Nel cinema, l’inclusione non può restare un’idea, ha bisogno di  diventare visibile, concreta, artistica. Quando si parla di cinema e disabilità non significa solo inserire personaggi con disabilità, ma promuovere protagonisti reali, voci autentiche, talenti spesso invisibili.

In Italia nascono percorsi che vanno in questa direzione, giovani con disabilità trovano opportunità nel doppiaggio, nella recitazione, nella realizzazione audiovisiva. Questi spazi mostrano che il limite non è l’abilità, ma la mancanza di opportunità.

Dare voce all’inclusione, il doppiaggio e le nuove opportunità

Un esempio concreto arriva da Torino, dove il doppiaggio è diventato un ponte tra le emozioni interiori e la scena esterna. Il progetto del Teatro8 lavora con ragazzi nello spettro autistico e insegna che dare voce a una scena significa anche esercitare la capacità di entrare in empatia con un personaggio. Nel laboratorio, i giovani imparano a leggere il copione, sincronizzare la voce con le immagini, cogliere le pause e modellare l’intonazione. Come spiega Patrizia Da Rold (fondatrice del progetto Aspiedubproject), il doppiaggio permette di dare ritmo e respiro alle emozioni che altrove resterebbero imprigionate.

Un altro esempio concreto è Fare Doppiaggio, laboratorio torinese che invita giovani tra 15 e 29 anni, con o senza disabilità, a cimentarsi con le tecniche vocali e recitative. È un percorso pensato per valorizzare la voce, l’espressività e la fiducia personale. Il lavoro non si ferma al doppiaggio. In Italia, alcune produzioni indipendenti e webserie stanno già sperimentando cast misti e narrazioni che abbassano le barriere tra “normale” e “diverso”.

Ad Arezzo, ad esempio, esiste la Poti Pictures Academy, la prima scuola di produzione cinematografica sociale, dove attori con disabilità sono le nuove Star. Grazie al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, si è dato vita a un laboratorio creativo dove i partecipanti, affiancati da professionisti, imparano tutte le fasi dell’audiovisivo, recitazione, tecniche di ripresa, montaggio. Questi progetti dimostrano che la disabilità nel cinema non è solo una tematica, ma un campo concreto di sperimentazione artistica, dove il linguaggio cinematografico diventa strumento di inclusione, non barriera.

Scuole, festival e nuovi percorsi: il dietro le quinte dell’inclusione

L’inclusione nel 2025,  si estende ai festival, alle produzioni, alle scuole. Ad esempio, Uno Sguardo Raro – Rare Disease International Film Festival ha lanciato la sua 10ª edizione proprio quest’anno, un festival internazionale che seleziona opere sul tema delle malattie rare, della disabilità e dell’inclusione sociale. Allo stesso modo, la Disability Film Festival 2025 ha proposto workshop, laboratori e proiezioni pensati per bambini e ragazzi con disabilità, combinando linguaggio cinematografico, diversità e creatività.

Anche nelle scuole si diffondono progetti che connettono cinema, disabilità e formazione:, il progetto OFFi-CINE a Torino, promosso da AIACE e Sottodiciotto Film Festival, lavora con le scuole per introdurre il cinema come linguaggio partecipativo, affrontando temi di inclusione, diversità, espressione. In queste realtà, studenti con fragilità trovano spazio per raccontarsi, partecipare attivamente al set, ideare cortometraggi o riflettere sulle proprie identità attraverso l’immagine.

Tutte queste attività e questi nuovi spazi segnano un cambio di passo, dimostrano che bellezza, arte e disabilità non sono mondi separati, ma possibili insieme. Consentono di formare giovani inclusivi, preparare talenti reali e sensibilizzare il pubblico fin dall’adolescenza. L’Italia sta lavorando in questo settore da anni, dimostrando di essere uno dei paesi europei più inclusivi e attenti alle diverse esigenze collettive.

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Eva Ricevuto

Dottoressa in NTA, giornalista pubblicista e critica cinematografica. Sono una voce emergente nel giornalismo culturale con una profonda passione per il cinema, l'arte e lo spettacolo, il femminismo e le tematiche di genere.Amo sperimentare, intrecciare progetti diversi e dare voce a storie che meritano di essere raccontate.

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