Il biologo Yoshinori Ohsumi ha vinto il premio Nobel nella medicina per la sua scoperta sul rinnovamento delle cellule tramite un processo di autofagia, innescato dalla dieta del digiuno, che aiuta a combattere il processo di invecchiamento e a migliorare il loro rinnovo, implementando la salute complessiva della persona.

La dieta del digiuno

Secondo il Treccani, la dieta è definita come: “L’insieme dei nutrienti ingeriti dall’uomo, o da un gruppo etnico, per soddisfare il bisogno alimentare (per es., d. mediterranea), intesa in tal caso come concetto legato allo stile di vita. Più spesso s’intende per d. una limitazione alimentare, proposta dal medico o spontaneamente adottata, in riferimento soprattutto al totale calorico (d. dimagrante) o comunque finalizzata a raggiungere vantaggi salutistici mediante l’esclusione o l’inclusione di particolari alimenti o gruppi di nutrienti. L’adozione di particolari regimi dietetici può essere anche motivata da scelte etiche (d. vegetariana).”

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Gli studi sulla dieta del digiuno hanno evidenziato che a non assumere alcun alimento per un periodo compreso tra le 12 e le 24 ore porta all’attivazione del processo di autofagia cellulare.

Cos’è l’autofagia cellulare?

La dieta del digiuno, sta alla base dell’autofagia cellulare che è un processo biologico di autopreservazione atto alla eliminazione delle cellule danneggiate, di tutti i virus e batteri presenti nell’organismo e di rinnovo cellulare. In pratica si depura l’organismo di ogni impurità, si combatte l’invecchiamento cellulare e, al contempo, si stimola la rigenerazione.

L’autofagia è un normale processo interno a ogni persona. Lo scopo è quello di autoregolare l’organismo per farlo lavorare al meglio. Ripulisce dalle cellule danneggiate od estranee e ricicla le cellule dell’individuo con delle nuove e più performanti giovani cellule. È un processo che non può perpetrarsi all’infinito ma per il lasso di tempo un cui viene attivato, porta grandi benefici a tutto l’organismo.

Vantaggi dell’autofagia

L’autofagia, come già visto, quando viene attivata grazie alla dieta del digiuno, combatte l’invecchiamento cellulare, elimina le cellule danneggiate e stimola la produzione di nuove cellule.

I benefici dell’autofagia non si fermano qui, infatti, tra gli altri: combatte alcuni dei processi neurodegenerativi del Parkinson e dell’Alzheimer. Controlla i livelli di zucchero nel sangue. Riduce le infiammazioni, contribuisce così a prevenire numerose malattie che si originano da uno stato di infiammazione cronica. Inoltre: aiuta a perdere peso, migliora le funzioni cerebrali, disintossica l’organismo, combatte batteri, virus e parassiti ed elimina materiali cancerosi.

L’autofagia, grazie alle reazioni che stimola nell’organismo, non solo combatte le malattie cronico-degenerative ma sembra essere anche in grado di estendere la durata stessa della vita dell’organismo.

Come si attiva l’autofagia con la dieta del digiuno

Il processo di autofagia si attiva inducendo uno stress all’organismo. Uno stress che deve essere abbastanza forte da attivare il processo ma non così forte da danneggiare l’organismo e questo lo otteniamo con la dieta del digiuno.

Questo stress lo possiamo creare non assumendo calorie per un periodo compreso tra le 12 e le 24 ore. In pratica basterà non mangiare per un giorno per dare il via al processo cellulare di pulizia e rigenerazione, così come evidenziato dal premio Nobel per la medicina Yoshinori Ohsumi.

Leggi anche: Dieta e alimentazione

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Andrea Baumberger

Andrea Baumberger

Chi sono? Uno come voi che nel corso degli anni ha sviluppato tante passioni e diversi interessi che sono qua a condividere con i miei lettori nella speranza che possano tornarvi utili nella vostra quotidianità e magari, chissà, destare in voi qualche nuovo interesse e dischiudere la via verso nuove entusiasmanti scoperte. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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