Domenica 22 ottobre 2023, in Argentina, si terranno le elezioni: si voterà per eleggere il nuovo presidente e rinnovare il Congresso nazionale, ossia metà dei deputati e un terzo dei senatori. Se nessun candidato, come prevedibile, dovesse raggiungere la soglia del 45% dei voti (o il 40% con almeno dieci punti di scarto sul secondo), gli argentini dovranno presentarsi nuovamente ai seggi domenica 19 novembre 2023.

Nei sondaggi, come riporta Affari Internazionali, sarebbero in testa Javier Milei e Sergio Massa: il primo sta conducendo una campagna antisistema, anarcoliberista e ultraliberale; il secondo, invece, è l’attuale Ministro dell’Economia e abbraccia una visione progressista.

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Le elezioni rappresentano un punto di svolta per il Paese, attualmente alle prese con l’iperinflazione, pari al 138%, il crollo del valore del peso (la moneta argentina) e la crisi di liquidità della Banca centrale.

I candidati alle elezioni argentine

Secondo gli ultimi sondaggi, i candidati con le più alte possibilità di arrivare al ballottaggio del 19 novembre sono Javier Milei e Sergio Massa. Segue, a poca distanza Patricia Bullrich.

  • Javier Milei: Dopo aver acquisito notorietà come personaggio radiofonico e televisivo, veicolando spesso messaggi identitari e conservatori, è stato eletto al Congresso nel 2021. È un economista ultraliberale che è riuscito a capitalizzare la frustrazione del popolo argentino, dovuta alla grave situazione economica, attraverso proposte populiste e antisistema. Guida la coalizione La Libertad Avanza.
  • Patricia Bullrich: È stata Ministro della Sicurezza dal 2015 al 2019, sotto la Presidenza di Mauricio Macri. È la candidata per la coalizione conservatrice Juntos por el Cambio. Tra le sue battaglie ci sono il contrasto della criminalità, la riduzione della spesa pubblica e l’adozione del bimonetarismo come soluzione alla crisi economica.
  • Sergio Massa: È il candidato di Unión por la Patria, coalizione peronista che raccoglie i partiti dell’attuale governo, guidato da Alberto Fernandez, che ha deciso di non ricandidarsi. È l’attuale ministro dell’Economia.

Gli altri candidati, Juan Schiaretti, della coalizione di centro Hacemos por Nuestro País, e Myriam Bregman, che rappresenta la coalizione Frente de Izquierda y de Trabajadores – Unidad, si attestano su percentuali più basse.

Sergio Massa, attuale Ministro dell'Economia del governo di Alberto Fernandez. Corre alle elezioni con la coalizione "Unione per la Patria".

Sergio Massa, attuale Ministro dell’Economia, a colloquio con il Presidente argentino Alberto Fernandez.

La situazione socio-economica alla luce delle elezioni in Argentina

L’Argentina sta vivendo una profonda crisi economica. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale prevedono una diminuzione del 2,5% del PIL entro la fine del 2023 e un gravoso aumento dell’inflazione, che si prevede possa superare il 170%. Da segnalare, poi,  come la Banca Centrale abbia dovuto alzare il tasso di interesse a un livello record del 133% per provare a tamponare l’iperinflazione.

Questa crisi, che va avanti da molto tempo, è stata aggravata, negli anni, da un lockdown molto severo, da una siccità eccezionale che ha danneggiato i settori chiave dell’agricoltura e dell’allevamento e dal debito massiccio contratto con il FMI e i creditori internazionali. Attualmente, si stima che oltre il 40% degli argentini viva in uno stato di povertà relativa.

Il peronismo

Come riporta Orizzonti Geopolitici, l’Argentina è un Paese politicamente influenzato dal peronismo, un’ideologia basata sul pensiero di Juan Domingo Perón e di sua moglie Evita. Nella sua forma originaria, corrisponde a una sorta di Terza Via tra comunismo e capitalismo, con tendenze autoritarie e un’attenzione per la giustizia sociale e la ridistribuzione del reddito.

Questa ideologia ha dominato la politica argentina per decenni ed è stata adottata indistintamente sia dalla sinistra che dalla destra.

Tuttavia, negli ultimi anni, il peronismo ha perso consenso a causa delle continue crisi economiche che hanno colpito il Paese e delle risposte inefficaci avanzate dalla classe politica. Fattori, questi, che hanno alimentato un generale senso di sfiducia verso i politici e le istituzioni e che hanno portato all’emergere di sentimenti e proposte antisistema. 

Un’eventuale vittoria di Sergio Massa rappresenterebbe la continuazione dell’esperienza di governo portata avanti dal centro-sinistra nell’ultimo mandato e un importante attestato di fiducia nei confronti della coalizione. Allo stesso tempo, una vittoria di Patricia Bullrich rappresenterebbe un passaggio di consegne tra sinistra e destra abbastanza usuale per la politica argentina. Se a trionfare dovesse essere Javier Milei, invece, le sue idee antisistema potrebbero ridisegnare l’assetto politico ed economico dell’Argentina, oramai preda, secondo molti analisti, di una polarizzazione politica in costante aumento.

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Marzio Fait

Marzio Fait

Marzio Fait. Mi occupo di comunicazione per il non-profit. Ho partecipato come observer alla COP 27 e alla COP28. Mi occupo di attualità, di diritti umani e di giustizia climatica. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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