La dicotomia tra luce e oscurità è l’impalcatura su cui abbiamo costruito la cultura occidentale. Consideriamo la luce simbolo di progresso e sicurezza, associamo al buio paure, tenebre e perdizione. Eppure la notte è “l’habitat dei sogni, dei buoni propositi e dei piani coraggiosi che di giorno diventano chimere”.

È solo di notte che si riesce a scorgere “la propria casa nell’Universo”, la Via Lattea che oggi, a causa dell’inquinamento luminoso, il 60% degli europei non è più in grado di ammirare.

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Cieli neri: il libro di Irene Borgna ci insegna a viaggiare lontano dall’inquinamento luminoso

È l’oscurità ad averci indicato la retta via sin dagli albori. Prima dell’invenzione della bussola, l’uomo si orientava guardando le stelle. Oggi, a causa dell’eccesso di luce artificiale nei centri abitati, la visione notturna del cielo stellato sta del tutto scomparendo. Oltre ai danni tangibili che crea, come l’alterazione del ciclo sonno-veglia nell’uomo e negli animali, lo spreco energetico e l’aumento delle emissioni, l’inquinamento luminoso sottrae alla notte una parte di bellezza.

Così l’antropologa alpina, guida naturalistica e divulgatrice ambientale Irene Borgna è partita con il suo compagno Emanuele e la sua cagnolina Kira alla volta delle stelle, raccontando in “Cieli neri” il suo viaggio straordinario in camper a caccia del buio perduto. Le pagine del libro ci restituiscono la bellezza della notte e dimostrano che un cielo senza inquinamento luminoso è sì sempre più raro, ma non impossibile da trovare. L’itinerario ha preso forma grazie a una serie di fonti, tra cui “Atlante mondiale dell’inquinamento luminoso” di Fabio Falchi e DarkSiteFinder.com, sito che pubblica la mappa mondiale dei luoghi poco illuminati, quelle aree dove la notte è ancora buia.

L’autrice ha selezionato alcune località remote in Europa e in Italia, in altura e lontane dai centri abitati. Fino a 200 km di distanza infatti l’inquinamento luminoso è ancora elevato. Lampioni, insegne dei negozi, luci nelle case, tutto contribuisce alla creazione di un alone chiaro che sale in cielo fino ad offuscare le stelle.

I luoghi del viaggio alla ricerca del buio

In Val Bavona (Canton Ticino, Svizzera), prima tappa, la rete elettrica non ha mai raggiunto le strade e le case. Nel corso dei secoli si sono susseguite frane e alluvioni che hanno reso l’intera area ostile. A Foroglio in estate abitano un centinaio di persone, da novembre a marzo nessuno. Qui Irene Borgna per la prima volta ha percepito il vero buio, rivelatosi meno buio un istante dopo: gli occhi si abituano e riescono a cogliere la bellezza del momento. L’oscurità totale non esiste sulla Terra.

Il viaggio prosegue in Austria, tra Stiria e Carinzia, nel Parco Naturale Zirbitzkogel-Grebenzen, dove il cielo “incanta e non spaventa”. Nemmeno qui c’è illuminazione pubblica, le strade che conducono alle case sono prive di lampioni e le abitazioni sono distanti, nascoste tra gli abeti e i campi coltivati.

È il turno della Germania, in Baviera e nel Parco Naturale Westhavelland, poi dei Paesi Bassi con i Parchi Nazionali di Schiermonnikoog e Lauwersmeer, per finire con le nostrane Alpi Occidentali e l’Altopiano della Gardetta, “un’ondulata distesa di rocce e pascoli, sospesa oltre i duemila metri nelle Alpi Cozie cuneesi”, dove l’autrice ha scelto di vivere. Tra le impronte fossili di dinosauri, i bunker militari, i minuscoli e lontani centri abitati, la luna è così bella da sembrare surreale. Qui è facile convincersi che “l’unica luce artificiale davvero buona di notte è la luce spenta”. 

Inquinamento luminoso Italia: ognuno può fare la sua parte

Irene Borgna in “Cieli Neri” ci insegna a viaggiare in modo differente, ad apprezzare il buio e a comprenderne l’importanza da un punto di vista sociale oltre che estetico.  Le future generazioni hanno diritto a una terra integra e non contaminata, a un cielo puro e ricco di stelle.

L’Italia è tra i Paesi con i più alti livelli di illuminazione artificiale, cieli senza inquinamento luminoso restano solo in una piccola zona della Sardegna, in Alto Adige e sulle Alpi. Per questa ragione è nata l’associazione Cielo Buio a difesa del cielo notturno e, in generale, tutti i Paesi europei ne hanno almeno una. L’Emilia-Romagna, tra le regioni più interessate dal fenomeno, si è dotata di un regolamento per tenerlo sotto controllo. Sono stati specificati i requisiti tecnici ed energetici che gli impianti di illuminazione privati e pubblici devono possedere per essere considerati a norma anti-inquinamento luminoso e sono previste sanzioni in caso di infrazione.

Illuminandoci di meno e meglio, con lampade a LED a basse temperature di colore, ognuno può contribuire attivamente alla riduzione dell’inquinamento luminoso e alla difesa del nostro cielo stellato, fonte perenne di ispirazione e bellezza.

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Mariarita Persichetti

Mariarita Persichetti

Laureata in Management con una tesi in marketing territoriale. Viaggio, scrivo, fotografo e degusto formaggi. Su Buonenotizie.it parlo di progetti sostenibili e innovativi nel turismo, cultura gastronomica e mondo. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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