Cinquant’anni fa, la prima missione spaziale che portò l’uomo sulla Luna. Negli anni ’20 del 2000 l’uomo tornerà a toccare il suolo lunare trainato dalla sete della conoscenza spaziale. Il nuovo obiettivo delle multinazionali impegnate nell’esplorazione dell’universo sarà quello di costruire una base spaziale sull’orbita lunare instaurando una presenza autosufficiente. Sarà più semplice raggiungere il satellite da quel punto in poi; la nuova stazione rappresenterà il punto di partenza per lanciarsi in nuove scoperte al di fuori dell’orbita terrestre, come ad esempio Marte. Di nuovo, rispetto al 1969, ci saranno veicoli, strumentazioni, materiali, conoscenze e consapevolezze. Non sarà un viaggio alla ricerca dell’ignoto, ma si affronterà un nuovo allunaggio sapendo cosa c’è dall’altra parte. Negli ultimi trent’anni decine di sonde hanno raccolto dati sufficienti sulla superfice lunare per prepararci al lancio della NASA Artemis II in programma per il 2024.

Orion porterà l’essere umano a sorvolare l’orbita lunare

Una missione spaziale del calibro di Artemis presuppone dei lanci di prova e numerose missioni in orbita lunare prima di scendere definitivamente sulla superficie. “Andremo a esplorare parti del satellite terrestre che non abbiamo mai visto e impareremo a vivere nello spazio” ha affermato Jeremy Parsons, manager di Artemis I. La capsula Orion viaggerà per 25 giorni e 2.100.ooo km in missione senza equipaggio. Il 16 novembre il modulo è partito da Cape Canaveral. Il 24 ha intrapreso il viaggio di ritorno. A contatti ristabiliti, dopo il black out dovuto all’ubicazione di Orion nella faccia nascosta della Luna, è arrivata la notizia dell’avvenuto passaggio ravvicinato a circa 130 km di distanza dal suolo lunare: un successo.

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Il primo passo del lancio Artemis è compiuto. Il modulo si è lanciato in un’orbita retrograda distante, ovvero in direzione opposta rispetto al normale e a una distanza record di 64mila km dal punto più lontano dell’orbita lunare rispetto alla Terra. Può iniziare la settimana dedicata a testare l’efficacia del veicolo in fase di allunaggio. Orion ci ha regalato immagini sensazionali del nostro pianeta visto dalla Luna: fotografie originali catturate ad una distanza di 370mila km dal nostro pianeta.

Le prossime (e prime) missioni lunari con equipaggio dell’era moderna

Artemis I sarà la missione apripista per eccellenza. A bordo di Orion saranno presenti manichini dotati di tute spaziali a simulare il viaggio di un essere umano in carne ed ossa. Grazie ai sensori presenti sui soggetti inanimati sarà possibile testare la resistenza del corpo durante tutta la durata dell’esplorazione e in tutte le manovre previste. Nel 2024 partirà Artemis II che porterà gli astronauti in orbita lunare. Solo con Artemis III l’equipaggio toccherà il suolo lunare. La NASA getterà così le basi per dare inizio a qualcosa di innovativo: per la prima volta una donna camminerà sulla Luna e sarà un grande traguardo che ci riguarda da vicino. La nostra Astrosamantha potrebbe un giorno essere la prima donna italiana in una missione spaziale lunare.

La NASA ha dichiarato in conferenza stampa che sono stati individuati 13 siti possibili per l’allunaggio nel polo sud della Luna. La missione Artemis III non si concretizzerà prima di diversi anni. Se tutto andrà come previsto nel 2026 vedremo passeggiare delle persone sul suolo lunare mezzo secolo dopo l’Apollo 11.

Missione spaziale Artemis: imparare a vivere nello spazio

Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità. Artemis aprirà le porte al turismo spaziale, permetterà alle aziende di costruire un’economia lunare e azionerà l’intraprendente macchina che porterà l’uomo su Marte prima del 2040. Il primo step di questo ambizioso programma sarà la costruzione di una stazione lunare: lo scopo è quello di imparare a vivere nello spazio sfruttando le risorse che la Luna offre per generare energia.

Artemis attiverà una stazione spaziale sull’orbita lunare simile alla ISS terrestre. Il Lunar Gateway permetterà alle navicelle di attraccare e rifornirsi. Per sbarcare sulla Luna gli astronauti viaggeranno dallo spazioporto a bordo della navetta Starship. Una volta sulla superficie le jeep lunari trasporteranno gli equipaggi all’Artemis Base Camp già progettato dalla NASA: un vero e proprio campo base nel polo sud lunare. A partire da questo centro nasceranno colonie autosufficienti via via sempre più grandi che in un futuro non troppo lontano fungeranno da casa per chi dovrà abitare sulla Luna. Non è fantascienza.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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