Centinaia, gli eventi del Festival dello sviluppo sostenibile.

Dal 28 settembre al 14 ottobre si tiene, sia in presenza che online, la quinta edizione del Festival dello sviluppo sostenibile. L’iniziativa vuole sensibilizzare e mobilitare cittadini, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Il Festival propone un cambiamento culturale e politico per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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Il Festival è organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), una rete di organizzazioni della società civile italiana, ed è frutto della collaborazione di tutti i cittadini. Infatti i singoli eventi sono organizzati da chiunque in tutt’Italia. In programma oltre 700 eventi di cui 18 di rilevanza nazionale perché, come ha detto Marcella Mallen, una dei Presidenti dell’ASviS, “la voce delle decine di migliaia di giovani che ormai da tempo riempiono le piazze nel nostro Paese e nel mondo non devono restare inascoltate”. 

L’agenda 2030 delle Nazioni Unite

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è stata sottoscritta nel 2015 dai Paesi membri dell’ONU. L’Agenda è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità ed è costituita da 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.

Gli obiettivi fanno riferimento alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, quella economica, sociale ed ecologica. Gli obiettivi si prefiggono di sconfiggere la povertà e la fame, promuovere salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, pace e giustizia. Ma anche di disporre di acqua e energia pulite e accessibili, lavoro, crescita economica, innovazione e infrastrutture. Inoltre mirano a ridurre le disuguaglianze, aumentare città e comunità sostenibili e fermare il cambiamento climatico.

Tutti i Paesi devono definire la propria strategia per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ciascun Paese, inoltre, viene valutato annualmente in sede Onu e ogni quattro anni si svolge un dibattito in sede di Assemblea Generale con i Capi di Stato e di Governo.

A che punto è l’Italia nel raggiungimento degli obiettivi?

Un’analisi del raggiungimento dell’Italia degli obiettivi di sviluppo sostenibile è compiuta anche dal sesto Rapporto annuale dell’ASviS “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Il rapporto è stato presentato il 28 settembre durante l’apertura del Festival dello sviluppo sostenibile ed è stato realizzato da oltre 800 esperti.

Dal rapporto ASVIS emerge che tra il 2019 e il 2020 l’Italia mostra segni di miglioramento solo per tre obiettivi. Sono quelli relativi a sistema energetico (obiettivo 7), lotta al cambiamento climatico (obiettivo 13) e giustizia e istituzioni solide (obiettivo 16). Rimangono stabili tre obiettivi: alimentazione e agricoltura sostenibile, acqua e innovazione. Sono peggiorati invece gli indicatori relativi a 9 obiettivi. Tra questi povertà, salute, educazione, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, condizioni delle città, ecosistema terrestre e cooperazione internazionale.

Le proposte concrete del Festival dello sviluppo sostenibile

“L’adozione e l’avvio dell’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur con alcune riserve, ci fanno almeno sperare”, dichiarano Marcella Mallen e Pierluigi Stefani, presidenti dell’ASviS, ma “se non interverranno cambi di passo decisi, infatti, l’Italia non conseguirà gli obiettivi dell’Agenda 2030”.

L’ASviS presenta, all’interno del Rapporto e durante il Festival dello sviluppo sostenibile, un insieme di proposte concrete. Tra queste, inserire in Costituzione il principio di sviluppo sostenibile e assumere come guida delle politiche nazionali gli impegni internazionali sul contrasto ai cambiamenti climatici e sulla perdita di biodiversità.

Ma anche riformare l’esistente sistema di welfare per renderlo equo e universale, semplificando le procedure e l’accesso ai servizi. Infatti, rispetto a questo obiettivo, l’Italia mostra un andamento di lungo periodo negativo. Negli ultimi 15 anni il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è leggermente aumentato.

Festival dello sviluppo sostenibile

L’occupazione giovanile è al centro dell’Agenda 2030

La situazione italiana sul tema della povertà e delle disuguaglianze è aggravata dalla disoccupazione giovanile. In Italia i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano (NEET, Neither in Employment or in Education or Training) sono aumentati nel tempo, soprattutto nel Sud Italia. A fine 2020 la quota di NEET ha raggiunto il 23,3%, uno dei livelli peggiori tra le economie avanzate. Secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il tasso di disoccupazione giovanile è salito ulteriormente, raggiungendo il 33,8% nel gennaio 2021.

Gli interventi normativi, come il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, non sembrano aver prodotto risultati apprezzabili. Inoltre, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non è stato incluso un pilastro autonomo dedicato alle politiche giovanili, contrariamente a quanto suggerito a livello europeo.

Durante il Festival dello sviluppo sostenibile si è tenuto, il 4 ottobre, l’evento “Il patto per l’occupazione giovanile”. All’iniziativa hanno partecipato il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando e le parti sociali. “L’occupazione giovanile è un tema centrale per l’Agenda 2030: riguarda i diritti delle generazioni che verranno”, ha commentato Pierluigi Stefanini dell’ASviS, “abbiamo il dovere di garantire che possano avere le stesse opportunità di cui abbiamo beneficiato noi”.

“Necessario un patto per l’occupazione giovanile”

Nell’evento del Festival dello sviluppo sostenibile si è discusso di come stimolare l’occupazione, l’apprendimento e i redditi, avvalendosi delle innovazioni disponibili. La conferenza si è concentrata sulle soluzioni con una visione di lungo respiro per raggiungere gli obiettivi Onu. L’ASviS ha proposto la nascita di un Patto per l’occupazione giovanile. Il Governo con le parti sociali dovrà prendere impegni concreti per risolvere il problema della disoccupazione giovanile e ridurre la percentuale di giovani che non studiano e non lavorano.

Il Ministro Orlando nel suo intervento si è detto favorevole al Patto, “so che il gruppo di lavoro nel Ministero ha avviato un dialogo su questo anche con alcuni di voi che sono qui oggi, e per questo ho chiesto loro di ragionare anche su come si possa contribuire a sviluppare un progetto che sia davvero attuabile e soprattutto poi attuato. Insomma, che questi non rimangano poi solo buone intenzioni”.

Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), durante la partecipazione all’evento ha dichiarato: “Cogliamo volentieri l’invito dell’ASviS a definire un Patto per l’Occupazione giovanile come strumento per sistematizzare le misure a impatto generazionale e per promuovere un approccio integrato alla strategia per i giovani e all’elaborazione di politiche giovanili”.

Il CNG propone di integrare il Patto con alcune misure come il contrasto ai tirocini non retribuiti, una riforma dell’apprendistato e l’allocazione di incentivi per l’autoimprenditorialità. Infine, il Consiglio Nazionale dei Giovani chiede una riforma dei servizi pubblici per l’impiego, innalzando i livelli di competenze degli operatori e assumendo figure specialistiche.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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