I social media più popolari sfornano trend dalla vita breve ma intensa, privilegiando un ritorno a un’espressione più classica della femminilità che sembra conquistare le generazioni più giovani, in particolare i Millennials e la Generazione Z. Cosa li accomuna? Una passione sfrenata per i vestiti vintage – che fa felice l’occhio, il portafoglio e, soprattutto, l’ambiente.

Le tendenze 2.0 nascono su TikTok ma guardano al passato

La moda sostenibile è una risorsa importante per l’economia circolare, in particolare quando porta ad allontanare i consumatori dal segmento fast fashion. Il riciclo e riuso di abiti è una scelta che può unire etica ed estetica. Lo insegnano soprattutto le nuove generazioni, che celebrano il vintage online, reinterpretandolo in mille forme diverse, acquistando abiti usati per creare nuovi stili e trend. Qualche esempio? La “Sirena da Ufficio (Office Siren) è il primo vero trend del 2024, nato su TikTok e cresciuto su Pinterest – un fenomeno che si ripete ormai da qualche anno. Questa nuova tendenza iper femminile unisce il business casual a un tocco di glamour: si ispira alla figura della segretaria trendy ma irraggiungibile. Un personaggio topico in serie tv o film degli anni Duemila – come Gisele Bundchen nei panni di Serena ne Il Diavolo veste Prada – la madrina ufficiosa di questo trend – o l’attraente ma perfida receptionist Amanda nella serie Ugly Betty.

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Segue l’estetica da “La Moglie del Boss” (Mob Wife Aesthetic) che prende giocosamente ispirazione da un passato cinematografico non troppo lontano, a cavallo tra anni Novanta e primi anni Duemila. Questo look massimalista riprende l’immaginario di film e serie tv gangster come I Soprano, Scarface o la trilogia de Il Padrino. L’amore per il vintage e la voglia di rispettare l’ambiente si legano in questi nuovi fenomeni.

I vestiti vintage: i veri protagonisti delle tendenze di massa

Non è un caso che l’audience e i consumatori apprezzino queste forme di remix stilistico: in questi ultimi anni, il settore vintage e di seconda mano è in forte e continua crescita, senza interruzioni. Come riporta IlSole24Ore.com, già nel 2023 la moda second hand valeva circa 120 miliardi. Con prospettive di un ulteriore +30% nei prossimi tre anni. La nostalgia per il passato è onnipresente nella moda di oggi: se ne ha ulteriore conferma osservando per esempio eventi importanti come le premiazioni. Alla più recente, gli Oscar, moltissime celebrità hollywoodiane hanno sfoggiato pezzi da collezione che hanno fatto la storia, custoditi gelosamente dalle Maison d’alta moda.

Il vintage si conferma quindi non solo una tendenza di passaggio, ma un vero e proprio macro-trend che continuerà a essere protagonista della nostra quotidianità – anche domani. Questo perché concretamente – oltreché una scelta puramente legata all’estetica – la predilezione per l’usato è una presa di coscienza responsabile. Inserita nell’ottica della sostenibilità, è una buona pratica che contrasta il fenomeno del consumismo – deleterio sia per ambiente che per il portafoglio. Secondo il Resale Report 2023 elaborato dalla piattaforma leader di settore ThredUP, le problematiche ambientali e climatiche globali hanno accresciuto la consapevolezza del ruolo dei consumatori nel cercare di ridurre l’impatto ambientale del fashion system.

I marchi di moda come stanno reagendo? Un buon modello è la Maison francese Chloé che, utilizzando la blockchain, rende chiara la tracciabilità e originalità dei suoi abiti – rendendoli facilmente rivendibili sulle piattaforme di resale (rivendita). Questo perfetto connubio tra tecnologia e attenzione alla sostenibilità sarà, infatti, la direzione che plasmerà il futuro del settore moda.

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Virginia Allegra Donnini

Virginia Allegra Donnini

Con un background di studi ed esperienze lavorative a cavallo tra economia, marketing e moda scrivo di tendenze, pop culture, lifestyle. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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