Ogni epoca ci pone di fronte a sfide inedite e negli ultimi anni i cambiamenti che le nuove generazioni si sono trovate ad affrontare sono potenti. Rafforzare le proprie capacità di adattamento fin da piccoli è essenziale. L’introduzione dell’innovazione sociale a scuola muove da questa esigenza: sviluppare abilità e forma mentis che consentano di affrontare la vita e le dinamiche sociali in modi non convenzionali, ma creativi e coraggiosi. Sono molti i progetti già in essere, che mostrano l’importanza di un’integrazione trasversale di tali competenze nei percorsi educativi.

Perché introdurre l’innovazione sociale a scuola?

Da alcuni anni, parte del sistema educativo ha iniziato ad esplorare nuovi modi per aiutare i giovani a vivere serenamente la crescente complessità sociale. Una scelta è stata quella di integrare le competenze dell’innovazione sociale a scuola, proponendo una didattica trasformativa, aperta ed esperienziale, volta ad ispirare e attivare il cambiamento in un mondo in rapida evoluzione.

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Portare l’innovazione sociale a scuola, significa integrare nella formazione una specifica mentalità e una serie di abilità caratterizzate dalla curiosità e dalla convinzione che ci siano molteplici modi, spesso ancora inesplorati, per affrontare sfide complesse. L’obiettivo è quello di stimolare gli studenti a sviluppare fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, favorendo atteggiamenti di empatia, apertura e presenza.

Mettere in pratica una didattica aperta, trasformativa, esperienziale

L’innovazione sociale, così come intesa dagli istituti che la stanno integrando nei programmi didattici, ha un’impostazione transdisciplinare; gruppi di persone che lavorano insieme in un processo estremamente dinamico di reciproca contaminazione e trasformazione. Da questa energia creativa emergono idee e visioni nuove.

Sono principalmente tre le tipologie di abilità e mindset che vengono potenziate: i processi partecipativi, ovvero un’interazione dinamica con il territorio, le persone, le organizzazioni, le imprese sociali; il pensiero sistemico, che si traduce in un’apertura ad una visione d’insieme per una percezione più chiara e profonda delle dinamiche sociali della propria realtà e infine, la progettazione guidata da un approccio iterativo, che lascia ampio spazio ad esperienze su campo, test e prototipazioni. Oltre a queste, ci sono altre qualità importanti sulla quali lavorano gli studenti: la creatività, il pensiero critico, il problem solving, l’arte del dialogo, il pensiero laterale.

Un esempio di università che ha introdotto molti di questi aspetti nel piano di studi, è quella della Universidad del Desarrollo (UDD) in Cile. Le facoltà offrono circa 20 corsi di innovazione sociale che includono: politiche pubbliche e cittadinanza, sostenibilità, inclusione, benessere e qualità della vita, gestione dell’emergenza e urbanistica, con l’intento di aiutare gli studenti a sviluppare posizioni critiche nei confronti delle realtà sociali nazionali, coinvolgerli attivamente in iniziative sociali che perseguano il bene comune e aiutarli ad analizzare i diversi contesti socio-culturali e il loro rapporto con lo sviluppo della politica pubblica.

Un’altra realtà che integra l’innovazione sociale nei percorsi didattici è il Collegio del mondo Unito: in Italia ha sede a Duino e tra le varie iniziative rivolte agli studenti, ha avviato nel 2021 assieme ad altri diciotto partner del Terzo Settore regionale, il progetto “Giovani Volontari On-line” con percorsi di volontariato che coinvolgono ragazzi tra i 14 e i 19 anni.

Attuare il cambiamento fin da piccoli: il progetto europeo NEMESIS

Pochi mesi fa si è concluso il progetto europeo Nemesis, un’iniziativa che ha coinvolto scuole elementari e medie di cinque paesi: Francia, Grecia, Portogallo, Spagna e Regno Unito. L’idea di partenza era quella di portare l’innovazione sociale a scuola, con l’obiettivo di creare un modello educativo corredato da strumenti pratici, per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento di competenze per attuare il cambiamento. Gli istituti hanno realizzato numerosi progetti basati su una combinazione di pedagogia innovativa e pratiche educative contemporanee. Uno tra questi è il progetto del LEAF Centre del Regno Unito volto a restaurare la vecchia casa del custode presso la Rockingham Junior & Infant School. L’intera scuola, insieme a rappresentati della polizia, del consiglio municipale, della chiesa e dei genitori, ha iniziato a lavorare con un architetto per riprogettare l’edificio, adattandolo alle esigenze degli studenti.

Nemesis si sta allargando a nuovi ambiti educativi e zone geografiche, con l’obiettivo di diffondere forme di apprendimento collettivo basate sulla collaborazione tra istruzione, innovatori sociali e comunità. Guide per insegnanti, materiali di formazione e progetti degli studenti sono liberamente accessibili su una piattaforma di apprendimento aperto per l’innovazione sociale a scuola.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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