Ottobre si apre con una buona notizia che arriva dal Nepal: dall’8 settembre il paese è stato attraversato da violente proteste, guidate soprattutto dalla Generazione Z che ha lottato dopo il blocco dei social contro la corruzione del governo. A distanza di poche settimane la nuova premier è stata scelta proprio grazie a delle consultazioni online e governerà il paese. I giovani nepalesi hanno chiesto con fermezza trasparenza, lotta alla corruzione e una politica più attenta ai bisogni concreti delle persone.

Le manifestazioni, spesso pacifiche, hanno visto studenti e studentesse riversarsi nelle strade di Kathmandu e di altre città, al grido di cambiamento e giustizia sociale. Un movimento che non nasce dall’odio, ma dalla speranza di costruire un Paese più giusto e inclusivo. Il cuore delle proteste è la voglia di rinnovamento. La generazione nata dopo gli anni più bui della guerra civile sente di avere il diritto, e il dovere, di scrivere una nuova pagina della storia del Nepal.

Dalle proteste alla nuova premier del Nepal: i social che cambiano il governo

Tutto è partito l’8 settembre 2025 dal divieto di 26 piattaforme social imposto dal governo, percepito come un atto di censura. Questo ha acceso la miccia tra i giovani, abituati a confrontarsi online, a condividere critiche (anche verso le élite politiche) e a esprimere insoddisfazione per un sistema che appare sempre più distante e chiuso. Il premier del Nepal, accusato di corruzione è stato cacciato insieme ai suoi ministri.

Le manifestazioni si sono diffuse rapidamente in diverse zone del paese, spesso in modo pacifico, anche se non sono mancati momenti di forte tensione. Migliaia in strada non solo per il divieto dei social, ma perché dietro quella misura percepita come censura si accumulava rabbia verso decenni di governi instabili, infrastrutture carenti, disoccupazione alta, mancanza di trasparenza.

Purtroppo, il cammino non è sempre stato pacifico, gli scontri con la polizia hanno causato decine di vittime e centinaia di feriti, ma la voce dei giovani ha scosso l’intero Paese. Le mobilitazioni hanno portato alla caduta del governo guidato da K. P. Sharma Oli e all’insediamento della premier ad interim Sushila Karki, la prima donna a ricoprire questo ruolo. La sua elezione è avvenuta in un modo inedito, grazie a un processo di voto interno organizzato attraverso Discord, piattaforma digitale nata per le community di gamer ma oggi usata sempre più come spazio di dialogo, coordinamento e partecipazione politica.

Un segnale forte che i social non sono stati solo strumenti di protesta, ma veri e propri canali di democrazia diretta, capaci di dare voce a una generazione che vive e agisce online tanto quanto nelle piazze reali. Ottobre sarà dunque il mese in cui vedremo la nuova premier del Nepal in azione, in un paese che mira alla pace e al ritorno del turismo.

La cultura diventa specchio e motore della realtà

Sushila Karki, 60 anni, giurista di formazione e attivista per i diritti umani, è diventata la prima donna premier ad interim del Nepal. Nota per il suo impegno contro la corruzione e per la trasparenza amministrativa, Karki ha promesso riforme strutturali e nuove elezioni nel 2026, guadagnandosi la fiducia di gran parte della Generazione Z che ha animato le proteste.

Ma il cambiamento non passa solo dalle piazze e dai palazzi del potere: in Nepal la cultura, e in particolare il cinema, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel raccontare le sfide sociali e i sogni di una nuova generazione. I film, i documentari, le serie che circolano spesso per vie non ufficiali, ma che risuonano tra gli spettatori, nei piccoli cinema e nei festival indipendenti. Storie di resistenza, amicizia e ricerca di libertà sono diventate punti di riferimento per molti giovani. Le narrazioni che vedono protagonisti giovani che sfidano autorità, che vivono in quartieri periferici, che lottano contro le disuguaglianze, servono come specchio e come spinta.

In questo senso, le proteste non sono solo un atto politico, ma anche culturale. Molti giovani manifestanti citano influenze che vengono da film internazionali e cercano che anche la loro realtà viva una trasformazione simile. Questa è una chiara dimostrazione che i giovani vogliono un futuro diverso, in cui giustizia e inclusione diventino valori condivisi, e in cui anche il linguaggio artistico possa contribuire a costruire una società più giusta.

Anche in Italia, il Festival del Cinema di Roma, che si terrà dal 15 al 26 ottobre 2025, metterà al centro temi legati ai giovani, alla giustizia e all’inclusione, creando un ponte ideale fra le storie del Nepal e quelle che il grande schermo porta al pubblico globale. 

Speranza, futuro e cambiamento in Nepal con la nuova premier Karki

Il Nepal ha già dimostrato in passato di saper rinascere, come dopo il devastante terremoto del 2015 che ha portato a strade ricostruite, comunità che si sono riorganizzate, solidarietà internazionale. Oggi i giovani hanno chiesto con decisione una rinascita politica e sociale, fatta di trasparenza e partecipazione.

La premier Karki ha già promesso una commissione d’inchiesta, maggiore trasparenza, reclutamento pubblico più equo, e la rimozione di funzionari con legami politici poco chiari. Eppure, nonostante le difficoltà, la cordialità e la capacità di accoglienza del popolo nepalese restano intatte: turisti e viaggiatori continuano a trovare un Paese che, pur ferito, conserva la forza di aprirsi al mondo.

È questo spirito che lascia sperare in un futuro migliore, in cui le proteste di oggi possano diventare il seme di un Nepal più giusto e inclusivo.

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Eva Ricevuto

Dottoressa in NTA, giornalista pubblicista e critica cinematografica. Sono una voce emergente nel giornalismo culturale con una profonda passione per il cinema, l'arte e lo spettacolo, il femminismo e le tematiche di genere.Amo sperimentare, intrecciare progetti diversi e dare voce a storie che meritano di essere raccontate.

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