Il nuovo codice appalti ha acquisito efficacia il 1 luglio. Aumenta la semplificazione ma anche il rischio di illeciti. Uno dei punti focali del nuovo codice è la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto. Con la procedura telematica, le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di adottare metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni. Con l’aumento della semplificazione delle procedure, invece, si sblocca la gestione delle concessioni e, di conseguenza sarà più facile e veloce realizzare le opere pubbliche.

Codice appalti e principi generali

Il nuovo codice non è formato esclusivamente da una serie di regole ma comprende anche alcuni principi di base che oltre a definire l’interpretazione delle regole successive, rappresentano un modo diverso di approcciare questa materia. Ad esempio, i primi tre principi che fanno da cappello a tutto il resto, sono: il principio del risultato, il principio della fiducia e il principio dell’accesso al mercato. Il primo è il criterio per valutare la responsabilità dei funzionari e dei tecnici coinvolti in ogni fase del ciclo di lavorazione. Il secondo consente al funzionario pubblico di compiere scelte e valutazioni in autonomia. Il terzo è il “rispetto dei principi di concorrenza, di imparzialità, di non discriminazione, di pubblicità e trasparenza, di proporzionalità”.

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Codice appalti e Anac, dubbi e aspetti positivi

Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nutre il dubbio sulla trasparenza nei confronti delle concessioni sotto la soglia dei 150.000 euro che afferma sono numericamente i più significativi.
Con il nuovo codice, negli appalti si ha la stessa trasparenza della banca dati nazionale dei contratti pubblici. Si legge infatti sul sito dell’Anac: “… tutte le informazioni e le attività riguardanti l’appalto dovranno passare attraverso piattaforme telematiche interoperabili e confluiscono sul portale dell’Autorità, con l’acquisizione diretta dei dati”.

La novità della qualificazione per i servizi e le forniture

La SOA è la società organismi di attestazione che si occupa di verificare la capacità tecnico-finanziaria dell’impresa che partecipa alla gara di appalto. Garantisce inoltre, alla stazione appaltante che l’impresa di costruzioni è in grado di eseguire il lavoro oggetto della concessione. Il rilascio della certificazione SOA attesta che l’impresa è in possesso di requisiti sufficienti ad eseguire un’opera pubblica. Nel nuovo codice si prevede un meccanismo di qualificazione anche per i servizi e le forniture. Anche questo è un passo importante verso la semplificazione delle procedure di appalto ed ha l’obiettivo di eliminare possibili inefficienze e frodi.

Codice appalti e aspetti sociali

Nel nuovo codice vi sono anche una serie di previsioni volte a promuovere le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa per le persone con disabilità o svantaggiate. Aurora Donato è un avvocata che si occupa da anni di appalti pubblici e autrice del podcast “Appalti al volo“. In una intervista a noi rilasciata ha dichiarato che: “Un corpo normativo vasto come un codice dei contratti pubblici non può che avere luci ed ombre. Nel caso del nuovo codice appalti del 2023, sono sicuramente da leggere con favore tutte quelle previsioni che vanno nella direzione di un utilizzo degli appalti pubblici anche per portare avanti politiche sociali come la parità di genere e l’inclusione delle persone con disabilità. Il nuovo codice prevede anche misure per tutelare i lavoratori e le lavoratrici, con la disciplina del rispetto delle tutele di cui al CCNL individuato nel bando di gara”.

 

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Francesco Ravenda

Francesco Ravenda

Francesco Ravenda, informatico. Appassionato di gestione aziendale e di podcast, attento alle dinamiche sociali, mi piace informare, raccontando. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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