Misure anti Covid per tornare in classe in Europa. 

Scuola: ripartenza in sicurezza nei Paesi europei. Come l’Italia, anche gli altri Paesi europei hanno seguito un protocollo di prevenzione per la riapertura in sicurezza delle scuole. Vediamo le misure di prevenzione mantenute o allentate, che hanno adottato alcuni Paesi per favorire il ritorno in presenza degli studenti, monitorando il quadro epidemiologico.

Regno Unito e vaccini

Come si apprende da un articolo della BBC, la prima forma precauzionale adottata dal Regno Unito è ovviamente il vaccino: in Inghilterra e in Scozia, infatti,  gli studenti tra 12 e 16 anni risultano aver ricevuto la prima somministrazione di  Pfizer per limitare l’interruzione scolastica. L’invito a vaccinarsi è stato esteso nella prima settimana di settembre anche in Galles mentre nell’Irlanda del Nord bisognerà aspettare ottobre. In tutto il Regno Unito gli alunni sono stati incoraggiati a effettuare un tampone ogni due settimane: in caso di positività l’alunno sarà in quarantena per 10 giorni.

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Scuola, ripartenza: flessibilità in UK eccetto la Scozia

Nelle scuole dell’Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord  è stato allentato il distanziamento sociale mentre in Scozia sono rimaste tutte le restrizioni, in particolare il distanziamento rigoroso di 1 metro tra insegnanti e studenti. Addio mascherine in Inghilterra e Galles mentre in Scozia e Irlanda del Nord continueranno a utilizzarle per tutto il primo semestre. Il Dipartimento per l’Istruzione si è impegnato a fornire 300.000 monitor di anidride carbonica alle scuole in Inghilterra da settembre, per aiutare a identificare dove il flusso d’aria è limitato e i virus possono diffondersi più facilmente. Il Dipartimento dell’Istruzione ha anche pubblicato un elenco di misure da adottare qualora si verificasse un focolaio. Le misure elencate includono la possibilità di classi e assemblee all’esterno e miglioramento della ventilazione all’interno.

In Francia se sei positivo, ma vaccinato, vai a scuola!

Dobbiamo continuare a vivere, educare e imparare con il virus,” ha affermato il Primo Ministro Macron, il primo giorno di scuola rivolgendosi a tutti gli studenti francesi. In Francia persistono tutte le misure di restrizione, come riporta il France24: i bambini sono obbligati a tenere la mascherina dai 6 anni, lavarsi continuamente le mani, le aule devono essere continuamente ventilate e gli sport di contatto sono banditi. Le scuole stanno organizzando regolarmente le vaccinazioni: per gli studenti dai 12 ai 16 anni serve il consenso dei genitori. Ad oggi, comunque, il 63% della popolazione studentesca risulta aver ricevuto la prima dose. Nelle scuole primarie, se un bambino risulta positivo la classe resterà in isolamento per 7 giorni, per le medie e superiori chi risulta positivo e non vaccinato resterà a casa per sette giorni, se vaccinato invece continuerà ad andare a scuola. 

La Spagna tra prevenzione e “class bubbles

Il riscontro positivo della campagna vaccinale fa pensare a un rientro in classe di 25 persone e non un massimo di 20 com’era stato inizialmente deciso. Alla primaria si potrebbe arrivare anche a 30 in alcune regioni; anche gli studenti delle superiori potranno tornare al 100% in presenza abbandonando la didattica mista (presenza e online). L’esperimento delle bolle sociali di classe (class bubbles), come riporta il The Local, continuerà nelle scuole dell’infanzia e primarie, quindi tutti i bambini non dovranno mantenere la distanza con i loro compagni di classe ma solo nei corridoi o nei parchi giochi. Se il numero epidemiologico scenderà sarà permesso loro interagire anche con i compagni delle altre classi senza distanziarsi. Per quanto riguarda le altre misure anti Covid, ancora mascherine, distanziamento per le classi secondarie, igienizzazione delle mani, ventilazione e turnazione negli orari di pranzo e  nell’uso dei parchi giochi.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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