Il morbo di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più frequente dopo l’Alzheimer e coinvolge, in tutto il mondo, oltre 9,4 milioni di persone, in genere dopo i sessant’anni. Si prevede che il numero raddoppierà entro il 2040. É una patologia molto complessa, che coinvolge l’abilità motoria del malato causando, in seguito, disturbi psichiatrici, cognitivi, gastrointestinali, urinari e vegetativi.

In questi mesi i progressi dell’intelligenza artificiale hanno permesso di migliorare sempre di più la gestione della malattia e la qualità della vita delle persone che ne sono affette. In un recente studio dell’Università di Boston, un gruppo di ricercatori ha dimostrato l’efficacia di una tuta robotica nei pazienti con morbo di Parkinson, apportando miglioramenti significativi nella mobilità e nella qualità dell’andatura.

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Morbo di Parkinson dal Covid all’Intelligenza Artificiale

La cura per le malattie neurodegenerative è una delle maggiori ambizioni per la ricerca scientifica: la maggioranza di queste malattie sono difficili da diagnosticare e, una volta sviluppatasi, non possono essere debellate. La malattia di Parkinson, nello specifico, si può manifestare in tarda età e passare inosservata nella prima fase. Può però anche manifestarsi nelle persone giovani – generalmente in questo caso la causa è di origine genetica – ma venire scambiata per altre malattie, più comuni nelle persone al di sotto dei cinquant’anni. Per gestire la malattia possono essere utilizzate sia terapie farmacologiche che non, anche se le terapie o gli interventi possono attenuare i sintomi e le difficoltà motorie, ma non curare del tutto la malattia.

Le persone affette da Parkinson, prima di ricevere una diagnosi certa – poiché i sintomi iniziali come la difficoltà a muoversi e il disturbo del sonno, sono riconducibili anche ad altre patologie – in genere fanno una lunga trafila passando da centri specializzati, cliniche e ospedali. Non esiste una cura definitiva per la risoluzione del problema. Nella maggior parte dei casi, i pazienti si ritrovano a incontrare il neurologo due volte l’anno per monitorare l’andamento del malato. Tale condizione, negli ultimi anni, è stata penalizzata dal Covid per via delle restrizioni, ma ciò ha permesso anche la scoperta delle tecnologie digitali per la salute, in grado di rilevare il monitoraggio della malattia e facilitare la comunicazione tra il medico e il paziente.

Intelligenza Artificiale al servizio della diagnosi per il morbo di Parkinson

In campo medico l’utilizzo di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale e sul Machine Learning a supporto della diagnosi medica si moltiplicano in tutti gli ambiti, dalla diagnostica alla chirurgia, dallo sviluppo dei farmaci alla riabilitazione. Di recente, l’Intelligenza Artificiale ha preso quota nel progetto Parkinson Detector, un sistema digitale non invasivo in grado di riconoscere la figura umana all’interno di un filmato e calcolare la posizione delle articolazioni, istante per istante, al fine di misurare con precisione il movimento. In pratica, questo filmato serve a individuare la malattia in modo precoce.

Uno studio scientifico pubblicato sulla rivista “Nature Medicine”, durato sei mesi, dimostra l’efficacia di una tuta robotica nel migliorare l’andatura del paziente affetto da Parkinson. In pratica l’abbigliamento robotico possiede dei sensori sulla cintura, che generano il movimento di flessione dell’anca e di altri organi coinvolti nel movimento, mentre un controller eroga la forza corretta per il movimento dimostrando di migliorare in modo immediato l’andatura del paziente. La tuta robotica è un valido aiuto per il paziente nella gestione della malattia di Parkinson e in futuro potrà essere impiegata anche per altre malattie neurodegenerative. La scienza auspica di riuscire a trovare la chiave per individuare il Parkinson e poter curare il malato prima che la malattia si sviluppi del tutto.

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Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio, laureata in scienze della comunicazione e dell'informazione con master in copywriting. Lavoro come blogger e copywriter aziendale. Collaboro con buonenotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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