Secondo gli ultimi dati diffusi dal Corpo Forestale, la Sardegna è la regione con maggior superficie forestale in Italia, con 1.213.250 ettari di boschi. In particolare, la provincia di Cagliari vanta la foresta più grande d’Italia grazie al Parco del Sulcis (69 mila ettari), uno dei “polmoni verdi” più grandi in Europa meridionale.

Proprio dal Sud Sardegna arriva la storia di Alberea, una società benefit nata nel 2021 dall’idea di un piccolo gruppo di professionisti, tra i quali due fratelli, cresciuti piantando alberi con i propri genitori nel Campidano di Cagliari. Oggi portano avanti la missione di restituire alla Natura paesaggio, biodiversità e ossigeno promuovendo il modello della “riforestazione partecipata”. Ne abbiamo parlato con Francesco Marongiu, co-ideatore del progetto insieme al fratello Gonare.

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Come nasce il progetto di Alberea?

“Il germe è stata la nostra educazione familiare, improntata al rispetto della natura. Gli ettari di bosco che abbiamo riforestato per vent’anni con i nostri genitori, oggi sono il nostro laboratorio; prima però io e Gonare siamo emigrati a Londra. Lui è ingegnere ambientale ed è tornato in Sardegna dopo alcuni mesi per dedicarsi a tecniche alternative: permacultura, rigenerazione dei suoli e bioedilizia. Io invece sono rimasto lì per dieci anni, maturando un solido background commerciale e una rete di contatti che proseguono tuttora.”

Come si è trasformata in una realtà imprenditoriale l’idea di piantare alberi?

“Dopo lunghi brainstorming sul focus da intraprendere, abbiamo scelto la riforestazione partecipata. Da lì, abbiamo trovato un incubatore finanziato dal progetto Success del programma europeo Interreg e veicolato dalla Promocamera di Sassari, capofila di altri progetti transfrontalieri in vari luoghi del Mediterraneo. Dopo aver superato positivamente la selezione abbiamo lavorato in squadra con altre imprese e appreso tutti gli strumenti per proseguire autonomamente. Così a giugno 2021 è nata Alberea, anche grazie al contributo fondamentale delle nostre partner, Carla e Isabel, fin dal brainstorming iniziale.”

alberi da piantare_bimbo con felpa alberea

Fonte: canali social Alberea

Ecco, come vi sostenete economicamente?

“La nostra autosufficienza economica si basa sulle aziende, ma anche sul nostro e-commerce, dove anche i privati cittadini possono stipulare abbonamenti o acquistare regali per le proprie occasioni; piantiamo alberi anche nei terreni privati. Inoltre siamo in fase di progettazione e contrattazione con le amministrazioni locali sarde, per rendere fruibili le aree naturali abbandonate e i “non luoghi” senza destinazione. Recentemente abbiamo ricevuto l’incarico di riforestare un’area del centro Sardegna che è stata devastata dagli incendi. L’intenzione sarebbe collaborare con loro anche nella pianificazione urbanistica, per far sì che quella futura si adegui alla vita vegetale e non la viva come un ostacolo: a Londra ci sono molti esempi del genere.”

Dove trovano “terreno fertile” i vostri alberi?

“In tutta la Sardegna, ma anche nel continente. Le aziende che ci hanno scelto per compensare le proprie emissioni sono nel sassarese, ma anche in Lombardia e in tutto il Nord Italia. Attualmente è lì che troviamo maggior condivisione e accoglienza di una certa visione sulla responsabilità d’impresa. Non siamo fisicamente noi a piantumare, ma affidiamo il progetto a operatori o aziende agricole a cui forniamo i nostri standard e di cui Gonare segue tutto il processo, dalla pianificazione al risultato; in alternativa, ci viene commissionato “a distanza”. È il caso di alcune aziende inglesi che, importando prodotti alimentari dall’Italia, hanno scelto di piantumare proprio qui, dove sono state prodotte le risorse.”

Coinvolgete anche le nuove generazioni nelle vostre iniziative?

“Certo, a dicembre abbiamo organizzato l’evento “Linee sul paesaggio”, una giornata di formazione con esperti del settore a cui è seguita la messa a dimora degli alberi insieme ai ragazzi ipovedenti del progetto MIZAR, che fa capo all’associazione Punti di vista. Questa no-profit, da oltre dieci anni, promuove esperienze immersive nella natura a bambini e ragazzi, aderendo al modello della Forest school di stampo steineriano. Per le scuole invece, per ora abbiamo proposto la nostra offerta formativa ad alcuni licei. Attendiamo l’esito in primavera, augurandoci di partire con i nostri laboratori già nel prossimo autunno, quando ricomincerà anche la stagione di piantumazione.”

alberi da piantare_ragazzi mizar

Fonte: canali social Alberea

Rispetto ad altri progetti di riforestazione, qual è l’obiettivo e il valore aggiunto di Alberea?

“Sicuramente il plus è la scelta di operare localmente piuttosto che in altri Paesi o continenti. In questo modo chi sceglie di contribuire mantiene un contatto diretto con il proprio investimento, per tutta la vita degli alberi. Per garantire la loro durevolezza scegliamo solo piante autoctone, che salvaguardino la fauna del luogo, la cultura e la resilienza climatica. Da due secoli perseguiamo un’economia di sfruttamento illimitato delle risorse, modificando pesantemente il paesaggio per poi meravigliarci del dissesto idrogeologico.

Noi vorremmo rendere scalabile il nostro progetto ed espanderci orizzontalmente, non diventare una multinazionale; ci interessa costruire un impatto intergenerazionale.

alberi da piantare_logo alberea

Fonte: canali social Alberea

Abbiamo scelto la tartaruga come nostro simbolo per ricordarci di rallentare, sincronizzarci con la natura e dosare le energie per arrivare lontano.”

 

 

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Roberta Nutricati

Roberta Nutricati

Laureata in Lettere Moderne a Siena e in Relazioni Internazionali a Torino. Dopo aver vissuto e lavorato in Spagna per un anno, ho conseguito un master in Europrogettazione e il riconoscimento alla Camera dei Deputati come Professionista Accreditata presso la Fondazione Italia-USA a Roma. Collaboro con il settimanale TheWise Magazine e scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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