Il 10 agosto 2023 lo sciopero degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood ha raggiunto la durata di 100 giorni: non solo ha eguagliato, ma ha anche superato quello del 2007 e si posiziona come il più grande dal 1960. Continuano le trattative ma senza trovare un compromesso, la fine delle rimostranze sembra ancora lontana.

Gli sceneggiatori hanno iniziato a maggio e dal 13 luglio si è unito anche il sindacato degli attori americani Sag-Aftragli, che conta circa 160.000 iscritti. La protesta è contro l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), ossia i capi degli Studios, che dopo la fine dell’ultimo accordo il 30 giugno non hanno voluto riprendere in mano le trattative.

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Gli attori chiedono ai servizi di streaming come Netflix e Amazon un aumento dei diritti residuali calcolato sui dati di ascolto che le industrie non vogliono condividere e l’assicurazione che l’AI non sostituisca le persone, stabilendo chi sia il proprietario dell’immagine nel caso in cui l’Intelligenza Artificiale le riproduca. Lo sciopero prevede che le riprese vengano interrotte immediatamente e che le star non promuovano più neanche i film e le serie tv esistenti.

Gli Studios “sono totalmente responsabili dell’arresto di oltre tre mesi dell’industria e del dolore che ha causato ai lavoratori e a tutti coloro il cui sostentamento dipende da questa attività – ha dichiarato la WGA (Writers Guild of America) – Il costo della risoluzione degli scioperi della Wga e della Sag-Aftra è di gran lunga inferiore ai danni causati dalla loro intrattabilità“.

Gli effetti si ripercuotono non solo sugli attori e gli sceneggiatori di Hollywood

Gli effetti si ripercuotono su tutta la macchina del cinema. Un accordo tra le parti sembra ancora lontano e sono previste perdite per 3 milioni di dollari, gli stessi partecipanti sono rimasti disoccupati e Sag-Aftra ha annunciato di aver disposto una colletta di 15 milioni di dollari per chi è in difficoltà.

Uno degli eventi più significativi dello sciopero è stato durante la prima londinese di “Oppenheimer”, il nuovo film di Christopher Nolan, in cui dopo aver sfilato sul red carpet il cast ha lasciato l’evento, in solidarietà dei colleghi manifestanti. La presentazione invece dell’altro attesissimo film del momento “Barbie” di Greta Gerwig è avvenuta prima dell’inizio dello sciopero: gli attori dicono di sostenere la protesta quindi il tour per la stampa è finito in anticipo. In America escono titoli di giornale come “This Barbie is on strike” ossia “Questa Barbie è in sciopero”.

La Television Accademy e la FOX, che avevano annunciato gli Emmy il 12 luglio, cioè 48 ore prima che il sindacato Sag-Aftra si unisse allo sciopero per il 18 settembre 2023, hanno posticipato la data al 15 gennaio 2024 è la prima volta che succede dal 2001, dapprima a causa della caduta delle torri gemelle e poi per l’inizio della guerra in Afghanistan.

In Italia l’ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici, 100 autori e Writers Guild Italia, esprimono solidarietà ai colleghi americani e il 3 settembre 2023 alla Mostra del Cinema di Venezia si discuteranno i temi della ripartizione equa dei proventi, l’integrazione sostenibile dei nuovi modelli produttivi e dell’IA.

 

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Alice Pietrella

Alice Pietrella

Sono una webmaster freelance specializzata nella realizzazione siti web con codice CSS ( webopera.it )e un'aspirante giornalista iscritta al percorso dell'associazione italiana di giornalismo costruttivo. Scrivo di Italia e società nei settori del Made in Italy e dello spettacolo. Visita il mio sito web: alicepietrella.it

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