Si potrà prevedere veramente un terremoto nel futuro immediato? I ricercatori sono cauti.

Prevedere un terremoto è il sogno di migliaia di ricercatori in tutto il mondo. ‘Sogno’ e non obiettivo perché riuscire a prevedere un evento prima che si verifichi, in un luogo e tempo preciso, è pura fantascienza. Il traguardo della scienza dei terremoti per ora è quello di individuare segnali o tracce di un evento sismico prima che esso si verifichi e da lì partire per studiare il fenomeno sismico in un modo tutto nuovo.

Gli aggiornamenti “dallo spazio”

Mesi fa avevamo raccontato del ruolo dei satelliti nel prevedere un terremoto. C’è una missione che dal cuore dell’Italia si spinge verso il profondo Oriente per dare vita alla CSES-Limadou collaboration. Quest’ultima vede la partecipazione italiana dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Università di Trento e Tor Vergata, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Hanno creato una partnership con il Centro per lo Studio sui Disastri Naturali di Pechino che fornisce i satelliti e le attrezzature necessarie per finalizzare il modello co-sismico.

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Come spiega Mirko Piersanti, ricercatore dell’INAF-IAPS di Roma, intervistato da Buone Notizie: “Il modello si riferisce al momento della rottura della faglia, adesso stiamo lavorando per capire cosa succede un attimo prima dell’evento sismico“.

Facciamo un passo indietro. Negli ultimi anni è nato un modello analitico per spiegare e interpretare la scossa. Prima i segnali venivano estrapolati dai sismografi e non esistevano formule matematiche che spiegassero un terremoto e i suoi movimenti. La CSES-Limadou è stata la prima al mondo in grado di creare un modello matematico che individui tracce di un terremoto nella ionosfera.

Come risuonano i terremoti nello spazio?

Per prevedere un terremoto questo deve sicuramente lasciare tracce prima, durante e dopo l’evento. Il modello co-sismico è semplice, sostiene Mirko Piersanti: “La scossa fa muovere il terreno e l’aria appena sopra, questo moto genera un’onda chiamata gravito-acustica che si propaga sopra l’epicentro fino alla ionosfera: lo strato più esterno“. I satelliti cinesi sono dotati di rilevatori di campo elettrico, magnetico e plasma. Quando l’onda raggiunge la ionosfera sposta il suo stato da quiete a disordine. La fascia più esterna dell’atmosfera emetterà delle onde per tornare in quiete e queste verranno captate dai satelliti CSES. Sarà la prova di un moto violento avvenuto sulla crosta terrestre.

Non sempre il moto di pressione si propaga dalla terra alla ionosfera: dipende dalla temperatura del terreno. Per esempio durante il sisma de L’Aquila del 2009 la temperatura del terreno era troppo bassa per far sì che l’onda si spingesse fino ai satelliti; non si riuscì a spiegare il perché, oggi finalmente sì.

Prevedere un terremoto è l’obiettivo di una vita di studio

L’obiettivo adesso è testare e verificare i limiti del modello co-sismico per migliorarne i risultati. A gennaio 2023 partirà CSES 02 che seguirà l’1 ormai in orbita dal 2018. Tutti i dati raccolti nel tempo andranno a verificare la veridicità della teoria: “Contemporaneamente studieremo il fenomeno pre-terremoto sempre a livello analitico — ovvero cosa succede prima dell’evento — per prevedere anche di pochi minuti un terremoto nello spazio specifico e nel tempo specifico” afferma il ricercatore. Questo è il sogno di tutti gli studiosi di terremoto al mondo.

Il progetto sperimentale che rileva i movimenti sismici MEGLIO di un sismografo

Stanno arrivando risultati incoraggianti dal progetto MEGLIO sviluppato da Open Fiber: un sistema innovativo e sperimentale in grado di rilevare i terremoti grazie alla fibra ottica installata su tutto il territorio nazionale.

MEGLIO, acronimo di measuring earthquakes signals gathered with laser interferometry on optic fibers, lavorerebbe come una sorta di sistema nervoso da qui a due anni. I nervi sono la fibra ottica installata sotto terra che si dirama e raggiunge ormai tutto il territorio. Questi cavi funzioneranno come ‘microfoni’ capaci di intercettare ogni singolo suono, movimento o vibrazione proveniente dalla crosta terrestre.
Il sistema potrebbe segnalare e prevedere il terremoto a partire da segnali che lo preannunciano, i metodi attualmente disponibili non sono in grado di farlo. MEGLIO è ancora in sperimentazione, vediamo se nel corso di questi prossimi due anni lo studio effettuato in laboratorio porterà ad una corretta applicazione sul campo.

 

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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