In Libano il 9 gennaio 2025, dopo due anni di vuoto istituzionale, il Parlamento ha scelto il nuovo Presidente della Repubblica. Il generale Joseph Aoun, cristiano maronita, per anni capo dell’esercito libanese, è il quattordicesimo Presidente del Libano. Ciò che ha rotto lo stallo politico è stata l’intensificarsi della pressione internazionale, soprattutto da parte di Stati Uniti e Arabia Saudita, che insieme all’Egitto, Qatar e Francia hanno portato alla fine del vuoto presidenziale. L’inviato degli Stati Uniti in Libano Amos Hochstein e l’inviato saudita Yezid bin Farhan hanno mediato tra i partiti politici libanesi, costruendo un consenso intorno ad Aoun.
Le sfide che dovrà affrontare il nuovo Presidente all’interno del Libano
Joseph Aoun nel suo discorso inaugurale in Parlamento ha dichiarato: “Prometto di ricostruire tutto quello che l’aggressione israeliana ha distrutto in tutto il Libano“. Il nuovo Presidente ha affermato di voler incarnare la trasformazione in corso: “Il Libano entra in una nuova era”, ha spiegato.
Joseph Aoun si trova ad affrontare una serie di sfide complesse. Oggi, il Libano e la sua popolazione sono frammentate e polarizzate. Il Paese, dagli ultimi cinque anni è alle prese con una crisi finanziaria ed economica, trascurata dalla passata leadership libanese.
L’anno scorso, il Libano è entrato in una guerra con Israele subendone anche l’invasione che ha causato lo sfollamento interno di circa il 20% della popolazione e una perdita finanziaria stimata dalla Banca Mondiale in 8,5 miliardi di dollari (di cui 3,5 danni diretti causati alle strutture fisiche).
Da parte del governo sono necessarie riforme urgenti. Il Presidente, una volta nominato il nuovo primo ministro e formato il nuovo governo, potrà guidare il Paese per portarlo fuori dalla crisi.
Il 16 gennaio è stato nominato il neo primo ministro Nawaf Salam, una figura con una lunga esperienza internazionale. Salam ha servito come rappresentante permanente del Libano presso le Nazioni Unite e come giudice della Corte Internazionale di Giustizia. Grazie a questi incarichi gode di una reputazione e competenza internazionale e potrà quindi cercare di ristabilire e rafforzare le relazioni con i principali attori globali e regionali.
La nuova proroga del cessate il fuoco tra Libano e Israele
Con la sicurezza interna altro tra aspetti cruciali da affrontare, diventa fondamentale rafforzare l’apparato militare e garantire la sicurezza dei confini libanesi. Questo, alla luce soprattutto della nuova proroga ottenuta da Israele per il cessate il fuoco scaduto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 2025.
La Francia, una delle due potenze garanti del precedente accordo, nel comunicato che ha annunciato l’estensione del cessate il fuoco ha dichiarato: “ La scadenza per il ritiro israeliano da tutto il sud del Libano è stata prorogata al 18 febbraio. Il Paese vuole lavorare, insieme a tutti i suoi partner, per l’attuazione del cessate il fuoco in Libano. Chiede che gli impegni presi dalle parti siano rispettati al più presto, in modo che il Libano possa ripristinare la sua sovranità su tutto il territorio.”
Medioriente: le nuove prospettive possibili
Sul fronte internazionale, il Presidente Aoun dovrà navigare nelle complesse dinamiche regionali e globali, assicurando la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco con Israele e gestendo i rapporti con Paesi influenti come gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e le altre potenze interessate alla stabilità del Libano.
La figura di Joseph Aoun potrebbe avere significative ripercussioni sull’intera regione mediorientale. Gli Stati del Golfo hanno già mostrato interesse per un riavvicinamento con il Libano, sperando di contrastare l’influenza turca nell’area. Il nuovo Presidente potrebbe quindi rappresentare un intermediario cruciale per bilanciare le forze in gioco e promuovere una maggiore integrazione.
L’indebolimento di Hezbollah potrebbe ridurre le tensioni con Israele, creando un ambiente più favorevole per il dialogo e la negoziazione. Il ruolo attivo soprattutto dell’Arabia Saudita potrebbe sostenere il Libano nel suo processo di ricostruzione e di consolidamento della pace.
La trasformazione della Siria, dopo la caduta del regime di Assad, cambia le dinamiche del potere nell’area mediorientale. Il Libano avrebbe l’opportunità di rinegoziare la propria posizione e di giocare un ruolo più attivo. Da questo periodo di crisi lo Stato libanese può emergere più forte e unito. Una leadership salda e stabile insieme alle giuste politiche possono trasformare il Paese in un faro di stabilità per l’intera regione.

