Il Tycoon e l’eredità delle sue scelte politiche: chi è Donald Trump e quali sono stati i suoi provvedimenti più importanti.

La recente vittoria di Joe Biden su Donald Trump, non era affatto scontata; il primo ad ammetterlo era stato lo stesso Biden, il più vecchio candidato alla presidenza degli USA. Lo scontro alle urne per la conquista della Casa Bianca è stato serrato, e vinto infine da Biden per una manciata di voti. Alcuni credono che Biden non abbia un suo sex appeal come politico, come invece avrebbe la sua vice, l’afroamericana Kamala Harris. Altri, seppur non pienamente convinti, hanno votato Biden perché la sua era di fatto l’unica alternativa alla presidenza.

Chi è in realtà Donald Trump?

Sicuramene Donald John Trump è stato, e resterà per sempre il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America. Prima che politico è stato, e rimane, un importante imprenditore, business man, show man. Nato il 14 giugno del 1946 a New York, Trump ha studiato economia alla Wharton School in Pennsylvania. Nel 1968 diventa socio dell’azienda di famiglia, la “Elizabeth Trump & Son”, muovendo i suoi primi passi nell’imprenditoria newyorkese negli anni ’70, durante un periodo di forte espansione economica della città. Nel 1971, accumulati abbastanza fondi, rileva l’intera società ribattezzandola “Trump Organisation”. Con l’appoggio del padre Fred e della famiglia, il cui patrimonio si aggirava intorno ai 200 milioni di dollari, Trump inizia a spostare l’attenzione su di sé e diventa un vero e proprio brand.

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Proprio grazie alla credibilità del padre, Donald ha potuto accedere ai fruttuosi investimenti ad alto rischio. In pochi anni costruisce palazzi, hotel e campi da golf in giro per tutto il mondo, come l’Hotel Grand Hyatt, la Trump Plaza ed il club Mar-a-Lago in Florida. Negli stessi anni sorge uno degli edifici simbolo del suo brand: la Trump Tower di Manhattan. Nasce così l’imprenditore, quello che presto sarà ribattezzato “Tycoon”, dal giapponese “Taikun” (grande dominatore). Donald Trump, negli anni a venire, ha sempre più costruito il suo patrimonio sulla sua stessa persona, simbolo di se stesso e affermandosi in ogni modo possibile, dagli affari al gossip.

Vita politica

Donald Trump ha iniziato a mostrare il suo interesse per la politica dal 2000. Uomo di spicco, interessato alla presidenza, concorre proprio in quell’anno alle primarie del Partito Riformista, ma senza successo. Trump aderì quindi dapprima al Partito Democratico e poi al Partito Repubblicano. Otto anni dopo, durante la trasmissione televisiva “Larry King Live” della CNN, ufficializza infatti il suo appoggio al Senatore Repubblicano John McCain per le presidenziali, che però venne battuto alle urne da Barack Obama.

Nel 2016 prese parte in prima persona alle primarie repubblicane. Ottenuto il maggior numero di delegati divenne quindi il candidato del partito per le presidenziali. Donald Trump impostò la sua campagna elettorale su posizioni populiste, liberal-conservatrici e isolazioniste. Contro ogni previsione, l’8 novembre 2016, con uno “scacco matto” alla rivale democratica Hillary Clinton, vinse le presidenziali. Conseguì inoltre la maggioranza del collegio elettorale che, il 19 dicembre 2016, lo nominò formalmente come nuovo capo di Stato. Il 20 gennaio 2017, Donald Trump varcò la porta della Casa Bianca come 45° presidente degli Stati Uniti d’America.

Le principali mosse del 45° Presidente USA: cosa lascia al nuovo Presidente?

Fin dai primi giorni nella Sala Ovale Trump ha mantenuto alcune delle promesse fatte in campagna elettorale. Ha cioè emanato una serie di provvedimenti volti a ridurre le politiche e i regolamenti che erano stati messi in atto dall’amministrazione di Barack Obama.

Politica interna e sicurezza nazionale

Trump si è sicuramente focalizzato sul contrasto all’immigrazione dai Paesi ritenuti potenzialmente a rischio per la problematica del terrorismo e da quelli centroamericani. Ha emanato diversi ordini ufficiali molto restrittivi per i primi e, mantenendo fede alla campagna elettorale, si è politicamente battuto per dare carattere permanente al “muro” di confine con il Messico; tra il 2018 e 2019, l’amministrazione trumpiana è riuscita a trovare i fondi dal bilancio della sicurezza nazionale proprio per la costruzione di questa barriera. Per quanto riguarda i cittadini americani, Donald Trump ha sempre giuridicamente difeso il diritto al possesso delle armi da fuoco ed il mantenimento della pena di morte per i reati più violenti.

Politica economica e commerciale

Il mandato di Trump ha visto varare una vera e propria riforma fiscale nel 2017. Il Presidente ha offerto alle società e ai gruppi finanziari un enorme sconto in materia tributaria, innalzando enormemente i redditi delle fasce più ricche della popolazione ma anche di quelle più povere e creando maggiori opportunità lavorative. Volendo sostenere l’economia, e soprattutto la produzione made in USA, Trump ha più volte utilizzato, nel corso della sua presidenza, l’arma dei dazi doganali, scontrandosi con la Germania e soprattutto con la Cina.

Conflitti esteri

Per quanto riguarda la politica estera il Presidente Trump ha sempre generato un’ampia polemica. Pur non condividendo le scelte dei suoi predecessori in materia di interventismo nei conflitti stranieri, i suoi ordini esecutivi hanno portato gli Stati Uniti ad atti di intervento diretto in Paesi esteri, al coinvolgimento in prima linea e ad uno spiegamento oltre i confini nazionali di alcune migliaia di soldati in più rispetto alle amministrazioni precedenti.

Meglio la Russia dell’Europa, ma non parlate a Trump della Cina

Donald Trump si è sempre mosso cercando il sostegno diplomatico dello Zar di Russia, Vladimir Putin; forte, infatti, la volontà di un ricongiungimento politico ed economico con Mosca. Sicuramente invece il 45° Presidente americano non vedeva di buon occhio l’UE, concetto confermato dal sostegno alla Brexit. Per Trump l’UE potrebbe essere definita come “un’organizzazione potenzialmente d’intralcio alla leadership europea nel Vecchio Continente”.

Il vero “fumo negli occhi” per Trump è stata invece la storica rivale di sempre: la Cina. La competizione tra Pechino e Washington si è intensificata negli ultimi anni. Una sicura rivalità tra USA e Cina si è instaurata su vari fronti: commercio, lotta tecnologica per il 5G e per le infrastrutture digitali.

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Paolo Guidali

Paolo Guidali

Paolo Guidali, blogger e aspirante pubblicista. Ha scritto per Varese Press e oggi collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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