Con la legge di bilancio per il 2024 il congedo parentale è stato ampliato, portando l’indennizzo all’80% per due mesi, dunque un mese in più di quanto previsto in precedenza. Potranno usufruirne i neogenitori che hanno concluso un periodo di congedo obbligatorio dopo il 31 dicembre 2023.

La manovra è frutto di una crescente sensibilità verso temi quali la parità di genere, la ricerca di un equilibrio tra le figure genitoriali e la volontà di conciliare vita familiare e lavorativa. L’obiettivo è dare una mano alle famiglie italiane, nella speranza di aumentare i tassi di natalità, che registrano ogni anno record sempre più negativi.

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Il congedo parentale

Come riportato sulla pagina del Dipartimento per le politiche della famiglia[1] “il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro, concesso ai lavoratori e alle lavoratrici per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita”. Al congedo parentale è dedicato il Decreto Legislativo 151 del 26 marzo 2001, che disciplina i congedi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in relazione alla maternità e paternità di figli naturali, adottivi e in affidamento.

In Italia i mesi di congedo parentale sono complessivamente dieci per entrambi i genitori. Dunque ogni genitore può, nei primi 12 anni di vita del bambino, assentarsi dal lavoro per un periodo di 10 mesi. Non vi è alcuna differenza tra congedo parentale materno e paterno. Entrambi i genitori possono farne richiesta, anche contemporaneamente.

Per quanto generalmente si tenda a pensare al congedo parentale per i soli figli nati, ciò non è vero. La legge tutela anche i casi di affidamento e adozione. Sotto quest’aspetto si calcolano i 12 anni d’età dal momento della presa in carico.

Le novità per il 2024

Secondo la legge di bilancio per il 2024, i genitori lavoratori che hanno concluso il periodo di maternità o paternità obbligatorio dopo il 31 dicembre 2023, avranno la possibilità di fruire di due mesi di congedo parentale retribuito all’80%, fino a sei anni di età del figlio. I successivi sette mesi di congedo parentale, fruibili fino ai 12 anni, saranno invece coperti al 30%.

Dal 2025, il secondo mese di congedo parentale sarà invece coperto da una indennità pari al 60% della retribuzione. Resta del 30% l’indennizzo per i mesi successivi fino al raggiungimento del limite di 9 mesi.

I restanti periodi di congedo parentale non sono indennizzati, fino al raggiungimento del limite di 10 o 11 mesi (se il padre lavoratore esercita il diritto di astenersi dal lavoro in modo continuativo o frazionato per un periodo non inferiore a tre mesi).

Solo nel caso in cui il genitore abbia un reddito individuale inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione obbligatoria, anche i mesi restanti sono indennizzabili al 30% della retribuzione. La cifra dell’indennizzo viene calcolata sulla base del compenso recepito il mese precedente l’inizio della fase di congedo parentale.

congedo parentale

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Congedo parentale in Europa

Nel 2019 una direttiva dell’Unione Europea ha provato a disegnare delle linee comuni per congedo parentale. Nonostante questo, esistono ancora differenze tra un Paese e l’altro. La Spagna è tra le più avanti sul tema. Il congedo è fissato fino a 4 mesi per entrambi i genitori, con retribuzione al 100%.

In Svezia i genitori hanno diritto a circa 16 mesi di congedo parentale pagato. La suddivisione prevede 3 mesi riservati alla madre e altrettanti al padre. Il restante quantitativo potrà essere liberamente diviso tra i genitori e retribuito all’80%. In Germania vige un sistema più complesso, che fa ancora distinzione tra i due genitori. Sono previsti 12 mesi di congedo per il richiedente principale e 2 di bonus per l’altro partner.

Fonti:

[1] Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151: testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.

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Caterina Poli

Caterina Poli

Medico Chirurgo con focus sulla salute materno-infantile. Credo in un tipo di informazione chiara e accessibile a tutti, ma sempre rigorosa. Amo parlare di salute, benessere e diritti. Collaboro con Buonenotizie e partecipo al laboratorio di giornalismo costruttivo.

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