Scoperto nella regione mineraria di Kiruna, nell’estremo nord della Svezia il più grande deposito di terre rare, finora conosciuto in Europa. Il giacimento, scoperto dal gruppo minerario LKAB, si stima abbiamo una capacità di un milione di tonnellate di metalli essenziali per la transizione verde. Le terre rare sono un gruppo di diciassette elementi chimici che trovano un’ampia applicazione nei settori della tecnologia avanzata e delle energie rinnovabili.

Cosa sono le terre rare e perché sono importanti per la transizione ecologica?

Le terre rare includono lo scandio (Sc) e l’ittrio (Y ), più l’intera serie dei lantanidi, gli elementi chimici dal numero atomico dal 57 al 71. Nell’ordine: lantanio (La), cerio (Ce), praseodimio (Pr), neodimio (Nd), promezio (Pm), samario (Sm), europio (Eu), gadolinio (Gd), terbio (Tb), disprosio (Dy), olmio (Ho), erbio (Er), tulio (Tm), itterbio (Yb), lutezio (Lu)

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Questi metalli sono essenziali per l’industria tecnologica ed elettronica, poiché sono alla base di tutti i prodotti di consumo come televisori, batterie, cellulari. Inoltre le terre rare sono essenziali per la  “tecnologia verde”, ovvero per pannelli fotovoltaici e auto elettronica. Le grandi proprietà magnetiche e conduttive delle terre rare ha permesso la realizzazione di una tecnologia sempre più piccola e compatta.

Secondo i dati forniti dall’agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) nel 2020, nel mondo, sono state prodotte 243.000 tonnellate di terre rare. Il principale produttore a livello globale è la Cina, il paese asiatico da solo ha prodotto 140 mila tonnellate di terre rare. Al secondo posto si trovano gli Stati Uniti, la cui produzione, nettamente inferiore rispetto a quella cinese, è di 38 mila tonnellate. Altri importanti produttori sono il Myanmar, con 30mila tonnellate metriche nel 2020, e l’Australia (17.000). Seguono Madagascar (8.000), India (3mila), Russia (2.700), Thailandia (2.000), Vietnam e Brasile (entrambi con 1.000) e Burundi (500).

Il giacimento più grande in Europa: la fine del monopolio cinese sui materiali della transizione verde?

«L’elettrificazione, l’autosufficienza e l’indipendenza dell’Ue nei confronti di Russia e Cina partiranno dalla questa miniera», ha affermato la vicepremier svedese e ministra dell’Economia e dell’energia, Ebba Busch. Il ritrovamento di questo nuovo giacimento di terre rare, la cui stima approssimativa è dell’1% delle riserve mondiali (120 milioni di tonnellate) secondo l’US Geological Survey, potrebbe rappresentare il primo passo per l’indipendenza energetica del vecchio continente.

«Il nostro fabbisogno di terre rare da solo aumenterà di cinque volte entro il 2030», aveva affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione lo scorso settembre. Non possiamo rischiare, se vogliamo raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, di ritrovarci in una situazione di dipendenza come per il gas ed il petrolio.

Questa nuova possibilità di estrarre terre rare all’interno dei confini europei è un “punto a favore” del vecchio continente. Ma questo piccolo vantaggio – se così possiamo definirlo – non deve però farci dimenticare che l’estrazione di questi metalli comporta un costo, non solo economico, ma ambientale molto alto. L’obiettivo a cui dobbiamo puntare è sempre la riduzione dell’impatto ambientale che può avvenire, ad esempio, recuperando materie prime dai rifiuti elettronici in disuso.

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni"Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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