Negli ultimi anni vi sarà capitato di imbattervi in contenuti che facessero riferimento alla legge di attrazione dell’universo o al concetto della “manifestazione”. Creare la propria realtà: un concetto filosofico che pone l’essere umano al centro della sua esistenza, come creatore del proprio destino. Oggi – anni dopo la pubblicazione di “The Secret” – si ritorna a parlare della Legge di Attrazione e di come tutti si possa indirizzare concretamente la nostra vita nella direzione dei nostri sogni.

I nostri desideri si possono manifestare nella realtà?

La stessa etimologia della parola “manifestare” aiuta a spiegare il concetto di questa corrente – espressione di una forma di psicologia positiva di auto-aiuto. “Manifestare” significa rendere chiaro e visibile, tangibile, qualcosa che fino a quel momento era latente o nascosto. La legge di attrazione sostiene che nella nostra realtà fisica le energie tendono ad assomigliarsi: quindi una qualsiasi forma di mancanza (mismatch energetico) dovrà cercare di essere colmata. Ed è lo stesso “universo” in cui siamo inseriti che cercherà di muoversi in quest’ottica, se noi in primis “chiediamo”. La “legge dell’attrazione” sostiene, in sintesi, che i nostri pensieri ed emozioni influenzino la realtà che ci circonda, perché il nostro dialogo interiore plasma la visione che abbiamo del mondo esterno.

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Nell’ottica di attrarre un cambiamento bisogna in primo luogo visualizzarlo e volerlo chiaramente, per poi modificare la percezione di noi stessi e di come ci comportiamo. Lo stesso Albert Einstein spiegava che le energie non sono altro che frequenze: se riusciamo a sintonizzarci sulla “vibrazione energetica” di ciò che desideriamo, non potremo non ottenerlo. Nel concreto cosa significa questo? Che non si deve operare in uno stato di mancanza: la strategia è immaginare di aver già raggiunto il nostro obiettivo – che si tratti di crescita personale, abbondanza materiale, stile di vita diverso. Poiché il simile attrae il simile, l’universo stesso cercherà di rendere manifesto qualcosa che finora era solo relegato alla percezione mentale.

La “legge dell’attrazione”: le origini

Come nasce la “legge dell’attrazione”? Questo concetto compare per la prima volta a fine Ottocento, in scritti orientati alla spiritualità, anche se è solo nel Novecento che nasce un vero e proprio interesse per questo argomento. Gli autori che ne trattano maggiormente sono Napoleon Hill, Norman Vincent Peale e Louise Hay, tutti riconducibili alla corrente motivazionale dell’auto-aiuto. É a metà degli anni Duemila che questo termine acquista risonanza nella cultura occidentale: con l’uscita nel 2006 di The Secret. Un saggio composto da una raccolta di interviste, pubblicato da Rhonda Byrne (il libro stesso si basa sul documentario omonimo). Al centro del libro vi è il “segreto”, che consiste nella “legge di attrazione”: ogni essere umano può essere una sorta di magnete, in grado di attirare tutto quello a cui anela, secondo il principio espresso nel motto “chiedi-credi-ricevi”.

Naturalmente non dobbiamo pensare che credendo fortemente a qualcosa che lo si ottiene. È sicuramente necessario come primo step togliere ogni negatività: altrimenti questa continuerà a permanere nella nostra quotidianità. La filosofia della manifestazione può essere la base per costruire un processo di crescita personale, che deve innanzitutto, però, essere improntato all’azione. In psicologia si cita al riguardo anche la profezia che si auto-avvera. Quando un individuo crede fermamente che si verifichi un evento futuro, va ad alterare il proprio comportamento e conclude per farlo accadere davvero. C’è quindi un riscontro effettivo se si afferma che i pensieri e le nostre convinzioni interne influenzino il vissuto, perché causano un impatto concreto nella nostra realtà.

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Virginia Allegra Donnini

Virginia Allegra Donnini

Con un background di studi ed esperienze lavorative a cavallo tra economia, marketing e moda scrivo di tendenze, pop culture, lifestyle. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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