Parlare di Alberto Sordi equivale ad affrontare una delle figure cinematografiche più rappresentative del nostro Paese. Dal 24 febbraio 2003 l’attore romano è passato a miglior vita, ma la stessa cosa non si può dire delle sue performance recitative, eterne e necessarie per comprendere una tematica fortemente identificativa dell’Italia: la commedia. Sordi ha contribuito in maniera determinante al successo della “commedia all’italiana“. Lo stesso genere, però, ha subito una continua evoluzione, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove le parti in gioco presentano tratti completamente nuovi e più attuali che mai.

I valori della commedia all’italiana

Cinismo, ironia e stereotipi: la commedia all’italiana nasce per strappare un sorriso, pur offrendo diverse riflessioni sulla vita quotidiana. Non esiste un protagonista vero e proprio, bensì gruppi di persone simbolo della realtà di tutti i giorni. Dialetti, botta e risposta continui, comportamenti enfatizzati, ma mai approfonditi più di tanto a livello psicologico.

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L’Italia viene disegnata nella maniera più lineare e semplice possibile, ma le storie risultano brillanti e perfettamente capaci di intrattenere il pubblico. Attori come Vittorio Gassman, Monica Vitti, recentemente scomparsa, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni ed il già citato Alberto Sordi danno vita a personaggi iconici, tragicomicamente adatti a descrivere il Bel Paese d’allora.

Le maschere di Alberto Sordi: l’Italia allo specchio

Alberto Sordi reincarna in maniera eccezionale diverse figure dell’epoca, portando la satira a un livello superiore e più immediato. Con 160 film in carriera, l’attore romano si contraddistingue per la sua irresistibile comicità, senza farsi mancare ruoli drammatici memorabili. È l’Italia di Silvano Magnozzi, ex-partigiano e comunista, il quale segue valori apparentemente ferrei, ma che si sgretolano di fronte al progresso che il Paese compie passo dopo passo. Il film, dal titolo Una vita difficile, riprende la crescita italiana dalla Resistenza fino al boom economico, con l’attore romano in forma smagliante.

Ma è anche l’Italia di Amore mio aiutami, del 1969, dove Alberto Sordi decide di raddoppiare le proprie responsabilità, mettendosi alla regia della pellicola stessa. Il lungometraggio riprende le vicende relazionali della classica coppia aperta borghese dell’epoca, svelandone l’ipocrisia di fondo. Tutte queste tematiche si perderanno sul finire degli anni ’70, causa un periodo meno spensierato per l’Italia, sia a livello economico che politico.

La commedia all’italiana contemporanea

Arriviamo, quindi, ai giorni nostri. Per quanto la commedia all’italiana si consideri conclusa negli anni ’80, è innegabile che tuttora le produzioni fanno leva su fattori comuni ai film dell’epoca. Si può dire che il cinema abbia scelto due direzioni: quella più intima, sulla scia delle commedie sentimentali, e quella satirica, in particolare coi film di Checco Zalone, perfetta reincarnazione dell’italiano medio nel nuovo millennio.

Le maschere di Alberto Sordi, quindi, non hanno perso efficacia, ma si sono ambientate nelle dinamiche attuali. Se l’Italia degli anni ’50/’60 era quella della Dolce Vita, oggi ci si confronta con tematiche quali l’immigrazione (molto significativo, in queste senso, il film Tolo Tolo dello stesso Zalone) e il rapporto di coppia nella società moderna, tra social ed internet (ottimo, da questo punto di vista, il film Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese).

In conclusione, la comicità italiana ruota attorno ad una velata auto-ironia, a volte più incentrata sugli aspetti personali, in altri casi estesa alle controversie socio-politiche. La drammaticità, in molte occasioni, viene presa alla larga, cercando di stimolare il pensiero in maniera colloquiale, piuttosto che in forma severa. E Alberto Sordi, in questo, si è dimostrato uno degli italiani più “realistici” mai esistiti.

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Francesco Cretella

Francesco Cretella

Innamorato della comunicazione in ogni sua forma, specialmente se cinematografica e sportiva. Scrivo per passione e ambizione, rifacendomi ai sei elementi più importanti dell'umanità: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

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