La sicurezza urbana non è solo una questione di ordine pubblico: è una condizione essenziale per muoversi su strade sicure. Secondo il rapporto “La sicurezza fuori casa” del Censis, il 75,8% degli italiani non si sente al sicuro in strada, e tra le donne questa percentuale sale all’81,8%. La nota positiva è che la crescente insicurezza percepita sta generando risposte e azioni concrete.
L’impatto dell’insicurezza sulla vita quotidiana
Questo diffuso senso di insicurezza ha innescato una rete di collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini che si stanno impegnando per rafforzare la sicurezza urbana. Come riportato dal report Censis, la popolazione attribuisce grande valore alla vigilanza pubblica e privata per la sicurezza urbana.
Tuttavia, la percezione di pericolo non è uniforme. Le donne, in particolare, hanno dichiarato una percezione maggiore rispetto agli uomini, un sentimento che ha trovato un riscontro nelle esperienze dirette: il 23,1% delle donne dichiara di aver subito uno scippo, il 25,6% una molestia sessuale e il 29,5% ha ammesso di essere stata seguita da uno sconosciuto.
Queste esperienze dirette alimentano una paura reale, che si traduce in comportamenti di autotutela. Tra questi, evitare certi luoghi, modificare orari d’uscita e rientro e, in molti casi, addirittura rinunciare alla libertà di movimento. Si configura così una limitazione silenziosa, ma sostanziale, della libertà personale e della piena fruizione degli spazi pubblici.
Il contributo dell’Esercito sulla sicurezza urbana
Una delle prime risposte è rappresentata dall’operazione Strade Sicure, che dal 2008 impiega l’Esercito Italiano insieme alle Forze dell’Ordine nei compiti di perlustrazione e pattugliamento del territorio.
I militari vengono addestrati con le Forze dell’Ordine su moduli specifici, dal primo soccorso alla gestione della folla durante manifestazioni o proteste, fino ai combattimenti ravvicinati secondo il Metodo di Combattimento Militare (MCM). Quest’ultimo combina tecniche di arti marziali e sport da combattimento, permettendo interventi tempestivi. Il militare può scegliere l’uso della forza in base alla situazione, dalla gestione non violenta, fino a un combattimento violento, se necessario.
Il contributo dell’Esercito quindi, contribuisce alla tutela dei cittadini e a garantire la sicurezza nelle strade dei maggiori centri urbani.
Iniziative civili: reti di supporto e strumenti di autotutela per strade sicure
D’altro canto, molte associazioni hanno risposto a questa paura quotidiana dando vita a progetti per promuovere la sicurezza urbana dal basso. Tra i più significativi, c’è quello di DonneXStrada, una realtà no profit nata a Roma, ma attiva in tutta Italia per contribuire a rendere le strade più sicure per tutte le donne – e non solo. Negli ultimi anni, l’associazione ha promosso diverse iniziative.
Il primo progetto è “Punti Viola”, una rete di rifugi sicuri accessibili a chi si trova in difficoltà. Si tratta di esercizi commerciali – bar o farmacie – che offrono accoglienza in caso di emergenza in strada. Ad oggi, sono stati attivati oltre 800 Punti Viola in tutta Italia, che creano una mappatura cruciale di sostegno sul territorio.
A complemento di queste attività di supporto, l’associazione ha sviluppato l’app “Viola”, pensata per aumentare la sicurezza urbana e personale: basta una chiamata per attivare una conversazione di supporto e prevenire situazioni pericolose, così da estendere la protezione oltre i Punti Viola presenti sul territorio.
Modelli locali: servizi di accompagnamento
Oltre alle iniziative nazionali, alcune città hanno attivato dei servizi locali, privi di costo per l’utente. Ad esempio Custodae, operativo a Milano, è un servizio gratuito che offre un accompagnamento personale per rendere più sicuri gli spostamenti urbani. Il progetto si basa su un team di accompagnatori volontari che offrono un supporto affidabile per tragitti brevi o medio-brevi, sia a piedi che con mezzi di trasporto o in auto.
L’obiettivo è semplice ma potente: permettere a chiunque, soprattutto donne, anziani o persone sole, di muoversi in serenità, sapendo di poter contare su una presenza affidabile. Questa iniziativa dimostra come un modello virtuoso di partecipazione cittadina possa essere un motore reale di sicurezza urbana condivisa.
Sicurezza urbana e libertà: una priorità collettiva
La disparità nella percezione di sicurezza mostra che la piena eguaglianza nell’uso degli spazi pubblici è ancora una sfida. Progetti come quelli che vi abbiamo raccontato in questo articolo costituiscono opportunità che non solo offrono supporto, ma contribuiscono a colmare il divario tra sicurezza reale e percepita.
Potersi muovere liberamente su strade sicure non dovrebbe essere un privilegio, ma una possibilità concreta per tutti. Solo quando nessuno avrà più paura di uscire di casa si potrà dire di vivere in una società pienamente libera, equa e inclusiva.

