È in arrivo il Natale e già da qualche settimana le vie delle città sfoggiano maestosi alberi natalizi e sfavillanti luminarie. Una festività così suggestiva porta con sé tradizioni e memorie rievocate da grandi e piccini. Non è un caso che determinati profumi connessi al Natale ci riportino a tempi passati, lasciandoci con un sorriso sulle labbra.

Diversi studi confermano infatti che la rievocazione di ricordi grazie a determinate esperienze sensoriali condurrebbe a provare specifiche emozioni, offrendo uno stato di benessere psico-fisico. L’olfatto, più degli altri sensi, influenza i processi cognitivi e la percezione del mondo intorno a noi. Ma quali sono, quindi, le principali sostanze responsabili del cosiddetto profumo di Natale?

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Spezie e odore di neve fra tradizione e scienza

L’atmosfera natalizia è soprattutto olfattiva, grazie a profumi dalle note legnose e speziate provenienti da case e pasticcerie, dovuti a dolci e bevande contenenti cannella, chiodi di garofano, vaniglia, zenzero e scorze di agrumi.

La tradizione dei biscotti di Natale, a base di frolla con spezie come zenzero e cannella, affonda le sue radici in epoca precristiana. Inizialmente, il solstizio d’inverno si celebrava preparando un pane sacrificale per scacciare i demoni. Con l’arrivo del cristianesimo, subentrò un Pane di Natale chiamato Christstollen (appartenente alla tradizione tedesca) a base di costosi ingredienti esotici. Nella variante più piccola e con ingredienti più poveri, arrivarono subito dopo i biscotti di natale sulle tavole delle famiglie meno abbienti, tipici per il sapore deciso e l’aroma fornito dalle spezie.

Storicamente associate alla cultura culinaria natalizia, le spezie nel tempo hanno trovato sempre più largo impiego in cucina. Alcune delle loro proprietà benefiche (antiossidanti, diuretiche, digestive, antimicrobiche) e l’odore caratteristico sono ascrivibili a specifiche sostanze chimiche costituenti. La cannella deve l’aroma corposo all’aldeide cinnamica, l’eugenolo è uno dei composti aromatici presenti nei chiodi di garofano, la vanillina è la molecola che fornisce quell’inconfondibile odore delicato alla vaniglia, mentre il profumo agrumato proveniente dalle scorze d’arancia è imputato quasi esclusivamente al limonene.

Se da una parte il profumo di Natale rimanda alle spezie, dall’altra, nell’immaginario collettivo, si associa all’odore della neve. In questo caso, però, attribuirlo a una molecola in particolare è difficile. Gli stimoli olfattivi connessi al cosiddetto odore di neve sono veicolati al nostro cervello dal nervo trigemino, stimolato dal freddo. Quando si posa, la neve raccoglie i composti dell’aria, fra cui la geosmina, responsabile del tipico odore di terra. Se in città filtra fuliggine e povere, la neve che si posa sugli alberi porta con sé gli odori emessi dalle piante, dovuti a diversi terpeni, fra cui la sostanza che maggiormente caratterizza il profumo dell’albero di Natale: il pinene.

Profumo di Natale: gli odori che rievocano emozioni positive. Paesaggio invernale con alberi innevati (Unsplash - Ian Schneider).

Gli stati di benessere indotti dal profumo di Natale

Diversi studi sono stati condotti sulla correlazione fra stimoli olfattivi, memoria e benessere. Più degli altri input sensoriali, le informazioni olfattive sono infatti trasmesse alle aree cerebrali deputate alle emozioni (amigdala) e alla memoria (ippocampo). Tutto ciò è favorito dalla vicinanza dei bulbi olfattivi al complesso amigdala-ippocampo.

Uno studio pubblicato su Ambio su 194 partecipanti di differente età avrebbe identificato più aree del benessere influenzate da stimoli olfattivi boschivi:

  • benessere fisico sotto forma di relax, riduzione dello stress e abbassamento dei livelli di cortisolo; 
  • benessere spirituale sotto forma di maggiore connessione con la natura, indotto soprattutto dall’odore “terroso”;
  • benessere emotivo descritto da un vasto range di emozioni positive. In particolare, alcuni avrebbero dichiarato che l’odore del pino e delle pigne risvegliava in loro ricordi connessi al Natale e conseguentemente induceva uno stato di gioia e di diminuzione dell’ansia.

Secondo alcune ricerche, vi è una categoria di profumi connessi alla dimensione autobiografica che stimolano la sfera della nostalgia con implicazioni positive, sia a livello di senso di identità personale che di collettività sociale. L’uso di profumi per evocare ricordi trova impiego infatti nella terapia della reminiscenza, ovvero nel trattamento di una serie di disturbi neurologici connessi alla memoria, tra cui il morbo di Alzheimer.

Inoltre, un articolo su Journal of Business Research dal titolo “It’s beginning to smell (and sound) a lot like Christmas” avrebbe indagato la percezione dei profumi di Natale in presenza di musiche di sottofondo a tema, concludendo che questa combo invogli i consumatori a valutare favorevolmente negozi e prodotti in acquisto. Che sia quindi un Natale all’insegna delle atmosfere suggestive, preferibilmente puntando a creatività e sostenibilità anche a tavola.

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Giulia Polito

Giulia Polito

Mi piace considerarmi una persona multipotenziale: sto seguendo una carriera in ambito scientifico, ma ho anche una passione per la scrittura e credo fermamente nel potere della divulgazione. Scrivo di tutto ciò che mi incuriosisce e mi appassiona, soprattutto legato a società, cognitive skills e questioni di genere. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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