Un nuovo studio stima che i vaccini hanno evitato 12 mila morti in Italia.

“La diffusione globale della variante Delta, altamente trasmissibile, ha probabilmente soppresso le possibilità residue di eliminazione del virus Sars-CoV-2 attraverso la sola immunità di gregge”. Lo dichiara uno studio in via di pubblicazione dell’Istituto Bruno Kessler, la fondazione di ricerca di Trento che opera nel campo scientifico tecnologico e delle scienze umane. Allo studio hanno partecipato anche i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità e del Ministero della salute.

In Italia la vaccinazione ha evitato 12mila morti da gennaio a giugno 2021, permettendo la ripresa della metà dei contatti sociali registrati in epoca pre-Covid. Senza vaccini ciò sarebbe stato possibile solo per un terzo. Secondo l’indagine, un ritorno alla vita pre-pandemia potrebbe essere raggiunto solo se oltre il 90% della popolazione, compresi i bambini dai 5 anni, sarà vaccinata.

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Lo studio si basa su “un quadro di modellizzazione matematica”. I ricercatori spiegano di aver “confrontato il livello stimato di contatti sociali, il numero di morti e il potenziale di trasmissione con quelli di uno scenario in cui si ottiene la stessa traiettoria epidemica in assenza di vaccinazione. È stato valutato quindi l’impatto potenziale di diversi scenari di copertura vaccinale e diversi livelli di attività sociale sui dati di replicazione di Sars-CoV-2″.

Come funziona l’immunità di gregge?

Con l’espressione immunità di gregge, o di gruppo, si intende il meccanismo che si instaura all’interno di una comunità in cui, se la maggioranza degli individui è vaccinata, si possono considerare al sicuro anche le persone che non possono essere vaccinate. Il concetto di immunità di gregge risulta valido solo per malattie infettive trasmissibili da uomo a uomo.

Attraverso le vaccinazioni ci si protegge dagli effetti gravi delle malattie e si può ridurre o azzerare anche il rischio di essere infettati.  Le vaccinazioni non solo riducono la diffusione di una malattia infettiva, ma limitano anche la capacità del virus di replicarsi e quindi di generare varianti.

La soglia minima dell’immunità di gregge varia a seconda dell’infezione, perché i vari patogeni hanno differenti indici di contagiosità. Per le infezioni più diffuse è possibile considerare al sicuro l’intera popolazione quando almeno il 90% delle persone è vaccinata.

Il virologo Palù: l’immunità di gregge si raggiunge vaccinando il mondo intero

Secondo Giorgio Palù, microbiologo, virologo e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), “come possiamo parlare di immunità di gregge, cioè di proteggere i non vaccinati con un numero elevato di vaccinati? È impensabile per ragioni di globalizzazione, antropizzazione, comunicazione e passaggio continuo di merci e di persone.”

Secondo il virologo, il concetto di immunità di gregge aveva senso quando le comunità nazionali vivevano in un certo isolamento; oggi, invece ci spostiamo molto di più. Inoltre, non si può estinguere la circolazione del virus quando nel mondo solo tre miliardi di persone sono vaccinate e gli altri cinque miliardi non hanno ancora accesso ai vaccini. Per Palù l’immunità di gregge “non è possibile in un mondo globalizzato, con l’Africa non vaccinata e i casi che continueranno a crescere”. Per questo il vertice G20 ha promesso di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la metà del 2022.

Il caso della Danimarca

Fino a quando non si raggiungerà l’immunità di gregge a livello globale, per poter contenere l’epidemia gli Stati adottano diverse soluzioni. Molti governi, tra cui quello italiano, hanno preferito una strategia prudente. Hanno rimosso le restrizioni in maniera graduale con limitazioni specifiche per le persone non vaccinate e promosso un’estesa campagna vaccinale. In Italia, a oggi, ha completato il ciclo vaccinale l’84% della popolazione italiana sopra i 12 anni, secondo i dati del Ministero della salute.

Altri Paesi, invece, hanno rimosso del tutto le precauzioni a fronte di una buona soglia di vaccinati. La Danimarca, a metà agosto, ha abbandonato l’obbligo di mascherine nei trasporti pubblici e il primo agosto ha revocato l’obbligo del pass Covid nei musei e negli eventi al coperto con meno di 500 persone. L’epidemia era infatti considerata sotto controllo con il 71,8% della popolazione completamente vaccinata e più dell’83% con almeno una dose.

Ma alla luce dei crescenti contagi, la Danimarca ha annunciato nuove misure. In Danimarca la certificazione di vaccinazione si chiama “Corona pass” e dall’8 novembre è nuovamente necessaria per entrare in bar, ristoranti e discoteche, ma anche per partecipare a grandi eventi.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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