Lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto forti ripercussioni sui mercati dell’energia. Fino al 2021, la Russia era il principale importatore di gas in Italia. Nel 2022, le forniture hanno avuto un calo drastico. A novembre 2022 solo il 3% del gas è arrivato dalla Russia contro il 38% del 2021. I Paesi importatori di gas durante il 2022 sono stati il Qatar, Trinidad, Tobago, Guinea Equatoriale e Norvegia.

Inoltre, dati i rincari che le materie prime hanno subito a partire da metà del 2021, il governo ha dovuto adottare delle misure di contenimento dei costi per fronteggiare la crisi energetica e salvaguardare non solo le tasche degli italiani, ma anche l’ambiente. Nell’ottobre 2022 è stato emanato il decreto che definisce le modalità di funzionamento degli impianti termici di riscaldamento, alimentati a gas naturale, per attuare un risparmio energetico.

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Le alternative al gas russo dopo il conflitto

La guerra ha stravolto anche i Piani riguardanti le forniture delle risorse. La decisione di ridurre drasticamente l’importazione di gas russo è solo il primo passo verso l’azzeramento totale dei flussi. Eni ha dichiarato l’obiettivo di volere eliminare definitivamente il gas russo entro l’inverno 2024-2025: i gasdotti che dalla Russia portano il gas in Europa funzionano a basso regime o sono fermi.

I dati sulle importazioni di gas in Italia nel 2022 non sono ancora definitivi, anche se la Russia da fornitore principale è diventato quello di minore importanza. Le importazioni dalla Russia sono notevolmente diminuite: dal 2021 al 2022 la quota di gas è passata da un quasi 40% al 3%. Attualmente l’Algeria detiene il primo posto come fornitore dell’Italia, con una quota pari al 39,9%.

Per fronteggiare la necessità di importare meno gas dalla Russia, il governo negli ultimi mesi si è mobilitato per trovare in tempi brevi delle alternative. A partire dal 2023, sono stati siglati importanti accordi tra cui quelli tra Eni e Sonatrach in Algeria, il secondo fornitore italiano, per aumentare le forniture di gas tramite il gasdotto Transmed, quello che giunge fino a Mazara del Vallo.

L’obiettivo è arrivare a 9 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi a partire dal biennio 2023-2024. Un altro accordo di notevole importanza è quello stilato dall’Eni con l’Egitto per l’invio di altri 3 miliardi di metri cubi in Europa e in Italia.

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I giacimenti di gas in Italia

In Italia la quota prodotta di gas è molto bassa: solo il 4,4% del gas che consuma, per un totale di 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale. Su circa 1.300 giacimenti attivi, quelli utilizzati sono poco più di 500, anche per le leggi come la 133/2008 che ha posto diversi divieti sull’estrazione nell’Adriatico settentrionale, una delle zone più ricche di giacimenti. Lo scopo è arrivare ad estrarne altri 2,2 miliardi di metri cubi per un totale di oltre 5,5 miliardi di metri cubi.

La Regione italiana in cui si estrae più gas è la Basilicata, seguita da Sicilia, Emilia-Romagna e Molise.

Gli impianti di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto (GNL) in Italia sono tre. Quello di Panigaglia, in provincia di La Spezia, quello di Rovigo e quello di Livorno, in grado di ricevere circa 12,3 miliardi di metri cubi di gas. In futuro potrebbero venire costruiti altri due rigassificatori al sud, a Gioia Tauro e a Porto Empedocle.

Il GNL deve essere rigassificato prima di poter essere immesso nuovamente nella rete di distribuzione nazionale. Si tratta di una procedura che viene eseguita in impianti specializzati.

 Le prospettive future riguardo alle risorse energetiche

L’obiettivo per il Belpaese è trovare una soluzione per diventare indipendente nel lungo periodo dalle importazioni dalla Russia e non solo. Il futuro sarà investire nelle energie rinnovabili come solare, eolica o biogas. Impiegare fondi nelle rinnovabili significa anche contrastare l’esaurimento di risorse, come quelle del gas naturale e in particolare fronteggiare i problemi a livello globale come il riscaldamento climatico.

Nel breve periodo, nonostante gli investimenti nel settore delle rinnovabili, il gas naturale e il gas naturale liquefatto continueranno a rappresentare delle risorse importanti per soddisfare il consumo energetico nazionale. La crescita del settore delle rinnovabili, accompagnata da un uso maggiormente consapevole dell’energia, porterà a una riduzione progressiva delle importazioni dalla Russia e da altri Stati per favorire l’indipendenza energetica.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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