Torna la Milano Fashion week dal 22 al 28 febbraio, il cui calendario ufficiale, composto da 67 sfilate, di cui 57 fisiche, 77 presentazioni e nove eventi è stato presentato la settimana scorsa da Carlo Capasa, direttore del CNMI (Camera nazionale della moda italiana), che ha sottolineato come nonostante il periodo che stiamo vivendo, il settore della moda stia dimostrando, anche attraverso questa manifestazione consolidata nel tempo, di rispondere positivamente, oltre che confermare Milano tra le quattro capitali mondiali al mondo. Milano è terza a tenere questo evento ogni anno dopo New York e Londra, ultima non meno importante Parigi.  In occasione della presentazione dell’evento si è svolto un bilancio della situazione della moda post Covid: in particolare risulterebbe che nei primi 11 mesi del 2021 ci sia stata una ripresa generale dell’economia italiana con un rimbalzo del fatturato (+ 24% per il primo semestre e un picco del 31% a novembre). Anche i dati dell’export sono risultati positivi con un +16,4% per i comparti moda e un +39,9 % per i settori collegati.

Le figure professionali sempre più richieste

Secondo un’indagine condotta dalla rivista di moda Vogue,  parallelamente alla ripresa generale dell’economia della moda, è anche aumentata la richiesta di personale, ma con  figure altamente qualificate, anche di più rispetto alla fase pre-pandemica. In particolare, si cercano figure dirigenziali (General Manager, CEO, CFO) a livello nazionale e internazionale,  Direttori di vendite,  Visual Merchandiser (espositori)  Buyer (acquirente di prodotti in contatto con fornitori) e ruoli molto specifici come il Supply Chain Manager (professionista dello sviluppo digitale del proprio reparto) il Direttore di produzione e il Designer per le celebrity.

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Ripresa del settore moda, formazione e soft skills

Per essere dei professionisti del settore, la formazione non deve essere trascurata, in particolare per diventare ottimi Store Manager è consigliato di studiare Economia e conseguire dei Master in Retail operations (la maggior parte dei lavori e le operazioni all’interno di un negozio), i Designer/Modellisti devono cercare scuole che permettano di fare pratica nei laboratori e per i Merchandiser o Buyer esistono appositi master. Per tutte le professioni è caldamente consigliato un viaggio studio all’estero per imparare almeno una seconda lingua, oltre all’ inglese, in particolare francese e cinese sono molto richieste. La preparazione tecnico-formativa, tuttavia, non è sufficiente, infatti, durante la pandemia le aziende hanno riflettuto sul proprio team. Oggi infatti non è più sufficiente solo l’esperienza sul lato tecnico ma sono necessarie anche le soft skills (es: resilienza, team management e problem solving) che tendono a essere valutate allo stesso modo della hard skills. Vengono infatti molto apprezzati i manager curiosi, appassionati della lettura, dello studio, dell’arte, di viaggi, aperti a conoscere culture diverse. 

Moodart Fashion School di Verona: un approccio esperienziale

La Moodart Fashion School è una scuola di moda e comunicazione con vari indirizzi che utilizza un tipo di approccio didattico esperienziale: importanti a tal proposito le attività pratiche come project work con aziende del settore e visite aziendali all’ estero. Occasioni uniche che permettono ai giovani di incontrare il mercato attraverso il dialogo costruttivo con i professionisti delle varie aree del settore moda.

Il Moodcamp, ad esempio, è solo l’ultimo di una serie di progetti lanciati nell’anno dalla scuola specializzata in comunicazione per la moda, con lo scopo di formare e sostenere i propri studenti. Si tratta di un vero e proprio “campo di addestramento” costituito da workshop esperienziali tenuti da professionisti del settore, che condividono esperienze di successo e attività di progettualità oltre che di condivisione, svago e relax.

 

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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