE per le Smart Cities dal 2022, impegnando risorse per 360 milioni di € in finanziamenti.

Le città della Missione dovranno avviare i percorsi di innovazione sempre più impegnativi nella mobilità pulita, l’efficienza energetica e l’urbanistica verde elementi tutti dei primi “contratti per il clima” stretti nell’aprile 2023 che le città sono chiamate ora a rispettare e mettere in pratica. Il marchio verde permette di facilitare l’accesso a fondi dell’UE, nazionali e regionali e a fonti di finanziamento quali, in particolare, investimenti privati. Ma quali sono le iniziative cittadine più meritevoli in tema di sostenibilità green dei territori urbani?

Quali sono le città verdi europee e perché?

Spunti interessanti in tema di sostenibilità vengono senz’altro da un Premio europeo collaterale alla Missione: l’European Green Cities 2025 Awards che individua le città con l’approccio green più spiccato, istituito nel 2010 prim’ancora dello sviluppo dei piani di Green Deal europeo.

Qual è la città più verde d’Europa? Nel 2023 è Vilnius (Lituania) la Capitale verde europea per aver ridotto con successo le emissioni attraverso l’aumento delle fonti di energia rinnovabile, la ristrutturazione delle infrastrutture di riscaldamento per diventare climaticamente neutre entro il 2030.

Qual è invece la città più verde d’Italia? La piccola Treviso si è aggiudicata il “Green Leave 2023” premio per le città verdi con minore densità di abitanti, insieme a Viladecans (Spagna) per i suoi sforzi nel coinvolgere le comunità nella transizione verde attraverso un attivo “storytelling”, l’uso della “gamification” per coinvolgere i giovani e soprattutto per i risultati raggiunti (ad esempio, il raddoppio del numero di alberi in città). A Treviso andranno 200.000 euro direttamente dall’UE per sostenere questi progetti e diversi benefits in termini di visibilità e collaborazioni istituzionali.

Queste le iniziative di successo che, come vediamo vengono anche ben sostenute finanziariamente dall’UE, ma quali sono i risultati concreti dei territori nella lotta ai cambiamenti climatici e per l’ambiente e la sostenibilità dei territori?

EU MISSIONS 100 CLIMATE-NEUTRAL AND SMART CITIES
Immagine tratta dal Report EU MISSIONS 100 CLIMATE-NEUTRAL AND SMART CITIES (EU – Ottobre 2023)

Neutralità climatica a che punto siamo? Lo stato europeo delle Città e delle Regioni

Qualche spunto interessante viene dal Report annuale del Comitato europeo delle Regioni, “The State of Region and Cities 2023”, una vera e propria miniera di informazioni su come vive la popolazione europea a livello locale con focus su ambiente e clima, salute (specie nel post-Covid), demografia, sviluppo del digitale, alimentazione, diritti e politica.

Si scopre, per esempio, che le regioni e le città dell’UE contribuiscono al raggiungimento di ben 105 dei 169 obiettivi di sviluppo sostenibile. Il 45% delle Città e delle Regioni ha già anche fissato un proprio obiettivo di neutralità climatica più obiettivo dell’obiettivo generale dell’Unione. Eppure, l’Europa ha bisogno di investimenti per l’adattamento climatico a un tasso stimato di 40 miliardi di euro all’anno.

Nel corso degli ultimi due anni oltre alla Missione sulla neutralità climatica, le iniziative a favore degli enti locali si sono moltiplicate: dal Patto europeo dei sindaci, all’Accordo sulle città verdi e le altre missioni dell’UE sull’adattamento ai cambiamenti climatici.

Regioni e città dell’UE che attuano gli OSS nel 2023
Fonte – Raccolta del CdR sulla base del CdR/UNSDSN/OCSE194 pubblicata ne “Lo stato delle regioni
e delle città” Ed. 2023

Città e Regioni verdi europee, fari della transizione green europea

Questi dati testimoniano il ruolo cruciale per la neutralità climatica che Regioni e Città metropolitane possono giocare nella corsa agli obiettivi del Green Deal, in mezzo a limiti oggettivi derivanti dai cambiamenti climatici sempre più difficili da gestire (pensiamo ai fenomeni siccitosi o alluvionali più recenti in Italia, ma anche in Francia), povertà energetica diffusa (40 milioni di cittadini dell’UE non sono stati in grado di mantenere adeguatamente calda la propria casa), dispersioni demografiche (entro il 2033 ben 30 milioni di persone lasceranno le zone rurali europee) e sfide ancora da raccogliere senza finanziamenti adeguati.

Fondamentale allora sarà l’apporto consulenziale, oltre che finanziario, dell’Europa e lo scambio di buone pratiche e la loro condivisione per rendere quelle 100 città europee della Missione, i veri fari di una transizione green che parta dai bisogni del territorio.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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