Numeri alla mano, Morbius è ufficialmente il flop più grande dei film Marvel e Sony. Le due case di produzione cinematografiche hanno visto crollare gli incassi in appena una settimana, con una riduzione delle entrate al botteghino del 74%.

Cifre impietose per una pellicola che doveva accrescere la curiosità attorno a uno dei principali antagonisti di Spiderman, nonché dare il via a ulteriori film sul mondo dell’uomo-ragno. Il messaggio del pubblico, quindi, arriva forte e chiaro nei pressi di Hollywood, dove effetti speciali e nomi appetibili pare non bastino più.

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L’uscita di Morbius e le speranze iniziali

I quasi 80 milioni incassati nel primo weekend facevano ben sperare i produttori del film, ma l’ottimismo è durato giusto qualche giorno. Nel Nord America si è passati a 10 milioni nel secondo weekend, nel resto del mondo ad appena 20 milioni. Un declino gigantesco, dovuto per lo più alle pessime recensioni ottenute dalla pellicola, girata da Daniel Espinoza.

Eppure gli elementi per colpire l’audience c’erano tutti: l’ottimo Jared Leto nei panni di Morbius, una saga del tutto nuova e l’entusiasmo ancora presente dall’ultimo Spiderman: No Way Home, sesto film della storia per incassi. Lo stesso Leto, vincitore del Premio Oscar come Miglior Attore Non Protagonista nel 2014 con Dallas Buyer Club, si reputava entusiasta. Queste le sue parole in un video per Sony Pictures Italia:

“Sono attratto dai ruoli in cui c’è un’opportunità di trasformarsi, che sia fisica, mentale, emotiva, o qualsiasi tipo di trasformazione. Ho interpretato il dottor Michael Morbius a partire dal suo aspetto più fragile fino a quello più potente e più mostruoso. Il personaggio di Morbius ha davvero una grande profondità ed è stato molto divertente da affrontare.”

Il pubblico comincia a chiedere più qualità

Complici gli ottimi risultati dell’universo narrativo di casa Marvel e le recenti buone produzioni in casa DC, anche la Sony punta a una propria identità cinematografica. La necessità di bruciare le tappe, però, è arrivata anche agli spettatori, da anni abituati a pellicole supereroistiche sempre più elaborate. L’uscita di Morbius è stata recepita come uno sfruttamento del personaggio, piuttosto che un approfondimento vero e proprio. Sensazione confermata da Shawn Robbins, analista capo della rivista Box Office Pro:

“ll pubblico è esperto e il loro apprezzamento per un franchise dipende da una produzione coerente con la narrazione di qualità.”

Parole condivise anche da Rebecca Rubin, reporter cinematografica di Variety. La giornalista comprende il trend dei supereroi, ma ciò non deve diventare un alibi per la poca qualità narrativa offerta al pubblico:

“Per garantire che le persone continuino a tornare al cinema, quei film dovranno effettivamente essere guardabili. In altre parole, le imminenti proprierties della Sony-Marvel in lavorazione non saranno necessariamente in grado di fare affidamento sulla popolarità di “Spider-Man” e dei suoi compatrioti in spandex, anche in un momento in cui i supereroi sembrano intoccabili al botteghino.”

Morbius, il flop degli incassi rappresenta la maturità del pubblico

Il lato positivo di Morbius

Paradossalmente il flop del film Morbius rappresenta la maggiore consapevolezza da parte degli spettatori. Un segnale deciso e, contemporaneamente, stimolante per l’industria cinematografica, forse troppo legata al dilagante entusiasmo degli ultimi anni. Basti pensare al rendimento di Sonic 2, ultimo film di Jim Carrey, tra botteghino e recensioni ottime da parte della critica. Un personaggio apparentemente prevedibile, ma che ha saputo stupire tutti nel 2020, meritando un secondo capitolo.

Che piacciano o meno, gli universi narrativi necessitano di tempo e cura dei lungometraggi, come dimostra la decennale programmazione Marvel, partita nel lontano 2008.

La Sony ha a disposizione un quantitativo di 900 personaggi, ma ai piani alti hanno capito che qualsiasi carta verrà estratta dal mazzo, dovrà essere giocata in ben altri modi.

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Francesco Cretella

Francesco Cretella

Innamorato della comunicazione in ogni sua forma, specialmente se cinematografica e sportiva. Scrivo per passione e ambizione, rifacendomi ai sei elementi più importanti dell'umanità: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

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