Il mondo del lavoro è in rapido cambiamento e produce continuamente nuovi concetti e nuove parole. La pandemia e le nuove tecnologie hanno accelerato ancora di più questi mutamenti. Sono emersi molti neologismi per descrivere le evoluzioni, le sfide e le opportunità di questo nuovo mondo. Riuscire a familiarizzare con queste nuove parole permettere di non sentirsi persi quando si parla di lavoro.

Le parole per un nuovo modo di lavorare

La pandemia e la digitalizzazione hanno dato una spinta verso un nuovo modo di svolgere il proprio lavoro. Spesso si tratta di intuizioni importate dall’estero e non hanno trovato un corrispettivo tra le parole in italiano.

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Terminata la stretta necessità di rispettare il distanziamento, il dibattito ora è incentrato su come regolarizzare lo smart working. La possibilità di lavorare organizzando tempi e spazi ha portato diversi benefici: i lavoratori hanno avuto più possibilità di conciliare vita personale e lavoro, i datori di lavoro hanno riscontrato un aumento della produttività.

Da questa possibilità sono scaturite altre nuove parole, alcune delle quali sono state recentemente messe in luce dagli esperti della piattaforma Babbel. La lista dei nuovi termini è però molto più lunga e comprende anche protagonisti aggiuntivi, come il concetto di South Working. A dispetto dell’inglese, si tratta di un fenomeno legato essenzialmente al nostro Paese: le modalità di lavoro agile hanno permesso a molte persone, le quali per lavoro avevano dovuto trasferirsi nel Nord Italia, di tornare nei propri luoghi di origine senza dovere abbandonare la propria professione. Questo fenomeno rappresenta una opportunità di sviluppo economico per il Mezzogiorno.

Una nuova organizzazione del lavoro

Le nuove parole del lavoro servono per descrivere anche i nuovi modi in cui le aziende stanno organizzando il proprio funzionamento.

Gli investitori richiedono sempre più spesso il rispetto dei criteri ESG (acronimo di Environmental, Social e Governance). In altre parole, si richiede che le aziende non producano solo profitti ma lo facciano in maniera sostenibile. Rispetto alla Governance, un luogo di lavoro attrae nuove risorse se crea un ambiente inclusivo, rispettoso delle diversità e promotore della parità.

Lavoratori e società hanno imparato a conoscere le parole welfare aziendale. Si tratta della scelta delle aziende di pagare i propri dipendenti non solo con il denaro, ma anche fornendo servizi e sostenendoli in alcune spese. Queste misure si sono dimostrate strategiche nel combattere il carovita.

Si è diffusa una nuova consapevolezza: secondo il Workplace Report 2023 realizzato da Gallup, in Italia solo il 5% dei lavoratori si dichiara coinvolto nel proprio lavoro. Questo significa che sono pochissime le persone a cui piace ciò che fanno. Per questo sono entrate nell’uso corrente alcune nuove parole. Innanzitutto burnout, che è la sindrome da esaurimento professionale per la quale si percepiscono demotivazione e stanchezza sul luogo di lavoro. Ne è seguita la Great Resignation, ovvero la massiccia presentazione di dimissioni volontarie, e il quiet quitting, la scelta di non lavorare più del minimo necessario.

Le aziende sono corse ai ripari utilizzando strategie che hanno – di nuovo – introdotto nuove parole del lavoro. Molte di queste sono legate alla formazione dei dipendenti: il reskilling, cioè l’imparare competenze nuove e non strettamente collegate al proprio lavoro, e l’upskilling, ossia l’espandere competenze già esistenti. Il tutto naturalmente in e-learning, una nuova parola per indicare le lezioni tenute a distanza.

Nuovi lavori da descrivere

Le nuove parole servono anche per descrivere un lavoro del tutto nuovo, inedito.

Alcuni termini in realtà sono entrati solo l’anno scorso nel nostro vocabolario per descrivere mansioni ancora senza nome: il prontista è un piccolo produttore di abbigliamento attento a cogliere le ultime tendenze della moda e a realizzare in brevissimo tempo le nuove collezioni. Al pronto soccorso il triagista ha il compito di assegnare la priorità ai pazienti.

Le parole veramente nuove sono perlopiù collegate alle innovazioni tecnologiche. Con la diffusione sempre più ampia del digitale, occorrono persone esperte di cybersecurity e cloud computing. Lo studio dei dati è diventato cruciale per moltissimi business e così è nata la specializzazione in data scientist.

Per emergere in un mondo così complesso, si sono diffusi i consigli per un buon personal branding, quelle strategie insomma per promuovere se stessi alla stregua appunto di un brand.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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