La violenza sulle donne in Spagna è un tema che è stato affrontato concretamente con dei provvedimenti a livello legale, procedurale e culturale. La penisola iberica è un esempio di buona pratica europea che ci mostra che è possibile combattere la violenza domestica e di genere e ci offre un modello replicabile nei Paesi, come l’Italia, con caratteristiche socio-culturali simili.

La tutela delle donne nella storia spagnola

La Spagna è uno Stato che storicamente ha sempre dimostrato un’alta sensibilità alle questioni sociali e in particolare verso quelle sulla violenza di genere. All’inizio degli anni ’30 del 1900 la penisola iberica aveva adottato politiche egualitarie fra i sessi fra le più innovative del continente sul tema della parità tra uomini e donne, ma la dittatura di Franco limitò le conquiste fatte fino ad allora su tutte le tematiche afferenti ai diritti della persona.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Terminata la dittatura, la Spagna ha voluto recuperare velocemente il divario con i Paesi europei sul tema di diritti civili e individuali. Dal periodo conosciuto come la “transizione democratica” (1977 – 1982) in avanti, la Spagna ha messo in atto politiche che hanno affermato in modo sempre più netto la parità dei sessi e il diritto di tutela delle donne vittime di violenza.

Le pietre miliari nella tutela delle donne

La Costituzione spagnola del 1978 sancisce formalmente l’uguaglianza tra uomini e donne, in netto anticipo rispetto alla sensibilità internazionale. Nel 1982 venne fondato l’Istituto delle Donne, anno in cui si fa risalire la nascita del “femminismo spagnolo di Stato“, movimento di tutela dei diritti rosa che ha segnato le battaglie politiche dei partiti socialisti spagnoli.

Nel 1986 la Spagna entra nella Comunità Europea, dando vita a una serie di provvedimenti all’avanguardia in materia di legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, di partecipazione femminile nella politica e di congedo di maternità. Nel 1987 il caso di violenza Ana Orantes, uccisa per mano del marito, dà vita a una serie di movimenti che smobilitano l’opinione pubblica e l’impegno politico sul tema della violenza di genere.

Nasce così il Piano di azione, nel 1998, che porterà a una serie di leggi, negli anni dal 2004 al 2010, che hanno rivoluzionato l’approccio spagnolo alla gestione del tema e che culminano nel Patto di Stato contro la violenza di genere del 2016. In pochi anni la Spagna rivoluziona la legislazione e la cultura a tutela delle donne.

Le soluzioni contro la violenza sulle donne in Spagna

La Spagna è stata uno dei primi Paesi europei a monitorare il numero dei femminicidi, partendo nel 2003, grazie all’azione congiunta di diverse istituzioni coinvolte. Dal 2004 l’Osservatorio nazionale sulla violenza di genere si occupa di valutazioni, consulenze e di coordinamento di attività interministeriali, collaborando costantemente con il Ministero della Giustizia e l’Istituto nazionale di Statistica.

I dati e le informazioni che sono emerse dall’importante lavoro svolto dall’Osservatorio hanno reso possibile lavorare su una sensibilizzazione radicale sulla prevenzione e il contrasto della violenza.

Il ruolo dei media

Nel 1998 la Legge Generale sulla Pubblicità stabilisce l’illegittimità delle discriminazioni sessuali all’interno delle attività commerciali, opponendosi alla mercificazione del corpo femminile e alla veicolazione di modelli offensivi di comunicazione.

Parallelamente a questo si è agito sul vocabolario del popolo spagnolo, con importanti operazioni di promozione del cambiamento linguistico, determinando lo sviluppo un linguaggio consono per i media che parlano di abusi di genere e promuovendo un lavoro di autocritica anche all’interno delle redazioni dei principali organi stampa.

I programmi di recupero per gli autori della violenza

Oggi in Spagna esistono ben tre programmi di recupero rivolti agli autori delle violenze di genere: due nell’ambito delle iniziative previste all’interno degli istituti penitenziari e uno a partecipazione volontaria, al di fuori delle imposizioni della Giustizia.

Diversi studi hanno negli anni dimostrato l’efficacia dei programmi di recupero nel prevenire il ripetersi dei reati e in particolare i test clinici hanno evidenziato come al termine di queste iniziative i maltrattanti rivelassero un importante cambiamento psicologico, in termini di approccio all’altro sesso, alla gelosia e ai rapporti relazionali.

Tribunali speciali e formazione

Il legislatore iberico ha deciso che la violenza sulle donne in Spagna debba essere trattata da specifici tribunali dedicati al tema. Oggi sono presenti 106 Tribunali impegnati esclusivamente sulla violenza di genere accompagnati da numerose iniziative di formazione promosse verso agli operatori tecnici, ma anche verso la collettività in generale, con programmi specifici nelle scuole e nelle università. La specializzazione delle istituzioni è un tema cruciale e uno degli strumenti migliori da mettere in campo, come sostiene anche Fabio Roia, il magistrato italiano “delle donne”:

“Specializzazione significa conoscenza di scienze complementari che sono assolutamente fondamentali per arrivare a un buon giudizio. Per esempio, bisogna capire che la caratteristica di una donna che subisce violenza è quella di una vittima particolare: è una donna fragile, che ha subito una pluralità di traumi, che mostra una ambivalenza di sentimenti e fa dei racconti “a cascata”. La donna potrebbe sostenere una cosa in un momento di crisi e, risentita in una fase diversa del ciclo della violenza, potrebbe invece tendere a minimizzare le cose. Se non si hanno le conoscenze è difficile affrontare con competenza una situazione di violenza di genere.”

Oggi i tribunali iberici rilevano un aumento delle denunce inerenti alla violenza sulle donne in Spagna del +10%, a dimostrazione del fatto che un numero sempre maggiore di donne non rimane più in silenzio di fronte agli abusi subiti e si rivolge alle istituzioni per difendere il proprio diritto ad una vita libera da violenza.

Condividi su:
Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale. Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese. Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici