La gestione della fauna selvatica può rappresentare un problema difficile da risolvere e spesso vede contrapposti gli ambientalisti ai sostenitori della caccia.  In Italia, tramite un emendamento alla legge di bilancio, si è dato il via a nuove norme per agevolare l’abbattimento dei cinghiali anche in ambiente urbano, ma il problema degli animali selvatici non è soltanto del nostro Paese.

Il governo svedese, infatti, ha avviato la più grande campagna di abbattimento di lupi dei tempi moderni per ridurre la densità dei predatori in alcuni distretti del Paese. I cacciatori potranno uccidere 75 lupi su una popolazione di 460.  Un’iniziativa contestata dalle organizzazioni ambientaliste, che hanno fatto notare come la popolazione di lupi in Svezia sia relativamente bassa e che l’uccisione dei lupi potrebbe avere conseguenze negative per l’ecosistema e per la biodiversità.

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Tuttavia un’alternativa all’abbattimento degli animali selvatici è possibile e si può vedere nel progetto del marchio “Bear friendly”, un’iniziativa che ha premiato 20 agricoltori e apicoltori che operano nei Comuni del Parco Nazionale della Maiella e che agiscono per evitare situazioni di conflitto con l’orso.

Cosa prevede l’emendamento alla legge di bilancio

L’emendamento alla legge di bilancio che autorizzerebbe la caccia ai cinghiali, orsi e lupi in città, è stato criticato dalle organizzazioni ambientaliste e animaliste, ma secondo l’autore dell’emendamento, il deputato Tommaso Foti, il provvedimento si basa sulla tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale.

La norma consente “le uccisioni delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto“, ma saranno le Regioni a decidere se e quando autorizzare i piani di abbattimento, dopo aver sentito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e aver verificato l’inefficacia dei metodi di controllo attuali. Inoltre, i cacciatori che operano in aree urbane dovranno frequentare corsi di formazione e saranno coordinati da agenti dei corpi di polizia e dei militari forestali.

Inoltre, la legge vieta severamente l’utilizzo di armi ove non ci sono le condizioni di sicurezza opportune e l’abbattimento degli animali selvatici sarà solo un’estrema ratio, dopo aver adottato piani di controllo e cattura.

Le alternative all’abbattimento degli animali selvatici

Esistono diverse alternative all’abbattimento per il contenimento della fauna selvatica. Alcune possibili opzioni comprendono gli interventi di modifica dell’habitat che consistono nel lavorare per rimuovere o ridurre le fonti di attrazione per gli animali selvatici, come cibo o rifugi. Altre alternative sono l’installazione di barriere fisiche o recinzioni per impedire agli animali di entrare in aree in cui non sono desiderati e l’uso di deterrenti chimici o acustici per allontanare gli animali selvatici.

Infine si può lavorare per modificare il comportamento umano, in modo da evitare di attirare la fauna, evitando le situazioni di conflitto e  promuovendo una serena coesistenza. Esempio di questa alternativa è  il marchio “Bear Friendly” del Parco Nazionale della Maiella.

Un esempio concreto: i produttori amici dell’orso

Il Parco Nazionale della Maiella ha istituito il marchio “Bear Friendly” in collaborazione con il WWF per premiare agricoltori e apicoltori che adottano tecniche e comportamenti per tutelare l’orso marsicano, la biodiversità e l’ecosistema in cui vive. Questo riconoscimento è inserito nel progetto Life Arcprom, un programma internazionale che mira a migliorare la convivenza tra l’orso bruno e l’uomo in quattro Parchi Nazionali del Sud Europa, Prespa, Pindos settentrionale e Monti Rodopi in Grecie e, appunto, la Maiella.

Il marchio è stato conferito a 20 agricoltori e apicoltori che operano nei Comuni del Parco. Inoltre, uno studio commissionato dal progetto Life Arcprom ha valutato il valore economico generato dalla presenza dell’orso marsicano, attraverso la pubblicità gratuita generata da articoli e video sull’animale selvatico dal 2015 al 2020, stimando un valore promozionale di pubblicità indiretta pari a 9 milioni di euro.

Il progetto Arcprom e la nascita del marchio Bear Friendly – ha spiegato all’ANSA il presidente del WWF Luciano Di Tizio – vanno nella direzione indicata da sempre dal Wwf: per dare un futuro alle specie a rischio e proteggere ecosistemi minacciati è necessario lavorare in squadra, enti, istituzioni, associazioni, imprese. Ora i prodotti del Parco Maiella con il logo dell’orsetto avranno una marcia in più. Ci aspettiamo, dopo le prime 20, che nel 2023 altre aziende abruzzesi vorranno diventare ‘amiche dell’orso’“. 

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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