Lavorare con la cultura nel 2022 sembra essere più un’aspirazione utopica che un obiettivo concreto. “Con la cultura non si mangia” è un detto che oggigiorno, dopo la pandemia che ha rivoluzionato il mondo del lavoro e i rincari sempre più pressanti, ci sentiamo dire spesso. Ma è davvero così? Il settore dell’arte è storicamente percepito come precario, ma le potenzialità del digitale e le nuove opportunità aprono a uno scenario diverso e più variegato.

Lavorare con la cultura: le opportunità del digitale

Oggi, il panorama del lavoro in Italia vede molti giovani prediligere una carriera da freelance o, più in generale, lavori fruibili da remoto. Questo significa più flessibilità ma anche l’opportunità di sfruttare i social network e il web per reinventare il proprio lavoro. Basti pensare, ad esempio, alle redazioni e alle agenzie 100% online (che spesso non hanno una sede ma contano decine di dipendenti sparsi per l’Italia o nel mondo), ai freelance che vendono i propri prodotti su Etsy (un negozio online in cui chiunque può crearsi la propria vetrina), alle fiere e ai musei interattivi.

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La sempre più stretta correlazione tra nuove tecnologie e forza attrattiva del patrimonio culturale italiano (il più grande a livello mondiale, con oltre 4000 chiese, 6000 aree archeologiche, 85000 chiese soggette a tutela e 40000 dimore storiche censite) fa ben sperare chi sogna un lavoro nella cultura. Nel giro di pochi anni, infatti, il digitale ha aperto a molte nuove possibilità e il trend non sembra essere in calo. Sebbene molte delle professioni tradizionalmente connesse al mondo della cultura, come quella della guida turistica, abbiano registrato un calo, il turismo è un settore in ripresa e di conseguenza quello della cultura.

Panorama del settore culturale italiano nel post-pandemia

La pandemia ha penalizzato il settore della cultura, che tra il 2019 e il 2020 ha registrato un calo di fatturato del 7%. Ma nel 2021 si è registrata una ripresa (+8,1%), confermata a inizio 2022 (attualmente +6,2% rispetto al 2021). Durante la crisi, gli impiegati nelle attività culturali in Italia si sono attestati a circa un milione e mezzo, dato che è in crescita dal post-pandemia.

Un altro dato incoraggiante in questo senso è la crescita di alcune figure professionali. Oltre agli influencer – come i travel influencer, content creator che pubblicizzano il patrimonio culturale – nascono sempre più cultural project manager (progettatori e organizzatori per enti culturali) e mediatori culturali (aumentano i corsi per intraprendere queste carriere).

Cosa si può fare in pratica

Oltre allo sviluppo di competenze trasversali, ma necessarie per adattarsi al mondo del lavoro del 2022, per lavorare nella cultura il web offre molte altre possibilità per venire a conoscenza di opportunità lavorative.

Opportunità non solo per chi desidera una carriera da freelance, ma anche posizioni da dipendenti. Spesso sono gli enti stessi a ricercare nuove figure: pertanto è utile seguire i loro profili su social network.

Il canale Telegram “Maggioli Editore – Concorsi Pubblici” pubblica quotidianamente informazioni per l’accesso a concorsi pubblici, spesso nel settore della cultura. Anche LinkedIn è un ottimo mezzo: oltre alla ricerca diretta del lavoro, è un social network in cui è importante curare la propria immagine che sempre più spesso funge da curriculum e che può attrarre eventuali datori di lavori, anche nel settore della cultura e soprattutto del marketing culturale.

Di seguito due titoli per chi desidera capire da dove cominciare in questo settore, o anche solo per chi è indeciso e vuole farsi un’idea generale: “Il marketing della cultura” di Alessandro Bollo e “Con la cultura non si mangia: Falso!” di Paola Dubini. Il primo “affronta le specificità e gli elementi caratterizzanti del marketing applicato ai contesti artistici e culturale”, mentre il secondo è un saggio che, attraverso i dati e una loro analisi, restituisce dignità al settore della cultura, sfatando molti luoghi comuni e sostenendo la tesi secondo cui “la cultura è parte della nostra vita come l’aria che respiriamo”.

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Sofia Greggio

Sofia Greggio

Sofia Greggio. Correttrice di bozze, editor e ghostwriter, ho seguito corsi di editoria come lettura professionale, scouting e consulenza editoriale e un master in scrittura creativa. Oltre al mondo dei libri, sono appassionata di civiltà orientali e infatti studio Antropologia all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

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