Il vertice informale dei capi di Stato e di Governo dell’Ue tenutosi il 3 febbraio a Bruxelles, alla presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte, ha avuto come tema centrale la difesa europea e lo sviluppo delle sue capacità.

In un panorama internazionale caratterizzato da grande instabilità, da crescenti attacchi ibridi e informatici contro gli Stati membri e dalla infuocata situazione in Medio Oriente, i leader dell’Ue hanno discusso dei modi migliori per utilizzare il bilancio europeo e di come mobilitare i finanziamenti privati e rafforzare i partenariati strategici. L’obiettivo è quello di dare seguito al progetto avviato a Versailles nel 2022, ossia di costruire una effettiva sovranità europea che sappia sempre più contare sui propri mezzi, evitando di delegare ad altri la propria sicurezza.

Difesa Ue: a Bruxelles le priorità per una difesa comune europea

Capacità, finanziamenti, partenariati sono state infatti le tre espressioni più ricorrenti durante il vertice. «Oggi abbiamo avuto il primo incontro dei leader europei dedicato esclusivamente alla difesa», ha affermato il portoghese Antonio Costa, presidente del Consiglio dell’Ue dallo scorso dicembre. Quest’ultimo ne ha approfittato per fare brevemente il quadro della situazione, ricordando gli impegni che gli Stati europei hanno deciso di assumersi in occasione del vertice di Versailles, nel marzo 2022, all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina.

«Di fronte alla crescita dell’instabilità, della competizione strategica e delle minacce alla sicurezza — recita la dichiarazione stilata nella cittadina francese — abbiamo deciso di assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza […] verso la costruzione della nostra sovranità europea, la riduzione delle nostre dipendenze e la messa a punto di un nuovo modello di crescita e di investimento per il 2030». Il vertice informale di Bruxelles si pone in continuità con quanto sottoscritto a Versailles, rinnovando l’impegno a mettere in sicurezza la difesa europea in modo migliore e con ancor più forza e rapidità.

Per quanto riguarda le capacità, l’Agenzia europea per la difesa, in collaborazione con la Nato, ha individuato tra le esigenze prioritarie quella di approntare una adeguata difesa aerea e missilistica, un piano di produzione di munizioni e missili e la facilitazione della mobilità militare. Sforzi che passano, evidentemente, dal rafforzamento dell’industria europea della difesa e dalla capacità di finanziamento dei Paesi membri.

Superare l’indecisione e costruire una reale autonomia europea

Durante il vertice Ue di Bruxelles, il presidente Costa ha inoltre ricordato che la spesa per la difesa comune europea è aumentata del 30% tra il 2021 e il 2024. I 23 Stati membri dell’Ue spendono mediamente per la sicurezza il 2% del loro PIL. «Dobbiamo continuare nella stessa direzione», ha aggiunto Costa, ma «abbiamo anche bisogno di sforzi europei per mobilitare maggiori investimenti pubblici e privati». Così come è necessario un partenariato sempre più stretto con la Nato, con cui l’Ue condivide un comune quadro di valori e una sinergia politica ultradecennale.

Per l’Ue è venuto il momento di agire da protagonista nello scacchiere internazionale, scegliendo di “decidere” e di non delegare più ad altri la propria sicurezza. La sfida più difficile resta quella di sempre, evidentemente, vale a dire: l’indecisione.  Superare il confronto tra una pluralità di voci che invece di marciare unite, hanno spesso finito col paralizzare il cammino. Lo si è visto in Ucraina e in Medio Oriente, ma anche sul fronte interno in relazione alla sfida rappresentata dal fenomeno migratorio.

La guerra russo-ucraina scoppiata nel febbraio 2022 ha riportato alla luce un’emergenza che necessita di essere affrontata e risolta. La storia ci dimostra periodicamente che la pace è un orizzonte affascinante, verso cui tendere con forza e generosità, non stancando mai di invocarla e di perseguire la via del dialogo. Purtroppo, però, essa è spesso minacciata ed è necessario difendersi, se non altro per evitare l’incrudelimento di azioni che spesso hanno come unico obiettivo quello di fiaccare l’animo e la mente dell’avversario. Ecco uno dei motivi per i quali è necessario dotarsi di un sistema di difesa comune, che al contempo sia in grado di restituire la necessaria autonomia politico-strategica all’intera Ue.

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Diego Benedetto Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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