La gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) va oltre le aspettative nazionali: lo conferma il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) in alcuni recenti incontri con le associazioni di settori. Associazioni che si occupano sia di raccolta che, sempre di più di soluzioni per il riutilizzo della gomma per nuove applicazioni industriali.

Una risorsa preziosa, dunque, la gomma riciclata dai PFU, che ha una “seconda vita” decisamente più interessante della prima, dagli impatti ambientali positivi e spesso, davvero inaspettati.

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Raccolta degli Pneumatici: oltre gli obiettivi ministeriali

Ecopneus, uno dei principali consorzi senza scopo di lucro per la gestione dei PFU in Italia, attesta che nel 2023 sono stati raccolti oltre 187.000 mila tonnellate di pneumatici su tutto il territorio nazionale, superando del 12% il target di legge. In giro per il Paese ci sono oltre 65.800 missioni di raccolta e 23 mila gommisti ai quali conferire lo pneumatico ormai a fine vita.
Un trend positivo confermato anche dal Gruppo SAFE – che riunisce diversi consorzi ambientali dediti al riciclo- che conferma il superamento della media nazionale di recupero del PFU: nel 2023 il Gruppo ha preso in carico attraverso il suo Consorzio “Pneulife”, ben 16.223 tonnellate sulle 384mila tonnellate dichiarate dal MASE.

Sebbene i dati siano così positivi non mancano le osservazioni sulle criticità sul meccanismo alla base della gestione dello pneumatico da parte dell’intera filiera.

Gestione degli pneumatici fuori uso: fra ritardi nello smaltimento e soluzioni

Una delle problematiche centrali della gestione dei PFU in Italia riguarda le tempistiche dello smaltimento degli pneumatici fuori uso raccolti (dai Consorzi) e conservati dai gommisti per il successivo conferimento a ditte specializzate.

Nonostante il pagamento annuale di un contributo per finanziare lo smaltimento, spiega l’associazione di categoria Federpneus, le gomme si accumulano sui piazzali ed espongono i gommisti a sanzione. Il Gruppo SAFE stima a proposito, che nella maggioranza dei casi l’attesa del servizio varia da tre a nove mesi, nel 38% da uno e tre mesi, e solo il 6% viene erogato entro un mese dalla richiesta. Come risolvere la situazione?

Le soluzioni possibili partono da un maggiore impegno dei Consorzi sulla raccolta e sulla tracciabilità del PFU durante tutto il processo di ritiro. Più attenzione sui documenti di carico e sulla formazione di quei soggetti ed enti incaricati delle verifiche, in particolare sul peso dello  pneumatico che incide sulla sua rendicontazione economica. Un’altra soluzione è organizzare la raccolta per piccole zone o per provincia, in proporzione al numero degli abitanti: una soluzione più coerente con la realtà del territorio; ciò eviterebbe di penalizzare la raccolta in zone logisticamente ed economicamente meno convenienti.

Ma perché la raccolta ed il recupero sono così importanti?

Cosa si può fare con gli pneumatici recuperati?

Fra i motivi che spingono al recupero degli pneumatici ci sono senz’altro i risvolti ambientali immediati: Ecopneus stima che una gestione dei PFU contribuisca ad un risparmio di 127 milioni di euro, eviti la produzione di 300 mila tonnellate di CO2 e di utilizzare 336 mila tonnellate di altre materie prime. Il Report “Riciclo in Italia” 2023 della Fondazione per lo sviluppo sostenibile conferma che nel 2022 la Commissione UE ha classificato la gomma riciclata da PFU al terzo posto (dopo plastica e tessile) tra i materiali su cui sviluppare criteri di fine vita.

La gomma dei PFU “riciclata” è presente da diversi anni su quasi 7000 km di strade italiane e ha contribuito a migliorare la sicurezza stradale, abbattendo costi di manutenzione e rumore del traffico (fino a 5 dB). Ecopneus ha presentato nel 2020 innovative barriere di sicurezza stradale a tutela dei motociclisti, e pavimentazioni antirumore sviluppate da Anas sfruttando tecnologie warm e materiali eco-compatibili come il polverino di gomma riciclata. Altre ricerche sperimentali hanno riguardato la realizzazione di campi da calcio in erba sintetica Tyrefield, per i campi di Serie A di Atalanta e Bologna e molte sono le produzioni di pneumatici con materiali bio-based.

Come sensibilizzare al riciclo degli pneumatici?

Come per lo sviluppo di altre filiere del riciclo simili, essenziale resta la comprensione del valore dello pneumatico “recuperato”. È per questa ragione che da 12 anni Ecopneus con Legambiente rinnova il Progetto “Per un corretto riciclo degli pneumatici fuori uso” per le scuole secondarie di primo e secondo grado con percorsi di sensibilizzazione sull’economia circolare della gomma e un Premio per la migliore comunicazione sull’argomento.

Nel marzo scorso due scuole umbre hanno vinto il Premio con due contenuti video che testimoniano il grande valore dello pneumatico a “nuova vita” e hanno ricevuto un campo removibile per il basket 3×3, realizzato in gomma riciclata da PFU. Un’applicazione che rientra fra le 11 superfici sportive in gomma riciclata donate dal Progetto Legambiente-Ecopneus dal 2012, che hanno permesso di riqualificare palestre e dotare le scuole di nuove infrastrutture sostenibili, a conferma che più il passaggio da “Pneumatico fuori uso” a “Pneumatico a nuovo uso” è possibile e anche molto conveniente.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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