Mercoledì 22 novembre Vladimir Putin ha partecipato al vertice online del G20 (gruppo dei 20 Paesi più industrializzati) convocato dal premier indiano Narendra Modi. Si è trattato di un evento senza dubbio importante, soprattutto se si considera che il presidente della Federazione Russa mancava all’appello da due anni.

Nonostante l’assenza dei presidenti di Stati Uniti e Cina e del premier britannico Rishi Sunak, l’occasione per tornare a sedere insieme attorno ad un “tavolo”, sia pur virtuale, ha rappresentato un momento altamente significativo. Un primo passo per cercare di scongelare un conflitto, quello russo-ucraino, che si è temporaneamente arenato.

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La situazione che si trova a vivere Putin

Secondo alcune analisi, il periodo che sta affrontando Putin è quello migliore da due anni a questa parte. È come se tutto andasse secondo le più liete speranze di Mosca. A questo proposito, l’attacco sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre ha rappresentato sicuramente un crocevia fondamentale.

L’attenzione degli occhi del mondo verso ciò che accade in Medio Oriente, rappresenta infatti per Putin un’occasione colossale. Innanzitutto costituisce un diversivo che permette alla macchina bellica russa di rifiatare, ma non solo. Anche di presentare il presidente russo nelle vesti che si era laboriosamente cucito addosso da anni, cioè quelle di mediatore e difensore della Carta delle Nazioni Unite.

Putin infatti vede più vicino il traguardo che aveva immaginato. Ovvero, la cessazione del conflitto con un prevedibile aumento territoriale. E a far propendere le cose verso un esito simile sono le difficoltà che incontra il Congresso americano nel voler continuare a sovvenzionare l’Ucraina finanziariamente e militarmente. Senza contare i crescenti malumori in seno all’Unione europea, emblematicamente carpiti dalle parole estorte alla premier italiana Giorgia Meloni, da parte dei due comici russi Vovan e Lexus. Il 18 settembre, fingendosi di essere Assouman, presidente dell’Unione Africana, il duo è riuscito a parlare direttamente con Giorgia Meloni. Durante la conversazione la premier ha riferito che “c’è stanchezza” rispetto alla guerra in Ucraina.

Putin al G20: mai rifiutato di negoziare con l’Ucraina e nessuna responsabilità sull’impennata inflattiva

Dopo due anni, quindi, il presidente russo si è presentato al consesso dei grandi ostentando una certa sicurezza e mettendo sin da subito le cose in chiaro. “La Russia non si è mai rifiutata di negoziare la pace con l’Ucraina. – ha osservato – Non è la Russia, bensì l’Ucraina ad annunciare pubblicamente il ritiro dal processo negoziale”.

Continuando, Putin ha poi polemicamente risposto ai propri interlocutori, dicendo che dovrebbero essere altrettanto scioccati non solo rispetto a ciò che sta accadendo in Ucraina, ma anche di ciò che avvenne nel 2014 in Donbass; o del sangue che continua a scorrere in Medio Oriente e in particolare nella Striscia di Gaza.

Aspetti che gli hanno consentito di estendere il discorso e di tracciare un quadro geopolitico più generale. “Nuovi potenti centri di crescita economica globale stanno emergendo e guadagnando forza”, ha detto. Gli indici commerciali e finanziari, ha affermato Putin, guardano sempre più all’Asia, all’Africa e all’America Latina, regioni, tra l’altro, che ospitano la maggior parte della popolazione mondiale. È dunque inconcepibile che vaste aree del pianeta vengano ancora oggi escluse dai processi decisionali, ha lasciato intendere.

Il presidente russo ha anche messo sotto accusa le politiche macroeconomiche sconsiderate di alcuni Paesi”. Quest’ultime sono state giustificate dalla necessità di combattere gli effetti della pandemia. Il contraccolpo ricevuto ha prodotto un’impennata generale dei prezzi, che ha messo in difficoltà soprattutto le economie dei Paesi in via di sviluppo. È questa l’origine reale del fenomeno inflattivo che il mondo ha sperimentato, ha affermato Putin, negando così ogni responsabilità.

Le conseguenze della partecipazione di Putin al G20

La partecipazione al vertice del presidente della Federazione Russa ha messo a dura prova il Paese che ha ospitato il vertice, cioè l’India, rivela il New York Times. Nuova Delhi si trova, infatti, stretta tra il legame con Mosca, che la rifornisce di gas a prezzo stracciato, e le partnership con Europa e Stati Uniti. L’India aveva infatti intenzione di focalizzare il vertice sul costo economico dei conflitti che patiscono le economie dei Paesi più poveri. Washington, invece, ha voluto forzare la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina nelle discussioni su ogni questione”, scrive il quotidiano della Grande mela.

Da qui le secche risposte di Putin, che non ha mancato poi di osservare come la Russia stia dando seguito a quanto promesso. Sia per quanto concerne il raggiungimento della neutralità carbonica (entro il 2060), sia per quel che riguarda il sostegno alimentare ai Paesi africani.

Tuttavia, il G20 porta a casa un riavvicinamento tra leader che prima o poi sarebbe dovuto avvenire. È ancora prematuro naturalmente ipotizzare scenari futuri. Così come è prematuro immaginare chi compirà il primo passo. L’aver riportato Putin attorno ad un tavolo, dopo due anni, rappresenta però un sicuro tassello da cui ripartire e poter iniziare a disegnare uno scenario di pace.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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