Il 5 marzo è stata presentata per la prima volta la Strategia europea per l’industria della difesa (EDIS). La strategia promossa dalla Commissione “sosterrà gli Stati membri non solo a spendere di più, ma a spendere meglio, insieme e in modo europeo”, ha scritto su X la presidente Ursula von der Leyen.

L’obiettivo è quello di rendere l’Unione europea capace di provvedere alla propria difesa, confidando che entro il 2030 i Paesi membri acquistino congiuntamente almeno il 40% delle forniture militari. La Commissione intende così rispondere alle nuove e crescenti minacce geopolitiche da una parte e, al contempo, diminuire la dipendenza degli armamenti dagli Stati Uniti.

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Il difficile quadro geopolitico e il ruolo dell’Ue

Il 24 febbraio 2022 l’esercito della Federazione Russa dava inizio alle operazioni militari in Ucraina, segnando l’avvio dell’invasione del Paese su vasta scala. Il continente europeo, tutto d’un tratto, si è improvvisamente ritrovato a fare i conti con una guerra sul proprio territorio. Ma, quel che è peggio, è che si è scoperto fragile dinanzi alla tragica, ma non peregrina, prospettiva di una guerra.

Accanto a ciò, si è concretizzato il timore, da parte della dirigenza europea, che le recenti affermazioni del candidato presidente Donald Trump possano in breve tempo materializzarsi. Lo scorso 11 febbraio, in occasione di un comizio in South Carolina, l’ex presidente degli Stati Uniti ha provocatoriamente affermato che avrebbe “incoraggiato” la Russia ad invadere quei Paesi europei non in regola con le spese NATO per la difesa (Ansa, 11 febbraio). 

Visti dunque i crescenti rischi geopolitici, la Commissione europea ha deciso di presentare la prima Strategia europea per l’industria della difesa (EDIS). Essa definisce una visione chiara a lungo termine per raggiungere la preparazione dell’industria della difesa nell’Unione europea”, si legge nel comunicato stampa di presentazione.

L’impegno per una difesa europea solida e strutturata

Per centrare gli obiettivi strategici, la Commissione si avvarrà di un programma europeo per l’industria della difesa (EDIP). Quest’ultimo si occuperà di connettere le misure di emergenza, da avviare a breve termine, ad un approccio strutturale a lungo termine. Comprenderà, inoltre, sia aspetti finanziari che normativi e mobiliterà 1,5 miliardi di euro del bilancio dell’Ue nel periodo 2025-2027.

La Strategia europea per l’industria della difesa si servirà, in particolare, di alcuni indicatori al fine di misurare i progressi intrapresi degli Stati membri. Questi ultimi si impegneranno a procurarsi, in maniera congiunta, almeno il 40% delle attrezzature difensive entro il 2030. Si faranno inoltre garanti, nel medesimo arco temporale, di raggiungere almeno il 35% del valore degli scambi commerciali intra-Ue nel settore della difesa. Si impegneranno, infine, a compiere progressi costanti circa l’approvvigionamento di almeno il 50% del loro bilancio per la difesa all’interno dell’Ue, entro il 2030, e del 60% entro il 2035.

Gli interventi previsti avranno dunque lo scopo di sviluppare il paradigma di sicurezza europeo. Per fare ciò, ricorda la Commissione, sono necessari maggiori investimenti e capacità di coordinamento. La commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, durante la conferenza stampa, ha osservato, in particolare, che lo sviluppo della capacità di difesa europea “consentirà di passare da una modalità di risposta alla crisi a una di prontezza di difesa strutturale.

In quadro geopolitico sconquassato da tensioni e da rischi crescenti, l’Europa non può più permettersi di essere un attore secondario nello scenario globale. Essere “pronti” difensivamente, tuttavia, costituisce un grande onere, che richiederà maggiore saggezza politica e capacità di visione.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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