Il 5 gennaio 2024 scade il termine di presentazione delle domande per l’ottenimento del Reddito di Dignità, misura di welfare che la Regione Puglia gestisce in autonomia dal 2016.

L’edizione 2023 del Reddito di Dignità della Regione Puglia

Con determinazione dirigenziale del primo dicembre 2023, la Regione Puglia ha approvato il nuovo bando finalizzato all’erogazione del Reddito di Dignità. Le coperture sono pari a 15 milioni di euro. I requisiti per l’ottenimento del reddito sono prevalentemente anagrafici (età compresa tra il 18 e i 65 anni) ed economici (ISEE inferiore ai 9360 euro). La presenza nel nucleo familiare di disoccupati cinquantenni e di immigrati è criterio preferenziale all’ottenimento. Le domande possono essere presentate, tramite apposito portale, entro il 5 gennaio 2024. L’importo dell’assegno è pari a 500 euro mensili, percepibili per un massimo di dodici mesi.

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In aggiunta al Reddito di Dignità, la Regione Puglia ha varato anche la Dote di Comunità, un ulteriore assegno destinato alla copertura di spese per la fruizione di attività culturali e sportive. Misure simili non erano mai state erogate e rappresentano una rivoluzione nel modo di concepire i pacchetti welfare. La consigliera regionale pugliese delegata alla cultura, Grazia Di Bari, ha sottolineato l’importanza di inglobare la sfera dello svago e dello sport nelle misure di politiche attive per il welfare.

Reddito di Dignità Regione Puglia e manifestazioni di interesse imprenditoriali

Il varo del Reddito di Dignità (ReD) da parte della Regione Puglia risale al 2016. La misura rientrava nella fase di sperimentazione di tutele di analogo tenore, come il Reddito di Cittadinanza (RdC) e il Sostegno all’Inclusione Attiva (SiA). L’obiettivo iniziale era quello di garantire un sostegno economico alla popolazione impegnata nella ricerca di un’occupazione.

Peculiarità della misura di welfare della Regione Puglia è da sempre stata la finalità pratica del progetto. L’erogazione delle mensilità agli aventi diritto procede di pari passo alla raccolta di manifestazioni di interesse. Le manifestazioni di interesse possono essere presentate da soggetti pubblici, imprese con almeno un dipendente o associazioni di volontariato. I percettori del reddito ricevono formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro, in particolare negli ambiti pertinenti alle manifestazioni di interesse. I risultati sono valutati da assistenti sociali, chiamati case manager, che hanno il compito di seguire il candidato durante i 12 mesi di validità del progetto.

Gli ambiti territoriali, con maggior numero di percorsi attivati per i progetti collegati al Reddito di Dignità, sono stati quelli di Trani (502 percorsi attivati dal 2016) e Bari (300 percorsi). L’area di Bari ha presentato, dal 2016, ben 3023 manifestazioni di interesse.

Il Reddito di Cittadinanza, misura alternativa

Su scala nazionale, il Reddito di Cittadinanza (RDC) ha avuto validità temporale dal 6 marzo 2019 al 31 luglio 2023. La misura è costata tra i 31 e i 34 miliardi di euro ed è stata percepita da più di due milioni di cittadini italiani. Lo scopo del Reddito di Cittadinanza era quello di offrire un sostegno economico agli individui occupabili in età da lavoro. Rappresentava, inizialmente, una sorta di integrazione economica a carico dello Stato, per aiutare ad uscire dalla di povertà tutti coloro i quali percepivano modesti compensi o misure di cassa integrazione. L’importo dell’assegno mensile era destinato a variare, sulla base della composizione del nucleo familiare del beneficiario.

Il RdC rientrò, in seguito, in un percorso più complesso. Gli aventi diritto avrebbero dovuto prendere parte ad un percorso di inserimento nel mondo del lavoro, gestito dall’AnPal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro). Gli operatori dell’AnPal sarebbero stati coadiuvati, nel compito di ricollocare i beneficiari del reddito, dai navigator, figure selezionate con bando di concorso.

Nel periodo compreso tra 2019 e il 2023, l’erogazione del Reddito di Cittadinanza nazionale ha sostituito quella del Reddito di Dignità pugliese, per coloro i quali avevano già avuto diritto alla misura regionale.

L’evoluzione del Reddito di Cittadinanza e il confronto con il Reddito di Dignità

L’esito dell’applicazione del Reddito di Cittadinanza è stato controverso. Ha vissuto, sostanzialmente, una dicotomia. Da un lato, il RdC ha sostenuto milioni di persone che, durante il blocco dell’economia causato dalla pandemia, avevano perso la propria occupazione. Dall’altro, non ha mai spinto i beneficiari a cercare un’occupazione alternativa e reale. A fine luglio 2023, il governo Meloni ha sancito lo stop dell’erogazione del reddito agli aventi diritto, in condizioni di occupabilità.

A differenza del Reddito di Dignità pugliese, le nuove misure a copertura nazionale saranno limitate per tipologia di fruitori e per importo.

Dal prossimo primo gennaio 2024, il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito da due nuove misure: l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro. Il primo dei due sussidi sarà erogato agli individui, con ISEE inferiore ai 9630 euro annui, con più di 60 anni di età e dichiarati non abili al lavoro. L’importo massimo dell’assegno sarà di 500 euro a persona, percepibili per un massimo di diciotto mensilità.

Il secondo sussidio, invece, sarà destinato per un massimo di dodici mensilità agli individui di età compresa tra i 18 e i 59 anni, in grado di lavorare. L’importo è di massimo 350 euro mensili ed è finalizzato all’inserimento in percorsi di formazione e di accompagnamento alla professione. Non potrà essere rinnovato.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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