Secondo studio pubblicato nel 2023 da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), la qualità dell’aria che respiriamo tra le mura domestiche o nei luoghi di lavoro può influenzare la nostra salute tanto quanto l’inquinamento urbano, se non di più.

Considerando che si passa circa il 90% del nostro tempo in spazi chiusi, il problema diventa evidente. Cosa possiamo fare per rendere più pulita l’aria che respiriamo a casa e in ufficio?

Un pericolo nascosto per la salute

Quando si parla di inquinamento atmosferico, l’attenzione si concentra quasi sempre sull’aria che respiriamo all’aperto. Tuttavia, secondo studi recenti condotti da ENEA e dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, l’aria all’interno di case, uffici, scuole e altri spazi chiusi può contenere concentrazioni di polveri fini (PM2.5) e ultrafini (PM0.1) quasi cinque volte superiori rispetto all’esterno, con punte eccezionali anche 100 volte maggiori. Le analisi sono state condotte per sei mesi in un campione di 100 case e uffici tra Milano e Roma.

Questo fenomeno fa riflettere, considerando che la maggior parte delle persone, tra lavoro, casa e altre attività personali, trascorre fino al 90% del proprio tempo in ambienti chiusi e li ritiene posti sicuri dagli inquinanti esterni. In realtà, tali spazi possono trasformarsi in serbatoi di sostanze nocive, con conseguenze importanti per la salute umana.

Tra le principali fonti di inquinamento indoor, oltre a quello proveniente dall’esterno, figurano prodotti di uso quotidiano come detergenti, profumi per ambienti e materiali da costruzione. Questi emettono composti organici volatili (VOC), formaldeide e altre sostanze chimiche dannose, che possono interagire con l’aria esterna già inquinata, amplificando gli effetti negativi sulla salute, non solo fisica ma anche mentale, causando stress, affaticamento e difficoltà cognitive.

Cosa fare per avere un’aria pulita negli ambienti chiusi?

Nonostante la gravità del problema, in molti Paesi, compresa l’Italia, non esistono normative stringenti per il controllo dell’inquinamento indoor, a differenza di quello esterno. Tuttavia, adottare misure preventive è possibile, ed è essenziale per proteggere la salute delle persone. Aprire le finestre per favorire il ricambio d’aria è una soluzione semplice e immediata, ma non sempre sufficiente. Nei contesti urbani, ad esempio, l’aria esterna può essere saturazione di smog, polveri sottili e pollini, aggravando il problema.

Ecco alcune azioni semplici e concrete che possono fare la differenza e possono essere adottate sia dai cittadini nelle loro abitazioni, ma anche dalle aziende per migliorare gli ambienti lavorativi:

  • eliminare le sostanze inquinanti alla fonte: prodotti come vernici, colle, solventi e altri composti chimici emettono sostanze nocive nell’aria. È importante conservarli fuori dagli spazi abitativi, in aree ben ventilate, ed evitarne l’uso all’interno senza adeguate precauzioni
  • fare attenzione agli arredi e ai prodotti per la casa: tappeti, candele profumate, deodoranti per ambienti e mobili imbottiti possono essere fonti di allergeni e composti chimici volatili. Preferire materiali naturali o certificati a basse emissioni aiuta a migliorare la qualità dell’aria
  • scegliere piante che purificano l’aria: alcune piante da appartamento, come la sansevieria o il pothos, sono note per la loro capacità di assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria
  • monitorare l’aria indoor: strumenti di misurazione possono aiutare a identificare eventuali criticità, consentendo interventi mirati. Ad esempio, usufruire di sistemi di ventilazione e filtraggio può essere efficace per garantire aria salubre negli ambienti chiusi

Considerare l’inquinamento come un elemento cruciale nelle scelte quotidiane è un investimento per la propria salute, che può portare benefici a lungo termine. Agire ora per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo non solo è una decisione vantaggiosa per oggi, ma aiuterà a evitare che in futuro diventi una necessità urgente.

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Eva Ricevuto

Dottoressa in NTA, giornalista pubblicista e critica cinematografica. Sono una voce emergente nel giornalismo culturale con una profonda passione per il cinema, l'arte e lo spettacolo, il femminismo e le tematiche di genere.Amo sperimentare, intrecciare progetti diversi e dare voce a storie che meritano di essere raccontate.

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