Ancora una volta si torna a parlare di  “settimana corta”, ovvero della settimana lavorativa di quattro giorni. Quello che sorprende è che l’ultimo Paese a virare verso questa scelta sia l’iperproduttiva Corea del Sud. Soltanto un anno fa, il Paese asiatico si era contraddistinto per una proposta di segno opposto.

Secondo gli osservatori, il dietro front del Governo è da ricercare nella grave crisi demografica che vive il Paese e nel forte stress lavorativo vissuto dai giovani. Preoccupazioni condivise con diversi Stati occidentali, che da qualche anno stanno provando ad introdurre misure simili. A giudicare dai risultati pervenuti, gli effetti sono di gran lunga positivi, sia in termini di benessere psico-fisico che di produttività aziendale.

La settimana corta in Italia

La società NielsenIQ ha recentemente condotto una ricerca per Axpo Italia in cui emerge una situazione chiara anche per quanto riguarda il nostro Paese. L’80% degli intervistati si dice infatti favorevole alla settimana corta. L’aspetto più interessante emerge però dalle motivazioni a sostegno di tale scelta.

Tre persone su quattro ritengono che ciò possa generare benefici, consentendo una maggiore cura di figli e genitori anziani. Ma anche un miglior  benessere psico-fisico e un rapporto più equilibrato tra lavoro e vita privata. Aspetti su cui gli intervistati sarebbero addirittura disposti a fare più di qualche sacrificio. E il Governo, invece, cosa ne pensa?

Ad aprile il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha dato la disponibilità del Governo “a prevedere strumenti per incentivare […] la sperimentazione della riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario” e produttività (Il Sole 24 Ore, 12 aprile 2024). Terreno sul quale maggioranza e opposizione sembra abbiano trovato un’intesa.

Settimana corta e imprese

Mentre la politica discute ed esamina, le imprese agiscono e camminano. La sfilza di aziende che sta già sperimentando la settimana corta è in costante aumento.

Secondo un report della  Henley Business School, il 64% delle aziende che ha adottato la settimana lavorativa di quattro giorni, ha registrato un incremento di produttività. L’85 % delle imprese ha inoltre riscontrato uno stato di miglior benessere dei dipendenti, dato suffragato dal Journal of Occupational Health Psychology, in cui si legge che la settimana breve può ridurre i livelli di stress e migliorare la soddisfazione lavorativa.

Tra i grandi gruppi italiani ad accorgersene e a sperimentarla troviamo: Lavazza, Luxottica, Lamborghini, Intesa Sanpaolo, ma è all’estero che è stata testata, ancor prima che in Italia, al punto da divenire una presenza stabile già da tempo.

La settimana corta: una realtà in molti Paesi del mondo

In Islanda, che ha sperimentato i “quattro giorni lavorativi” sin dal 2015, l’86% della popolazione attiva lavora quattro giorni a settimana o ha diritto a negoziare questa modalità di lavoro.

Oppure alla Spagna, che ha iniziato a testare la settimana corta a partire dal 2021. Un percorso parzialmente differente ha invece seguito il Belgio, che nel 2022 ha introdotto i quattro giorni lavorativi, ma senza tagliare le ore. La nazione belga ha inoltre il record di essere stato il primo Paese in Europa a varare una legge sulla settimana lavorativa corta (Spazio Pubblico-Cgil, febbraio 2024).

Sempre nel 2022 è stato stabilito un nuovo record da parte del Regno Unito che è riuscito a coinvolgere, nella sperimentazione dei quattro giorni lavorativi, ben 65 imprese. Secondo 4 Day Week, il Regno Unito si piazza al secondo posto, dietro Stati Uniti, per numero di aziende che hanno adottato la settimana corta, seguito dal Canada. A febbraio di quest’anno è stata infine la volta della Germania.

Un’opportunità per migliorare benessere e produttività

Tuttavia, non è nostra intenzione sorvolare su alcuni aspetti problematici connessi a specifici sistemi produttivi, come quello italiano. Secondo i dati dell’Osservatorio Digitale Pmi, curato dal Politecnico di Milano, il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è infatti formato per il 95% da microimprese e per lo 0,09% da grandi imprese.

Considerando che la settimana corta è stata sperimentata soprattutto in aziende di dimensioni importanti, è evidente che in Italia è necessario trovare accorgimenti ulteriori. Aspetto, tuttavia, che non può rendere superflui i dati che emergono dall’introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni a partire dall’incremento di produttività delle aziende e dal maggior benessere dei dipendenti. Dovrebbero essere proprio questi due fattori a ispirare imprenditori e lavoratori verso la ricerca di nuovi orizzonti che sappiano conciliare le ragioni dell’uomo a quelle della produzione.

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Diego Benedetto Panetta

Giurista con specializzazioni in campo notarile, societario e canonistico. Accanto alle norme, una grande passione per la retta filosofia, senza la quale codici e leggi possono ben poco. Autore di tre libri, collabora inoltre con riviste specializzate e testate online, tra cui BuoneNotizie.it.

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