Il Mundi, museo nazionale dell’italiano, è il primo grande museo della lingua italiana, inaugurato il 6 luglio  a Firenze nell’ex monastero della Santissima Concezione, all’interno di Santa Maria Novella. Per il momento sono aperte solo le prime due sale, che ospitano due esposizioni fino al 6 ottobre, in attesa dell’apertura definitiva del museo nel 2023.

Il Mundi, un punto di riferimento per scuole e università

Si parlava da molti anni in Italia di un museo della lingua italiana, poi i 750 anni dalla morte di Dante Alighieri sono stati l’occasione per parlare della concretizzazione di quest’idea, e il museo non poteva che essere a Firenze“, ha dichiarato il Ministro della Cultura Franceschini durante l’inaugurazione del museo.

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“È l’inizio di un percorso che vedrà il Mundi come punto di riferimento per tutta l’Italia e soprattutto per le scuole, le università, coinvolgendo tutti quelli che si occupano di lingua italiana come Accademia della Crusca, Treccani ecc., perché vogliamo che questo museo sia davvero il luogo dove s’incontrino tutti gli studiosi della lingua italiana.”

L’origine del nome e l’obiettivo del museo

Il nome del museo, per l’appunto Mundi, riprende due aspetti fondamentali: il legame con il latino (mundi, genitivo della parola mundus, significa letteralmente “del mondo”) e l’idea dell’italiano come lingua del mondo che per secoli l’ha messa in relazione con culture diverse. 

Il progetto, nato grazie al Ministero della Cultura, il Comune di Firenze e l’attività di un gruppo di lavoro coordinato dal linguista e filologo Luca Serianni, ha l’obiettivo di valorizzare il volto nazionale e internazionale della lingua italiana, facendo rivivere i capolavori della letteratura e coinvolgendo i visitatori attraverso documenti esposti nel museo. Come si legge nella presentazione, la volontà di tutelare e promuovere la lingua italiana è segno di un affetto collettivo per un patrimonio comune e rappresenta l’importanza attribuita all’Italia a una delle sue dimensioni culturali più significative. La ricchezza della cultura italiana nel tempo permette quindi di ricostruire la storia dell’italiano sia nel percorso dalla parlata locale a lingua nazionale, sia nello sviluppo come grande lingua della cultura europea.

Che cosa vedere al Mundi

Il museo, diviso in due sale, è costituito da una parte espositiva tradizionale (manoscritti, libri, oggetti legati alla storia dell’italiano) e una multimediale, con schermi al plasma con pulsantiere o touch-screen, videowall, teche digitali. In alcune sezioni ci saranno allestimenti temporanei monografici, cioè legati a temi significativi come la scienza in volgare, i testi delle origini, lingua e cucina e l’italiano del doppiaggio. Oltre alle esposizioni permanenti e temporanee, sarà realizzato un piano di attività didattiche per la promozione della lingua italiana (conferenze, corsi, presentazioni di libri e concerti).

Nella prima sala del Mundi si trovano un omaggio a Dante, una linea del tempo con tutti gli eventi principali storico-linguistici, dei video racconti con la voce di attori come Stefano Accorsi e Elena Sofia Ricci, un’installazione artistica realizzata da Tempo Reale (centro di ricerca, produzione e didattica musicale) e alcune iscrizioni provenienti dal Museo Nazionale Romano, dal Parco Archeologico di Pompei e dal Museo delle Civiltà.

Nella seconda sala è esposto il Placito di Capua (960 d.C.) proveniente dall’Abbazia di Montecassino. Si tratta di un documento notarile redatto in latino, che riporta per quattro volte una formula di testimonianza in volgare, tradizionalmente considerata come nascita della nostra lingua.

Presenti anche due postazioni interattive, una sul lessico e il passaggio dal latino all’italiano e l’altra sul successo dell’enogastronomia italiana nel mondo. Su una parete della stessa sala sono proiettate celebri frasi di scrittrici e scrittori come testimonianza dell’amore per la lingua.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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