“I soldi non rendono felici“, “Anche i ricchi piangono” dicono dei proverbi popolari, di contro “I soldi non rendono felici, figuriamoci la miseria” dice Woody Allen. Il dibattito sull’argomento è tanto antico che anche Aristotele, filosofo greco, ha dato la sua opinione: “è chiaro che non è la ricchezza il bene da noi cercato. Essa infatti ha valore solo in quanto utile, cioè in funzione di qualcos’altro“, ossia il denaro è un mezzo ma non il fine.
Alcuni studi scientifici negli anni hanno provato a dare una risposta concreta all’argomento: nel 2023 i ricercatori delle università di Penn e Princeton Kahneman e Killingsworth arrivano alla conclusione che i soldi effettivamente rendono felici con delle eccezioni, mentre nel 2019 Ashley Whillans, ricercatrice e professoressa associata dell’MBA – Master in Business Administration, associava una maggiore felicità alla disponibilità di tempo libero.
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SostieniciLo studio del 2023 di Kahneman e Killingsworth
Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia e Matt Killingsworth, esperto di studi sulla felicità, accompagnati dalla professoressa Barbara Muller, hanno pubblicato nel 2023 uno studio sulla rivista della National Academy of Sciences proprio su quanto contino i soldi per essere felici.
Entrambi nel passato hanno già pubblicato studi nell’ambito: Kahneman insieme a Deaton nel 2010 diceva che il rapporto tra soldi e felicità c’è solo fino a un guadagno di 100.000 euro l’anno poi il valora diventa irrilevante come se la felicità ristagnasse; Killingsworth nel 2021 pubblica invece uno studio in cui sostiene che questo tetto non esista.
Partendo da due risultati opposti e quindi due tesi diverse, i due esperti hanno unito le forze nella cosiddetta “collaborazione antagonistica“, che ha dimostrato che i risultati apparentemente contraddittori non sono in realtà così incompatibili. In questo recente studio sono stati raccolti 1,7 milioni di dati tramite un’app chiamata “Traccia la tua felicità!“, per cui su un campione di 33000 lavoratori americani, in momenti casuali della giornata veniva chiesto “Come ti senti in questo momento?” su una scala da “Molto bene” a “Molto male“.
Reddito e felicità per i più sono direttamente proporzionali
Durante il lavoro svolto insieme è emerso che il risultato del 2010 è giusto solo in parte, cioè quando è applicato a persone con un livello emotivo abbastanza basso, mentre per gli altri il tetto di 100.000 euro l’anno non esiste e la felicità rimane proporzionale al reddito. Per i “super felici”, persone cioè dallo stato emotivo prevalentemente alto, questa regola vale ancora di più: un aumento significativo del reddito corrisponde ad un intenso aumento di felicità.
La ragione, specifica la Muller, è che il denaro dà un senso di controllo sulla propria vita di conseguenza aumentando il livello della qualità e questo fa sentire felici. Un’eccezione è costituita dai ricchi infelici a cui più soldi non aiutano ad essere meno scontenti. I ricercatori hanno infatti voluto chiarire che il denaro “non è il segreto per la felicità, ma può probabilmente aiutare un po’” e quindi è solo “uno dei tanti fattori determinanti della felicità“.
Lo studio del 2019 di Ashley Whillans
Uno studio del 2019 chiamato “Time for happiness” pubblicato su Harvard Business Review, condotto da Ashley Whillans su 100.000 lavoratori adulti, sostiene che non siano i soldi a fare la felicità, ma il tempo. I risultati della ricerca dimostrano che chi rinunciava ad avere più soldi per un maggiore tempo libero o esternalizzava i compiti non graditi apprezzava di più la vita, sviluppando relazioni sociali migliori, più gioia e carriere più soddisfacenti. “L’errore nel cercare maggiore ricchezza” spiega la ricercatrice “sta nel pregiudizio cognitivo per cui essere occupati è sinonimo di uno status più elevato”.
Consigli pratici su come essere felici
Whillans dà anche alcuni consigli pratici su come essere felici partendo dal cambiare la propria mentalità. Alcuni riguardano le attività personali come pianificare il week-end, essere più attivi, dedicare più tempo a mangiare, incontrare nuove persone, aiutare gli altri, provare stupore e ad andare in vacanza.
Altri riguardano le attività a lavoro: risparmiare sui tempi di spostamento, chiedere di posticipare una scadenza, imparare a dire di no senza usare la mancanza di tempo come scusa o l’essere troppo occupati.
Infine gli ultimi consigli sono sul come “comprare” il tempo: esternalizzare le faccende, avere un progetto sul come spendere i soldi, fare meno confronti sul prezzo degli acquisti e aumentare la qualità del tempo libero.
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