Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat lo scorso 9 gennaio, il nostro Paese registra un aumento di occupati e diminuiscono complessivamente disoccupati e inattivi rispetto allo scorso anno. Il periodo di riferimento preso ad esame dal principale ente statistico italiano riguarda il mese di novembre 2023.

Nel report si legge infatti che, rispetto all’ottobre dello stesso anno, l’occupazione è cresciuta principalmente tra le donne e le persone con un’età maggiore di 34 anni, di quasi 19mila unità. Incremento che si registra anche rispetto ai dati di novembre 2022, laddove l’Istat rileva che il mercato del lavoro è riuscito ad assorbire 520mila unità aggiuntive. Dal confronto annuale emerge un quadro positivo, che presenta al contempo un calo complessivo delle persone in cerca di lavoro (meno 71mila unità) e del numero di inattivi (459mila unità in meno).

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L’economia italiana e la situazione internazionale

I dati dell’Istat devono essere letti in continuità con la situazione economica internazionale. L’ente di ricerca, nella sua nota mensile sull’andamento dell’economia, scrive che “a fine anno (fine 2023, ndr), le prospettive economiche internazionali restano molto incerte”. Complici principalmente le tensioni geopolitiche presenti in Europa orientale e in Medio Oriente. Inoltre, le condizioni finanziarie si presentano ancora “restrittive per famiglie e imprese”.

Ma se è vero che a novembre la produzione industriale, nel nostro Paese, ha fatto registrare un ulteriore calo congiunturale rispetto al mese precedente, il potere d’acquisto delle famiglie è invece in risalita, così come la propensione al risparmio da parte degli italiani, che è in leggera ripresa.

Secondo l’Istat, “le condizioni del mercato del lavoro restano solide”. Ma quel che è più importante da rilevare, è il miglioramento della fiducia di famiglie e imprese. Come scrive l’economista Luigino Bruni su IlSole24Ore, in un articolo dell’agosto 2022, “l’economia è sempre stata più grande dell’economia. E continua a esserlo”. Dietro numeri e statistiche c’è un “un universo di segnali, […] un codice per decifrare la grammatica dell’anima degli individui e delle società” .

Istat, l’aumento dell’occupazione e il nodo degli inattivi

Particolarmente incoraggiante resta la diminuzione del numero di inattivi rispetto a novembre 2022. Anche se le cifre sono tali per cui è difficile affermare che le cose si siano normalizzate. L’Italia infatti “è la peggiore in Ue per giovani inattivi”, che ammontano a circa 1,6 milioni, secondo i dati di Confartigianato pubblicati a maggio 2023.

Secondo l’analisi del sociologo del lavoro Emilio Reyneri, la condizione di inattività in Italia è riconducibile a fattori legati a convinzioni radicate e ad abitudini consolidate (L’Eco di Bergamo, 20 febbraio 2020). Inoltre, l’attuale situazione si spiega anche in ragione del fatto che nel nostro Paese il mercato del lavoro è polarizzato verso il basso. Una delle modalità per affrontare questo impasse resta la formazione continua, che permette di far incontrare domanda e offerta di lavoro.

I dati dell’Istat sull’aumento dell’occupazione

Se è vero che gli elementi problematici che la realtà ci presenta non vanno ignorati, è altrettanto vero che la complessità va analizzata con grande cura. Assai spesso, invece, ci troviamo davanti ad un tipo di informazione che si nutre dello stesso malessere che trasmette, influenzando negativamente i lettori. I dati presentati dall’Istat, al contrario, confortano, ridando speranza e voglia di futuro a un Paese che assai spesso è parso rassegnato e con poca voglia di scommettere.

Il divario tra percezione della realtà e realtà stessa, che vige nel sistema mediatico italiano (e non solo), genera un impatto psicologico devastante, che non possiamo più permetterci. Sarebbe tempo di iniziare a colmare questo divario, non dimenticando che dietro l’economia c’è l’uomo, con le sue passioni ed emozioni.

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Diego B. Panetta

Diego B. Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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