La mobilità condivisa, o sharing mobility, è in espansione in Italia. Questo è quanto emerge dal settimo Rapporto nazionale sulla sharing mobility presentato a ottobre a Roma in occasione della conferenza LESSCARS: decarbonization of urban mobility. La sharing mobility è una delle alternative a disposizione dei cittadini per promuovere la mobilità sostenibile. Permette infatti di optare per l’utilizzo di mezzi a noleggio o in condivisione, alternativamente all’uso di un mezzo privato.

Inoltre, l’Unione europea ha dichiarato di voler supportare economicamente gli operatori che realizzeranno infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. In questo modo la transizione ad una mobilità sostenibile in Italia potrebbe accelerare, diventando più accessibile e funzionale.

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Sharing mobility in aumento in Italia: i dati

La conferenza LESSCARS: decarbonization of urban mobility è stata organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, promosso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit), dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile di Cassa Depositi e Prestiti.

Nel rapporto presentato durante la conferenza emerge che il 2022 è stato un anno molto positivo per la sharing mobility in Italia. L’utilizzo di veicoli a noleggio è cresciuto del 41% rispetto al 2021, per un totale di circa 49 milioni di viaggi. Il numero di mezzi a disposizione degli utenti è passato da 89 mila a 113 mila unità, il 95% delle quali a zero emissioni.

L’Ue sosterrà chi realizza punti di ricarica per i mezzi elettrici

L’associazione italiana Motus-E, nata per favorire la transizione nazionale dei trasporti verso una mobilità sostenibile, ha pubblicato a inizio settembre i dati sull’utilizzo di auto elettriche in Italia. Nel Paese 205.000 persone viaggiano su mezzi elettrici e i punti di ricarica sono 45.210. In particolare, per quanto riguarda questi ultimi, arrivano buone notizie dall’Unione europea.

L’Ue intende infatti stanziare un finanziamento di oltre 227 milioni di euro per sostenere gli operatori che realizzeranno infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Di questi, 133,8 milioni andranno a Tesla, che dovrà realizzare 6.458 punti di ricarica elettrica per veicoli leggeri in 16 Paesi dell’Ue, Italia inclusa.

Ad Atlante Srl, la società del Gruppo Nhoa dedicata alla rete di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici, andranno 49,9 milioni per colonnine di ricarica standard e veloce in Italia, Spagna, Francia e Portogallo. Italiana Petroli potrà contare su 29,3 milioni di euro dal bilancio Ue per l’installazione di oltre mille stazioni di ricarica per veicoli leggeri e pesanti. Infine, Enel X Way beneficerà di 14,8 milioni per il suo progetto di stazioni di ricarica ad alta potenza in Italia e Spagna.

Tra queste società, Atlante Srl sarà la prima per numero di colonnine installate in Italia. L’azienda potrà contare infatti su un secondo finanziamento di 20 milioni in arrivo dalla Francia, arrivando così ad installare complessivamente 1.800 punti di ricarica. Di questi, 153 saranno collocati in Italia. Secondo le previsioni dell’azienda, se il ritmo di installazione acquisito continuasse a crescere, entro il 2030 potrebbe essere in grado di realizzare 35 mila punti di ricarica.

Mobilità sostenibile: l'Italia tra sharing mobility ed elettrico

Foto di Ather Energy su Unsplash

L’Italia accelererà nella transizione ad un mobilità sostenibile

Grazie al finanziamento Ue anche l’Italia, attualmente fanalino di coda tra i Paesi europei per quanto riguarda la transizione alla mobilità elettrica, potrebbe accelerare verso una mobilità sostenibile. Il mercato delle auto elettriche sta infatti crescendo, ma restano alcune problematicità legate alla tenuta della carica delle batterie delle auto nel caso di spostamenti lunghi, risolvibili con la realizzazione di una fitta rete di punti di ricarica.

Sulla base dei dati sulla sharing mobility e la maggior funzionalità delle auto elettriche, l’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility ha presentato dunque uno scenario positivo per la decarbonizzazione dei trasporti e la transizione ad una mobilità sostenibile.

Infatti, secondo il Piano Nazionale Energia e Clima la percentuale di mezzi privati dovrebbe diminuire di circa 4,5 milioni di auto entro il 2030. Di queste, 6,6 milioni saranno macchine elettriche e ibride plug-in. A questo si sommerebbe un aumento del 30% dell’offerta di trasporto pubblico e di sharing mobility. In questo modo, sarebbe possibile ridurre le emissioni di 18 milioni di tonnellate di gas serra.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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