Le persone trascorrono molto tempo della loro vita sul posto di lavoro dedicando alla propria occupazione la maggior parte della propria esistenza. Secondo il Ministero, nei primi 9 mesi del 2022 si è registrato un aumento delle dimissioni volontarie del 22% in più rispetto lo stesso periodo del 2021. Nella prevalenza dei casi, oltretutto, senza neanche avere un’altra alternativa di occupazione.

Le cause che portano ad abbandonare il proprio impiego sono principalmente quasi sempre le stesse. Colleghi dall’atteggiamento perennemente polemico, capi e non leader, ambiente nocivo, poche soddisfazioni e nessuna crescita professionale.

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Come affrontare le negatività sul posto di lavoro

Se il cambio di attività non può essere un’opzione allora sarà necessario fare i conti con una realtà che farà parte della propria esistenza per molto altro tempo. L’accettazione di tale condizione è il primo passo per iniziare ad affrontare il disagio in modo da ribaltarlo a nostro vantaggio.

Innanzi tutto come cantava Vasco Rossi in una sua canzone “la vita non è facile; ma volte basta un complice e tutto è già più semplice”. In un ambiente di lavoro nocivo è essenziale farsi almeno un collega amico. Sfogarsi con qualcuno e trovare un’ancora di salvezza farà si che certe situazioni già si alleggeriscano senza, inoltre, portare l’argomento di discussione a casa. Esorcizzare la questione con qualcuno che vive la situazione dall’interno potrà dar anche una chiave di lettura differente se non addirittura risolutiva.

Una volta “timbrato il cartellino d’uscita”, per di più, chiudere la porta lasciandosi alle spalle la giornata lavorativa per buttarsi totalmente nella propria vita personale. Bisognerebbe ricordarsi sempre che si lavora per vivere e non il contrario. Quel disagio può tranquillamente riposare tra le scartoffie fino al giorno dopo per godersi col giusto entusiasmo ed energia tutto il resto del tempo dedicandolo alla famiglia, passioni e hobby, senza essere influenzati dagli strascichi di scontentezza.

lavoro tossico.pexels

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Buona parte della soluzione sta nell’approccio alle avversità

Al di là del collega polemico, le poche soddisfazioni e le ore che non passano più, a volte entrare nel loop di essere in un’ambiente negativo offusca anche ciò che magari ci circonda di positivo. Soffermarsi e iniziare a dare peso ai vantaggi che dà quel lavoro, alla fortuna di averne comunque uno, alle soddisfazioni, anche minime, che si ricevono e magari così ridistribuire il peso sulla bilancia.

Conteggiare ogni giorno gli “zuccherini” che riceviamo in vari ambiti, come può essere la gentilezza di un collega, la soddisfazione di un cliente o una trattativa andata a buon fine, potrebbe aiutare ad addolcire e rendere più sopportabile la giornata lavorativa.

Un posto di lavoro tossico può, in aggiunta, intaccare la propria autostima debilitando quelle credenze positive che si potevano avere riguardo le proprie capacità. Iniziare, dunque, a lavorare su sé stessi con corsi di aggiornamento o di crescita personale può solo che spingere la consapevolezza di essere persone che il proprio destino se lo possono scegliere senza dipendere da alcuna circostanza esterna.

Il potere in fondo è quasi sempre dentro di noi ed è quanto più lo si alimenta che fa differenza. L’approccio mentale e la forza d’animo, a volte, possono determinare una situazione in positivo o in negativo scegliendo di essere passivi, nella vita, o attivi.

Se però, provandole tutte, la situazione sarà comunque insopportabile potrebbe essere utile riaggiornare il proprio curriculum e rimettersi in gioco capendo il proprio valore sul mercato. Già solo il pensiero di una scappatoia aiuta a non percepire la claustrofobica sensazione di “non ci sono vie d’uscita” e mal che vada si apriranno porte migliori. Il poeta Bukowski dopotutto diceva: “bisogna provarci sempre, meglio le delusioni che i tristi rimpianti”.

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Laura Corona

Laura Corona

Aspirante giornalista laureata in Lettere. Scrivo di Cultura e Lifestyle collaborando con BuoneNotizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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